L’obiettivo – da realizzare quanto prima – deve essere un mondo digitale ‘democratico‘. Le nuove tecnologie devono essere alla portata di tutti, per dare il massimo delle loro potenzialità. Non deve essere necessario indossare i panni dell’esperto informatico o del programmatore, ma gli strumenti digitali vanno resi ampiamente utilizzabili dallo scienziato come dal professionista del marketing, dall’ingegnere e dal manager. Tutto ciò porterà a più produttività, più efficienza, più velocità nelle varie operazioni, meno errori, meno sprechi di risorse. Più sostenibilità e resilienza.
È la visione illustrata da Guido Porro, amministratore delegato di Dassault Systèmes, nel corso di un incontro online – all’interno degli appuntamenti di Milano Digital Week –, un ‘Tram dell’Innovazione di Dassault Systèmes’ non a caso intitolato Sostenibilità e resilienza: la buona tecnologia deve essere per tutti, o non è buona.
In pratica, secondo questa visione dell’innovazione, si tratta di fare un salto notevole per passare dalle competenze tecnologiche specifiche a piattaforme alla portata anche di non specialisti, facendo ‘parlare la stessa lingua’ all’esperto di software come a quello di strategia aziendale, processi industriali, sviluppo tecnico, processi creativi.
“Si tratta di ‘democratizzare’ la tecnologia”, sottolinea Porro, in questa fase storica che definisce di possibile “Rinascimento industriale”. Ecco perché: “nel prossimo futuro l’esplosione delle tecnologie digitali porterà a una forte accelerazione della produttività”, rimarca Porro, “con trasformazioni in qualche modo paragonabili a quelle portate dalla prima rivoluzione industriale alla fine del Settecento e inizi Ottocento, anche se alcuni pensano ancora che tutto ciò rimarrà una delle tante promesse incompiute nella storia del progresso economico e produttivo”.
E in molti, tra analisti e osservatori specializzati – tra cui quelli della banca d’affari americana Morgan Stanley – prevedono che la crescita esponenziale del business digitale avverrà non solo e non tanto nel mondo consumer della clientela al dettaglio ma in quello B2B, degli affari tra aziende, produttori e filiera. E la piattaforma tecnologica – più evoluta e ‘democratica’ – diventa l’elemento distintivo di queste attività.
In questo scenario, e in prospettiva, “il tema vero non sono le singole tecnologie, impiegate per fare questo e quello, ma come riusciamo a farle ‘parlare’ e funzionare tra di loro”, rileva l’amministratore delegato di Dassault Systèmes. E per fare questo servono competenze adeguate, intelligenza artificiale, sistemi integrabili, e facili da usare per l’utente finale.
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Connettere i puntini del disegno tecnologico
Si tratta di connettere tra loro i vari puntini del grande disegno tecnologico, e farli funzionare insieme. Non basta. Farli funzionare insieme in modo semplice e accessibile per tutti, senza essere degli esperti informatici o sistemisti programmatori. E Porro fa due esempi pratici: “una Start-up israeliana sta lavorando a un progetto innovativo di aereo elettrico, e utilizzando una piattaforma di lavoro e intelligenza artificiale ‘accessibile’ a tutti, i tempi di realizzazione del programma vengono fortemente ridotti, è più semplice condividere i vari passaggi, e seguire in tempo reale tutta l’evoluzione in corso”. Mentre un’altra Start-up sta lavorando allo sviluppo di un’auto a energia solare, e la piattaforma Hi-tech condivisa da tutti gli addetti al progetto permette, ad esempio, di passare dal prototipo virtuale al progetto pronto per la produzione snellendo e velocizzando tutti i processi intermedi.
“In questo modo, si crea un sentiero e processo creativo molto più dinamico e molto più efficace, rispetto ai metodi di lavoro tradizionali e non evoluti”, spiega il manager: “la virtualizzazione del prodotto significa anche poter provare come funziona, significa intervenire in ogni passaggio in modo innovativo e funzionale, significa velocizzare enormemente i processi, significa anche realizzare prodotti più sostenibili e affidabili”.
Piattaforme tecnologiche facilmente condivisibili
Attraverso piattaforme tecnologiche condivise – e facilmente condivisibili –, in formato virtuale e digitale si progetta, si indaga cosa fare, si analizza ogni passaggio che riguarda poi la produzione concreta e reale. In formato digitale si possono verificare e migliorare anche i singoli movimenti necessari a ogni tecnico e operaio, per ottimizzare le attività, una funzione ad esempio oggi molto utile e utilizzata per studiare e consentire il distanziamento tra lavoratori come precauzione sanitaria all’emergenza Covid 19. Con la giusta piattaforma, sostenibilità e resilienza si possono fare. E anche molto di più.
Una visione suggestiva e potente, che però d’ora in poi, e sul campo delle imprese, dovrà anche confrontarsi con un mondo fatto di software tecnico polverizzato in decine e decine di soluzioni e standard diversi, diffuse nel variegato panorama delle Pmi. Non sarà facile far parlare tutti la stessa lingua, ma il Digitale ha queste potenzialità e deve avere anche questa ambizione.