European Digital Innovation Hub, ecco come nasceranno i poli che supporteranno l’innovazione delle imprese

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il decreto direttoriale che consentirà di individuare i poli di innovazione che saranno candidati al ruolo di European Digital Innovation Hub. Queste strutture dovrebbero ricevere fino a 194 milioni di euro (metà dall’Europa e metà dall’Italia) per strutturarsi e, successivamente, favorire i percorsi di digitalizzazione delle imprese.

Pubblicato il 18 Ago 2020

digital europe


Con l’obiettivo finale di favorire i percorsi di digitalizzazione delle imprese, si apprestano a nascere i nuovi European Digital Innovation Hub. Per quanto riguarda l’Italia, dove l’Europa si attende che nascano tra i 14 e i 28 centri, il decreto direttoriale del 17 agosto 2020 firmato da Laura Aria e Mario Fiorentino del Ministero dello Sviluppo Economico apre le pre-selezioni per individuare i poli di innovazione che saranno i candidati nazionali al ruolo di European Digital Innovation Hub.

Il progetto dei poli di innovazione digitale europei rientra nell’ambito del Digital Europe Programme, il programma per la digitalizzazione al quale l’Europa ha destinato 6,76 miliardi del suo prossimo bilancio pluriennale per il periodo 2021 – 2027, una cifra ridotta rispetto ai 9,2 miliardi precedentemente proposti.

In questo ambito sarebbero 900 i milioni di euro che l’Europa destina al cofinanziamento dei questi nuovi poli, dei quali 97 milioni di euro destinati all’Italia (che dovrebbe mettercene altrettanti per un totale di 194 milioni). Parliamo al condizionale perché il fondo di 900 milioni era appunto riferito al progetto di budget da 9,2 miliardi, mentre a seguito della riduzione in sede di approvazione del progetto di bilancio non è ancora chiaro se il fondo da 900 milioni sarà a sua volta ridotto. E infatti il decreto ministeriale specifica che “le risorse effettivamente allocate saranno identificate a seguito della approvazione del Quadro Finanziario Pluriennale europeo 2021-2027”.

A tal proposito è stato sottoscritto – il 6 agosto scorso – un Protocollo d’intesa tra i Ministri dello Sviluppo economico, dell’Università e della ricerca e per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, con l’obiettivo di strutturare la collaborazione istituzionale per la definizione della procedura di preselezione ed il cofinanziamento nazionale.

“Il trasferimento tecnologico e la digitalizzazione sono tra le priorità di politica industriale europea”, ha dichiarato il Ministro Stefano Patuanelli. “Con questo bando abbiamo l’occasione di rendere i nostri centri di innovazione e di trasferimento tecnologico più forti e più uniti e di migliorare il sostegno alle PMI in questa trasformazione essenziale per la loro competitività.  Una occasione molto concreta per ‘fare sistema’ in un’azione cruciale per il nostro futuro. Mi aspetto candidature di grande qualità grazie all’impegno del mondo delle imprese e delle Università e dei centri di ricerca”.

“Gli European Digital Innovation Hub sono un’azione fondamentale per l’attuazione del processo di trasformazione digitale del Paese e del trasferimento tecnologico al sistema produttivo delle Pmi e alla PA”, ha dichiarato il Ministero dell’Università della ricerca, Gaetano Manfredi. “L’intero progetto di innovazione nasce da una stretta collaborazione tra i Ministeri competenti con una visione di forte qualificazione degli interventi in una dimensione internazionale. Si realizza così una rete di nodi distribuiti sul territorio italiano ma integrati nella rete europea della ricerca e dell’innovazione che va a rinsaldare un forte legame anche con le iniziative svolte in ambito regionale. Le tematiche d’interesse dei Digital Innovation Hub – Intelligenza Artificiale, Sicurezza Informatica, Big Data e Sistemi di Calcolo ad Alte prestazione e Tecnologie Digitali – rientrano in modo significativo nel Piano Nazionale della Ricerca. Sono temi in cui il sistema universitario e della ricerca è altamente competitivo e va sostenuto con importanti investimenti”.

A cosa servono gli European Digital Innovation Hub

Gli European Digital Innovation Hub dovranno avere una connotazione territoriale. Per l’Italia dovrebbero essere un numero compreso tra 14 e 28. Questi enti, che non corrispondono ai nostri Digital Innovation Hub né ai Competence Center (ma c’è da attendersi che si creeranno delle cordate di cui queste strutture faranno parte), sono la risposta all’esigenza di favorire l’adozione delle tecnologie indicate nell’European Digital Programme, tra cui ci sono l’intelligenza artificiale, cyber security, calcolo ad alte prestazioni. Attraverso gli European DIH, infatti, saranno distribuiti alle imprese, nel corso dei prossimi anni, i fondi necessari per sviluppare adeguati progetti di adozione delle tecnologie avanzate.

