La maggior parte dei dispositivi IoT non parla la stessa lingua, anche se usa la stessa tecnologia wireless. Il risultato è una Internet delle cose che spesso è un crogiolo di traduzioni: una situazione che complica la vita sia degli sviluppatori sia degli utenti che sono spesso costretti ad adottare soluzioni di un unico vendor.
La risposta a questo problema si chiama interoperabilità. Ed è in questa direzione che la ZigBee Alliance presenta in questi giorni alla fiera CES di Las Vegas un nuovo linguaggio chiamato dotdot che si propone come standard unificato per l’IoT .
“Dotdot è il nuovo capitolo del continuo impegno che la ZigBee Alliance profonde nella creazione ed evoluzione di standard aperti per le reti intelligenti nelle nostre case, aziende e quartieri”, ha detto Tobin Richardson, Presidente e CEO della ZigBee Alliance. “Il layer applicativo che è il linguaggio di base dei dispositivi ZigBee ha consentito una crescita significativa nell’IoT. Riconoscendo l’opportunità di moltiplicare quella crescita per i membri dell’Alliance e per tutto il settore, i principali leader di mercato che partecipano ai lavori dell’Alliance hanno deciso di trasformarlo in un linguaggio universale per l’IoT, rendendolo disponibile a tutti, in tutto il mondo, attraverso la rete che preferiscono”.
Un linguaggio comune tra tutti i dispositivi IoT offre agli sviluppatori una piattaforma comune per l’innovazione e agli utenti la libertà di scegliere i prodotti migliori per loro. I dispositivi ZigBee parlano oggi un linguaggio comune. Con dotdot, quel linguaggio – il layer applicativo al cuore della tecnologia ZigBee – può essere utilizzato anche in altre reti IoT che non sono ZigBee.
Il linguaggio dotdot si propone come una tecnologia già matura (essendo basato su quello utilizzato per ZigBee) e aperta, supportata da subito dagli oltre 400 membri della ZigBee Alliance.
Ulteriori dettagli su dotdot, comprese le specifiche, saranno resi disponibili nel corso del 2017 sul sito www.speakdotdot.com.