Patuanelli dice di sì: “Stabilizzazione per 3 anni di Industria 4.0 e fruizione immediata dei crediti di imposta”

Stabilizzazione per tre anni del piano Transizione 4.0, anticipo al 2020 delle quote dei crediti d’imposta che spetterebbero dal 2021 e un rafforzamento delle aliquote del credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo. Ne ha parlato il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli in occasione dell’audizione davanti alle Commissioni Finanze e Attività produttive della Camera

Pubblicato il 04 Mag 2020

patuanelli


La proposta shock di Carlo Bonomi, presidente designato di Confindustria, che aveva chiesto dalle colonne del Corriere di anticipare al 2020 la fruizione dei crediti d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, non è caduta nel vuoto.

Nel pomeriggio del 4 maggio, nel corso dell’audizione in videoconferenza davanti alle Commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera dei deputati (l’occasione era l’esame del decreto liquidità), il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli ha detto che il Governo è al lavoro proprio sul piano Transizione 4.0, in particolare su due fronti.

Il primo è la “stabilizzazione per 3 anni di Industria 4.0 per dare certezze alle imprese”. Un tema su cui si era lungamente discusso in occasione della scorsa legge di bilancio, quando il passaggio dal sistema di super e iperammortamento al quello basato sui crediti di imposta non è stato accompagnato dalla tanto richiesta stabilizzazione pluriennale degli incentivi. Le ragioni erano di carattere economico, perché a stento si erano recuperati i 7 miliardi – questo il valore complessivo del piano Transizione 4.0 – per il 2020. Ma ora le cose sono diverse: in questa prima parte del 2020, anche in assenza di dati ufficiali, è facile immaginare che siano state pochissime le aziende ad aver fatto investimenti. E gli investimenti, soprattutto quelli in tecnologie per la fabbrica intelligente, sono fondamentali in chiave competitività e ripresa.

E poi c’è un altro piano, quello finanziario. “Ragioniamo su un anticipo al 2020 dei crediti maturandi nel 2021”. Qui il tema è semplice: l’attuale sistema prevede che gli investimenti in beni strumentali effettuati nel 2020 diano diritto a un credito d’imposta fruibile in 5 anni a partire dal 2021. Anticipare la fruizione del credito al 2020 – al di là di alcuni aspetti tutti da chiarire, soprattutto per i beni 4.0 che devono essere interconnessi e, se superiori a 300.000 euro, periziati – sarebbe un bel vantaggio, traducendosi di fatto quasi in uno sconto sull’acquisto. Il metodo dovrebbe essere quello della cessione del credito alle banche.

L’ultimo annuncio di Patuanelli è che “è in valutazione un aumento delle aliquote per le varie tipologie di credito d’imposta”. Sul punto ci aveva dato anticipazioni esclusive Andrea Bianchi, direttore dell’area Politiche Industriali di Confindustria. In un’intervista al nostro giornale, Bianchi ci aveva spiegato che il Governo era al lavoro per alzare le aliquote più basse, a partire proprio da quel 12% per le spese in ricerca e sviluppo che, a suo avviso, poteva anche raddoppiare.

Non sappiamo se e quando tutte queste idee diventeranno realtà. Molto probabilmente non sarà nell’ex decreto aprile (ormai diventato decreto maggio), ma in un nuovo decreto, previsto sempre per maggio, che dovrebbe chiamarsi “decreto rinascita”. Le cui risorse dovrebbero però, come anticipato dal ministro la scorsa settimana al Sole 24 Ore, arrivare dai fondi europei.

Sgravi sugli affitti e le ultime novità sul Decreto Maggio

Nel corso dell’audizione il ministro Patuanelli ha anche anticipato alcune delle misure per il sostegno economico di imprese e professionisti che saranno contenute nell’ormai rinominato “decreto maggio”, su cui già si era espresso il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell’informativa alle camere.

Il ministro ha confermato che verranno potenziati Ecobonus e Sismabonus. “Penso che la detrazione fiscale possa arrivare a un valore superiore al 100% – ha detto, indicando come valore il 110% – con la possibilità di scaricare in fattura e la cedibilità del credito al sistema bancario che prima non era possibile e su cui abbiamo finalmente ottenuto il via libera di Bankitalia”. Su questo punto, in un’intervista al Sole 24 Ore, Patuanelli aveva parlato di un beneficio fiscale che può arrivare fino al 120%, ma sulla cessione del credito aveva detto che sarebbe potuta avvenire “da chi ordina i lavori all’impresa che li esegue”. L’ordinante dovrebbe quindi ricevere lo sconto in fattura, mentre l’impresa che esegue i lavori cederebbe il credito al 110% alla banca.

Sgravi fiscali anche per quanto riguarda gli affitti commerciali (che il decreto Cura Italia aveva introdotto con un credito d’imposta al 60% per gli immobili di categoria catastale C/1): durante l’audizione Patuanelli ha confermato che il beneficio sarà allargato a “tutti gli affitti commerciali” e che il credito d’imposta sarà al 100%, con uno stanziamento di risorse per 1,7 miliardi di euro.

Sarà invece di 600 milioni per tre mesi la copertura della misura che prevede lo sconto sugli oneri di sistema delle bollette. Le utenze sopra i 3 kW avranno gli stessi costi di quelle di 3 kw: “abbattiamo mediamente di oltre il 70% gli oneri”, ha detto Patuanelli.

Da ultimo, nel corso dell’informativa il Ministro ha anticipato una misura dedicata alle startup, in particolare a quelle innovative, con un “pacchetto intorno al mezzo miliardo”.

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Francesco Bruno

Giornalista professionista, laureato in Lettere all'Università Cattolica di Milano, dove ha completato gli studi con un master in giornalismo. Appassionato di sport e tecnologia, compie i primi passi presso AdnKronos e Mediaset. Oggi collabora con Dazn e Innovation Post.

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