Tra i settori più penalizzati dall’emergenza Covid-19 c’è sicuramente il mondo delle fiere. Con la diffusione del contagio e il conseguente lockdown, sono state rinviati (o addirittura cancellati) tutti gli eventi programmati in questo periodo.
Per fare un esempio, nel settore dell’automazione sono state rinviate sia Sps Italia (ora prevista dal 28 al 30 settembre) che MecSpe (slittata a fine ottobre), ma anche Xylexpo e, all’estero, la Hannover Messe e Automatica. Molti si sono nel frattempo organizzati spostando sul web (tramite videoconferenze, webiner, corsi e quant’altro) quelle interazioni che però, soprattutto in questo settore, hanno una componente fondamentale nei rapporti “in presenza”.
Ad oggi, inoltre, il Governo non ha fissato nessuna data per la ripresa delle fiere. Con il DPCM 17 maggio 2020, mentre si stabilisce che “gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto” potranno riprendere dal 15 giugno, si aggiunge che “restano comunque sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso, le fiere e i congressi”.
“Abbiamo più volte alzato la voce per richiamare l’attenzione sull’importanza strategica delle fiere per la nostra economia”, ha dichiarato Giovanni Laezza, presidente di AEFI (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane). “Abbiamo più volte sottolineato la necessità di sostegno per i danni subiti, le spese sostenute e i mancati ricavi per gli eventi annullati e posticipati a causa dell’emergenza da Covid-19”. L’associazione ha inoltre proposto al Governo un documento con le linee guida per l’organizzazione e la gestione delle manifestazioni fieristiche in piena sicurezza in tempo di Covid-19.
Per il momento gli interventi del Governo hanno riguardato solo in piccola parte le fiere. Vediamo nel dettaglio le misure dedicate a questo settore.
Le misure dedicate alle fiere
Partiamo dalla fine, ovvero il Decreto Rilancio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 19 maggio. È qui che è contenuta la misura forse più importante per gli organizzatori di fiere. All’articolo 183, infatti, si istituisce (presso il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo) il “Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali”, con una dotazione di 210 milioni di euro. Le risorse, oltre a sostenere librerie, editoria, musei e luoghi della cultura, saranno dedicate anche al “ristoro delle perdite derivanti dall’annullamento, in seguito all’emergenza epidemiologica da Covid-19, di spettacoli, fiere, congressi e mostre”. Saranno uno o più decreti del Mibact (da adottare entro il 18 giugno) a stabilire l’assegnazione delle risorse e le modalità con cui saranno distribuite.
Sempre nel Decreto Rilancio, si prevede innanzitutto “per i soggetti che organizzano corsi, fiere ed eventi” la sospensione fino al 16 settembre 2020 dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria.
Vi è poi nel decreto una specifica deroga dedicata ai datori di lavoro del settore fiere e congressi, nell’ambito delle misure sulla Cassa Integrazione. Per la Cig ordinaria e in deroga, infatti, il Decreto Rilancio ha dato la possibilità alle aziende di beneficiarne per 5 settimane aggiuntive (rispetto alle 9 già concesse dal Cura Italia) nel periodo tra il 23 febbraio e il 31 agosto 2020. A chi avesse esaurito tutte le ore di Cassa Integrazione a disposizione, potranno poi essere concesse ulteriori 4 settimane nel periodo dall’1 settembre al 31 ottobre 2020. Qui interviene la deroga per il mondo delle fiere: di queste ultime 4 settimane si potrà infatti usufruire anche per periodi precedenti all’1 settembre (una volta esaurite le 14 settimane concesse).
Un’ultima novità (ma in questo caso dedicata ai partecipanti delle fiere) potrebbe arrivare con la conversione in legge del Decreto Liquidità. Le Commissioni Finanze e Attività Produttive della Camera, infatti, hanno approvato un emendamento che inserirebbe nel decreto l’articolo 12-bis. La norma garantirebbe un credito d’imposta del 30% delle “spese sostenute dalle imprese per la partecipazione a fiere e manifestazioni commerciali all’estero che siano state disdette, in ragione dell’emergenza legata alla situazione epidemiologica in atto”. Si tratterebbe quindi delle spese per l’affitto e l’allestimento degli spazi espositivi, per le attività pubblicitarie, di promozione e di comunicazione connesse alla partecipazione.