Per Siemens Italia niente “fase 2”: ecco come tornano in azienda i dipendenti

Riparte all’insegna della sicurezza il lavoro di alcuni contingenti di dipendenti nelle sedi aziendali italiane di Siemens. Dalla misurazione della temperatura all’ingresso all’istituzione di vere e proprie aree “Droplet-free”, ecco come da oggi saranno protetti i lavoratori dell’azienda di tecnologia.

Pubblicato il 04 Mag 2020

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Riparte all’insegna della sicurezza il lavoro di alcuni contingenti di dipendenti nelle sedi aziendali italiane di Siemens. La riorganizzazione degli ambienti di lavoro dà la possibilità di creare una vera e propria “armonia tra l’home working e la presenza fisica delle persone in sede, in base alle specifiche esigenze”. Per i collaboratori dell’azienda è stato infatti attivato lo smart working a tempo pieno già a partire dal 24 febbraio scorso.

“Il concetto di ‘Fase due’ non si applica a Siemens in Italia; non vogliamo vivere in fasi, ma convivere con il virus in modo ancora più dinamico”, ha dichiarato Claudio Picech, Presidente e Amministratore Delegato di Siemens SpA, nel giorno in cui molte imprese hanno riaperto i battenti. “Per noi la priorità è sempre stata la sicurezza delle nostre persone, anche prima dell’insorgere dell’emergenza sanitaria. Piuttosto, il nostro impegno attuale deve essere canalizzato a imparare a coabitare con il Coronavirus, mettendo sempre la salute dei colleghi davanti a tutto”.

Le nuove regole per la sicurezza nelle sedi Siemens

Gli ambienti di lavoro delle sedi di Siemens sono stati completamente rivisitati, a partire da quella di Milano, nel rispetto di normative e protocolli vigenti (in Italia infatti le aziende devono attenersi alle regole fissate dal DPCM 26 aprile).

A partire dall’ingresso in azienda, per cui è prevista la misurazione della temperatura corporea con i termometri laser a cui successivamente, se sotto i 37,5°, segue la consegna al dipendente di mascherine e guanti. Ai lavoratori viene distribuito un opuscolo informativo con le regole e i comportamenti da tenere, illustrate anche attraverso video animazioni sui megaschermi della lobby.

L’ufficio viene sanificato quotidianamente e con diverse integrazioni ad hoc al giorno, mentre già dallo scorso 10 marzo erano accessibili in tutte le sedi alcune aree “Droplet-free”, che hanno consentito di far accedere un numero ristretto di dipendenti negli uffici, i quali hanno continuato ad operare in totale sicurezza per fornire assistenza e service per i clienti secondo le norme vigenti. Queste zone, ora molto ampliate, accolgono un numero maggiore di persone e sono contrassegnate da apposite segnaletiche che indicano, per esempio, dove occorre camminare e dove sedersi per mantenere le distanze di sicurezza.

“Le aziende devono guidare una metamorfosi che da qualche tempo ha fatto il suo esordio nel mondo del business e che ruota attorno al concetto di VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity)”, spiega Picech. “Anche la crisi attuale ci sta mettendo di fronte alla necessità di accelerare quanto più possibile la nostra capacità di adattamento al nuovo mondo dinamico, nel quale è indispensabile realizzare una rinnovata cultura aziendale basata su modelli di management e di leadership diversi. Un paradigma in grado di supportare il modo in cui si prendono le decisioni, si definiscono gli obiettivi, si aiutano le nostre persone a crescere, insomma si crea il futuro dell’azienda, probabilmente più virtuale di quello cui oggi siamo abituati, ma con la capacità di sapere quando il face-to-face è inevitabile”.

Su ogni postazione il dipendente di Siemens trova un kit che comprende guanti, gel igienizzanti in confezione spray e panni, per effettuare una propria ulteriore sanificazione personale su tavolo, tastiera e mouse, se desiderato. Presenti in numerosi punti i dispenser con il liquido lavamani disinfettante: dall’ingresso alle zone in prossimità dei locali mensa, fino alle caffetterie. L’accesso alla mensa è organizzato su due turni. Il cibo viene posizionato sui tavoli distanziati, sotto forma di lunchbox confezionati singolarmente.

“Disporre di una sede sicura nella quale portare avanti le proprie attività è giusto”, conclude Picech. “Oggi dobbiamo però essere consapevoli che sarà necessario passare dall’ormai consolidato smart working a un concetto più ampio di Smart Life, nel quale armonizzare la vita lavorativa e professionale con quella privata e familiare, consapevoli che sarà necessario apprendere nuove pratiche di lavoro così come di vita quotidiana. Per adesso in convivenza forzata con il Covid-19, ma sperando che presto venga trovato un vaccino”.

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Francesco Bruno

Giornalista professionista, laureato in Lettere all'Università Cattolica di Milano, dove ha completato gli studi con un master in giornalismo. Appassionato di sport e tecnologia, compie i primi passi presso AdnKronos e Mediaset. Oggi collabora con Dazn e Innovation Post.

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