La stampa 3D può essere un valido alleato nella lotta al coronavirus. Un esempio concreto è di pochi giorni fa, quando all’ospedale di Chiari nel bresciano stavano finendo le valvole di ricambio per i respiratori: all’allarme diffuso alla rete dei fablab da Massimo Temporelli ha risposto Cristian Fracassi, fondatore della startup Isinnova, che in breve tempo ha prodotto con l’additive manufacturing le valvole salvando la vita a decine di pazienti.
Ora la Commissione Europea ha coinvolto ufficialmente Cecimo, l’associazione europea di costruttori di macchine utensili, che ha al suo interno un gruppo di lavoro dedicato proprio all’additive manufacturing, per raccogliere la disponibilità delle aziende che hanno a disposizione macchine per l’additive manufacturing a creare componenti da usare nell’emergenza.
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La call della Commissione Europea
La Commissione europea quindi sta raccogliendo attraverso Cecimo le manifestazioni di interesse delle aziende che hanno macchine per la stampa 3D per dare un aiuto concreto nel creare componenti da usare in ambito ospedaliero nell’emergenza causata dal Covid-19.
Cecimo si attiverà presso la Commissione Europea per la definizione delle modalità di gestione della sicurezza e della proprietà intellettuale dei prodotti, che sono sottostanti alla realizzazione di tali prodotti impiegati in ambito biomedicale. Questo “per evitare ripercussioni di natura legale che potrebbero emergere una volta superata l’emergenza”, ha precisato l’associazione.
Belletti: “Diamo risposta a una richiesta di aiuto”
Com’è nata l’iniziativa di Cecimo? Ce lo ha raccontato Vincenzo Belletti, referente italiano di Cecimo e Innovation Policy Manager dell’associazione: “Siamo stati contattati a inizio settimana dalla Commissione europea, preoccupata dai problemi che stanno avendo molti ospedali, come successo già a Brescia: la mancanza di valvole, mascherine e altri beni fondamentali in questo momento. Ci è stato quindi chiesto di lanciare una call for action e subito ci siamo attivati. Ora stiamo iniziando a raccogliere le adesioni che saranno poi girate alla Commissione europea”.
Stampare spare parts per il settore biomedicale non è però così semplice: ci sono innanzitutto problemi di copyright laddove le parti necessarie siano coperte da brevetto; e poi c’è il problema della marcatura CE e delle altre certificazioni che non c’è tempo di ottenere. “Noi abbiamo immediatamente sottoposto alla Commissione le questioni legali che potevano bloccare l’iniziativa”, ha sottolineato Belletti. “Con una comunicazione di venerdì scorso, la Commissione spiega che le deroghe devono essere prese a livello nazionale. Il Governo dovrebbe quindi fare in modo che vengano sospese le regolamentazioni vigenti in materia, dato lo stato di emergenza, per dare così la possibilità alle aziende che possono farlo di stampare immediatamente i prodotti senza aspettare la burocrazia”.
Inquadrando la situazione da un punto di vista più ampio, questo momento “ci insegna che il settore additive deve essere considerato con più importanza in ambiti come quello medico. Per esempio potrà diventare prassi avere a disposizione macchinari per produrre questi componenti direttamente negli ospedali”, commenta Belletti.
Il direttore Filip Geerts: “È un momento di necessità”
Filip Geerts, direttore di Cecimo, ha dichiarato nell’ambito di un’intervista a Euractiv: “In questo momento di necessità, il settore dell’additive manufacturing può essere una soluzione immediata per gli ospedali che attualmente soffrono di carenze di attrezzature o di un accesso limitato ai pezzi essenziali per tali attrezzature”.
Anche Geerts ha sottolineato la presenza dei vincoli legali che possono limitare il nascere di queste iniziative, per cui bisognerebbe considerare “la possibilità di rinunciare temporaneamente ad alcuni dei requisiti della Direttiva sui dispositivi medici per i beni strategici durante questo periodo di crisi”.
Come partecipare
Cecimo raccomanda, in caso si fosse interessati, di inviare una mail a vincenzo.belletti@cecimo.eu con in copia l’indirizzo segreteria@aita3d.it con allegato questo modulo. Il template è disponibile anche sul sito di Aita, l’Associazione Italiana per le Tecnologie Additive.