Per l’individuazione dei Poli è prevista una procedura di selezione in due fasi:

  • una preselezione nazionale volta ad individuare un elenco di soggetti che hanno capacità tecnico-scientifica e giuridico-amministrativa per partecipare alla rete;
  • una gara ristretta, gestita dalla Commissione europea, cui saranno invitati i candidati presentati dagli Stati membri.

Una volta nati, questi Europea Digital Innovation Hub avranno il compito di creare nuove opportunità di collaborazione tra pubblico e privato per stimolare la trasformazione digitale delle aziende, soprattutto le piccole e medie imprese.

In estrema sintesi, quindi, i 900 milioni stanziati dall’Europa (a cui si aggiungerà un analogo importo messo a disposizione dai vari Stati) serviranno per costruire o ammodernare questi centri i quali poi saranno lo strumento attraverso il quale l’Europa stessa distribuirà gli incentivi alle imprese e promuoverà i progetti di innovazione.

Il decreto direttoriale

Attraverso il decreto direttoriale del 17 agosto, che segue la direttiva ministeriale del 13 agosto a oggi non ancora resa pubblica in quanto risulta essere “in fase di registrazione”, il Mise spiega i requisiti per accedere alla fase di pre-selezione. Se il consorzio che si propone verrà ritenuto idoneo, sarà segnalato all’Europa entro ottobre e potrà partecipare alla call ristretta per accedere effettivamente ai finanziamenti.

Le agevolazioni, come spiegato nell’articolo 6 del decreto “si compongono di una quota europea e di una quota nazionale messa a disposizione dallo Stato Membro”, entrambe le quote sono concesse come contributo alle spese e rispettivamente non possono superare il 50% del totale.

A chi è rivolto

Citando il decreto direttoriale del 17 agosto, all’articolo 3 viene spiegato che possono avere accesso alla fase di selezione i poli di innovazione che

  • includano almeno un’organizzazione di ricerca e trasferimento tecnologico
  • abbiano un bacino di utenza di imprese e – o di pubblica amministrazione da mantenere per tutta la durata del piano, in un’area geografica di riferimento, oppure un bacino di utenza nazionale se si ha elevata specializzazione in almeno una delle tecnologie avanzate previste dal programma europeo;
  • si impegnino a costituirsi nella forma di consorzio/società consortile o raggruppamento temporaneo, prima di ottenere i fondi europei.

L’attività di questi European Digital Innovation Hub durerà per un periodo compreso tra 3 e 7 anni. All’articolo 4 viene infatti precisato che il polo innovativo deve presentare “un progetto che includa un piano di attività pluriennale, articolato su tre anni, in linea con la prima call ristretta della Commissione europea, la quale affiderà il contratto per i primi 36 mesi”, prorogabili di ulteriori 48 mesi dopo una valutazione.

Il progetto deve prevedere che:

  • Il polo operi “trasferimento di conoscenze e competenze tecnologiche alle imprese e/o alla Pubblica Amministrazione al fine di consentire ad esse di valutare al meglio i progetti di trasformazione digitale corrispondenti allo specifico fabbisogno e contribuendo in modo concreto e misurabile alla evoluzione della loro maturità digitale. Qualora il polo offra servizi a sostegno della digitalizzazione dell’organizzazione della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici, questi devono basarsi su soluzioni di interoperabilità”, si legge nel decreto.
  • Il polo eroghi tutti i servizi previsti dal Working Program della Commissione. Tra questi per esempio ci sono test e sperimentazione, formazione e sviluppo di competenze digitali avanzate, sostegno all’accesso a meccanismi di finanziamento, ecosistemi dell’innovazione e networking.
  • Il polo deve occuparsi in modo specifico di almeno su una tecnologia avanzata tra Intelligenza Artificiale, Calcolo ad Alte Prestazioni, cyber security.
  • Il polo, come riportato dal testo del decreto, “soddisfi il fabbisogno digitale avanzato dell’industria e/o del settore pubblico dell’area geografica di riferimento”
  • Sia focalizzato su un solo settore o a livello multisettoriale, nel primo caso “deve essere indicata la presenza di filiere produttive altamente specializzate sul territorio di riferimento, in coerenza con la relativa Strategia di Specializzazione Intelligente, nazionale o regionale”
  • Il polo deve indicare nel progetto il totale delle risorse che si intende richiedere durante la call ristretta.

Come si fa richiesta

Alla domanda deve essere inclusa la manifestazione di interesse e gli allegati scaricabili dal sito del Ministero. Bisogna presentare il tutto alla Direzione generale per la politica industriale, l’innovazione e le piccole e medie imprese del Mise all’indirizzo PEC dgpiipmi.dg@pec.mise.gov.it dalle 8 del 10 settembre 2020 fino alle 19 del giorno 24 settembre 2020.

Qui di seguito il testo completo del decreto

Decreto_direttoriale_17_08_2020

Valuta la qualità di questo articolo

P
Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 3