Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha le idee chiare su quello che bisogna fare per sfruttare al meglio le risorse del Recovery Fund. E, soprattutto, sa che bisogna fare bene e presto.
“Dobbiamo presentare i progetti entro il 15 ottobre 2020 in modo da poter aspirare alla possibilità di prefinanziamento del 10% che è stata predisposta appunto per chi li presenta in questa prima finestra temporale”, ha detto Conte martedì introducendo i lavori del Comitato Interministeriale per gli Affari Europei (Ciae) a cui erano presenti i ministri e i rappresentanti degli enti locali. Il Ciae è l’organo di coordinamento cui spetterà il coordinamento delle attività relative al Recovery Plan. Al suo interno, il Comitato di Valutazione sarà la guida tecnica.
Di fronte a quella che Conte definisce “un’opportunità storica di riforma e sviluppo del nostro Paese” non c’è tempo da perdere: “si lavorerà anche ad agosto, abbiamo tempi strettissimi”. La prima riunione del Comitato è prevista oggi stesso.
La puntualità nell’elaborazione del piano, però, “è una condizione, una premessa indispensabile per poter accedere a questo piano europeo, ma non è sufficiente”.
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“Dovremo dimostrare capacità amministrativa”
Quella che l’Italia ha davanti è “una prospettiva concreta per migliorare il nostro Paese per renderlo più efficiente e competitivo” e per questo è anche “una grande responsabilità, per noi stessi, per il Paese intero che ci guarda e per l’Europa: è una grande sfida di cui saremo chiamati a rispondere nei confronti di noi stessi, dei nostri figli, delle prossime generazioni, di tutti i cittadini europei”.
Conte ha spiegato che “dovremo essere assolutamente efficaci nella realizzazione di questo piano di investimenti e dobbiamo mantener fede a quello che sarà il cronoprogramma anticipato e dovremo quindi – forse come mai nella nostra storia – dimostrare di esprimere una capacità amministrativa – oltre che ovviamente a monte una responsabilità politica – nel mettere a terra questo piano, nel perseguirlo, rispettare i cronoprogrammi, riuscire a implementarlo nei tempi giusti”.
Rispondendo di fatto alle polemiche di questi giorni sui ruoli di Governo, Parlamento e comitati vari nella gestione del piano di rilancio, Conte ha precisato che “ci predisponiamo a interloquire con il parlamento, nella consapevolezza che la responsabilità nell’elaborazione dei progetti e nel perseguire il disegno di politica economica e sociale del Paese spetta al Governo”. Ma la portata del
programma è tale “che è giusto il pieno coinvolgimento del Parlamento. L’interlocuzione sarà sostanziale e non solo formale”.
La selezione delle idee presenti nel piano di rilancio
Conte ha anche precisato che la lista delle priorità da mettere sul piatto è già stata preparata. “Non partiamo da zero, abbiamo un piano di rilancio già elaborato a livello di ministri e di forze di maggioranza. Abbiamo presentato il piano alla consultazione nazionale a Villa Pamphilij. Dobbiamo partire da quel programma”.
Un programma che però è molto vasto e ambizioso e sul quale andranno comunque fatte delle sintesi e delle scente. “La prima cosa che faremo sarà selezionare quei progetti che sono più confacenti alle indicazioni del Next Generation EU e al Recovery Fund“. Una volta fatta la selezione si partirà “con la massima determinazione”.
A quel punto, operata la “scelta politica” sui progetti, “passeremo alla fase di elaborazione e al vaglio più strettamente tecnico. Metteremo a disposizione di tutti i Dicasteri coinvolti una struttura di servizio tecnico che possa contribuire alla elaborazione dei progetti e alla conformazione degli stessi alle linee guida richieste dalla Commissione europea”.