Nella conferenza stampa di mercoledì 3 giugno, data del via libera in Italia agli spostamenti tra Regioni, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha illustrato i sette punti del “Recovery Plan”, il piano per la ripresa che fissa le priorità per il rilancio del nostro Paese nella cosiddetta fase 3, quella delle riforme.
Digitalizzazione, consolidamento delle imprese, transizione verso le energie rinnovabili, rilancio degli investimenti pubblici e privati (anche con il decreto “semplificazioni”, su cui sta lavorando il Governo), formazione e ricerca, riforma del fisco e della giustizia: questi gli ambiti in cui si concentrerà la politica per provare a dare all’Italia la spinta necessaria non solo a recuperare i livelli di crescita pre-crisi, ma anche (sfruttando le “opportunità” create dall’emergenza Covid-19) a mettere mano a questioni e problemi che esistono da decenni.
Un piano di riforme che sarà necessario per “farsi trovare pronti” di fronte all’Europa, a cui l’Italia chiederà le risorse messe a disposizione dei Paesi membri, a cominciare da quelle della Bei e dal fondo Sure per il sostegno ai lavoratori, ma soprattutto i circa 172 miliardi del Recovery Fund proposto dalla Commissione Europea. Il premier Conte ha confermato di voler cogliere l’opportunità di sfruttare le risorse europee, come “i 20 miliardi spettanti all’Italia” dal Sure che permetteranno di estendere (probabilmente fino a fine anno) le misure straordinarie per la Cassa Integrazione attualmente disponibili. Ma le risorse potranno arrivare anche dal Mes (il meccanismo europeo che erogherà prestiti agli Stati membri per intervenire nel sistema sanitario), su cui Conte ha specificato: “quando avremo tutti i regolamenti li studierò, li porterò in Parlamento e insieme al Parlamento decideremo, ricordo che è un prestito e quando si parla di prestito molto dipende da quanto dura il piano di restituzione”.
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Gli stati generali dell’economia
Il primo passo del Governo sarà però quello di ascoltare e confrontarsi con tutti gli attori del sistema Paese. Il premier ha infatti annunciato di voler avviare da settimana prossima una serie di incontri (gli “stati generali dell’economia”) a Palazzo Chigi con le parti sociali, le associazioni di categoria e “singole menti brillanti”.
Sarà anche l’occasione per rilanciare il rapporto con il mondo dell’industria, dopo le critiche del Presidente di Confindustria Carlo Bonomi (contro una “politica che rischia di fare più danni del virus”) giudicate “infelici” da Conte. Il premier ha detto di aspettarsi che gli industriali portino “progetti lungimiranti”, senza limitarsi alla sola richiesta di abbassamento delle tasse.
Come si diceva, il prossimo step a livello legislativo sarà il cosiddetto decreto “semplificazioni”, con cui il Governo intende snellire la macchina burocratica per accelerare la realizzazione delle opere (come l’alta velocità anche al sud) e il rinnovamento infrastrutturale del Paese. Come anticipa Conte in conferenza stampa, ci sarà la riforma dell’abuso d’ufficio e del danno erariale, responsabilità che spesso frenano i funzionari che devono dare il via libera alle opere. Il premier evoca la situazione contraria: “vorrei che la Corte dei Conti chiamasse a rispondere chi ritarda le opere”, ha dichiarato, garantendo che in ogni caso “i controlli antimafia saranno ancora più severi”.
Come si diceva il Recovery Plan italiano (che verrà presentato dopo gli stati generali dell’economia) passerà anche da digitalizzazione e innovazione: il premier torna sul tema della banda larga (che deve essere disponibile per tutti), ma soprattutto sottolinea l’intenzione di rendere “strutturale” il piano Transizione 4.0, intenzione (appunto) già contenuta nella legge di bilancio 2020, ma per la quale andranno trovate le risorse (anche per potenziare gli incentivi secondo lo schema di riforma che avrebbe dovuto trovare spazio già nel decreto Rilancio).
I punti principali del piano nell’intervento all’EY Digital Talk
“Abbiamo il dovere, tutti insieme, di uno sforzo corale per ricostruire uno sviluppo basato sulla coesione sociale, sulla sostenibilità, sull’innovazione tecnologica e su una vera e propria rivoluzione delle competenze”, ha detto il Presidente del Consiglio intervenendo al Digital Talk “Italia Riparte” di Ernst & Young, durante il quale ha ripercorso i punti del “Recovery Plan” italiano. “Vogliamo introdurre incentivi alla digitalizzazione e ai pagamenti elettronici, dobbiamo assoultamente consentire l’emersione del sommerso, rafforzare l’interconnessione delle banche dati pubbliche e realizzare la banda larga in tutta Italia”.
Parte del piano sarà dedicata al rafforzamento della capitalizzazione e della resilienza delle imprese “sostenendo in particolare le filiere produttive, le catene di lavoro, quelle che sono in maggiore sofferenza e favorire l’innovazione con tutti gli opportuni strumenti di incentivo fiscale”.
Per ridurre la burocrazia l’obiettivo è “realizzare una riforma che consenta alla pubblica amministrazione, ai pubblici funzionari e agli amministratori di essere celeri e spediti nella loro azione, di non avere più preoccupazioni derivanti ad esempio dall’incertezza rispetto ad alcune figure di reato che si sono sviluppate nell’applicazione giurisprudenziale”. Si pensa quindi di “circoscrivere meglio la responsabilità erariale” aumentare i controlli non solo “per scongiurare le infiltrazioni mafiose”, ma anche affinché la Corte dei Conti intervenga “sui ritardi, sull’inerzia, del pubblico funzionario e sul fatto che vengano spese delle somme maggiori rispetto a quelle preventivate”.
Un ulteriore punto è la “riconversione ecologica della nostra economia, legata al Green Deal europeo” oltre alla promozione della “tutela del territorio e del patrimonio paesaggistico con investimenti significativi”. C’è poi il tema del “diritto allo studio e per l’innovazione dell’offerta formativa”, per far rientrare i giovani dall’estero. “L’Italia deve essere tra i primi posti in Europa per giovani laureati, e dobbiamo avviare un piano di ricerca pubblico e privato che ci consenta di affrontare con fiducia e con forza le grandi sfide del futuro, che valga anche a rafforzare la competitività del Paese”, ha aggiunto Conte.
Si pensa infine ad una riforma organica del sistema fiscale, “riordinando il sistema delle deduzioni e delle detrazioni per assicurare che il nostro fisco sia equo ed efficiente”. Un processo che dovrà avvenire “con un progetto condiviso, un progetto che renda tutto questo sistema fiscale molto più efficiente”: per questo motivo nei prossimi giorni verrà completato il documento realizzato dalla task force guidata da Vittorio Colao in cui sono state raccolte le proposte per il rilancio del Paese.