La logistica si digitalizza è punta sulle nuove tecnologie. Dell’argomento si è parlato ad A&T, la fiera dedicata a innovazione, nuove tecnologie e competenze in corso al Lingotto di Torino, in una un convegno dedicato a Logistica 4.0 e automazione. Un momento di confronto sulle nuove richieste del mercato e le tecnologie emergenti, come la “logistica preventiva”, che consente di prevedere e preparare le spedizioni, attraverso un’analisi dei consumi, prima del ricevimento degli ordini.
“Il mondo delle tecnologie 4.0 guarda con attenzione anche alla logistica – spiega Marco Busi, responsabile della business line, product solution, di Comau – perché questo comparto, oggi , sta vivendo un avvicinamento verso il nucleo di quasi tutte le filiere produttive. Per questo l’applicazione di nuove tecnologie che abilitino performance di livello superiore sono necessarie anche nell’ambito della logistica. Oggi i sistemi di automazione, di raccolta e gestione dati, e quindi anche la digitalizzazione , sono di fatto alla base delle tecnologie abilitanti per quel salto di qualità che anche la logistica sta vivendo”.
Indice degli argomenti
Le soluzioni Comau per la logistica 4.0
Un percorso nel quale le aziende puntano con attenzione mettendo a sistema progetti innovativi che possano dare risposte digitali a problemi c fino a poco tempo fa erano vissuti con un approccio differente. “Noi abbiamo fornito diverse soluzioni ai nostri clienti – prosegue Busi -: tecnologie che possiamo mettere a disposizione per abilitare questo salto generazionale e tecnologico. Parliamo di automazione del fine linea, dell’handling, del packaging, ma stiamo parlando anche di applicazioni di robotica collaborativa, di AGV. Tutte tecnologie per rendere una risposta flessibile alle esigenze di performance che la logistica richiede oggi”.
Puntare sul fattore umano per abbattere le ultime barriere
Per un’azienda come Comau, quindi, serve grande attenzione anche al fattore umano e all’integrazione con la macchina. “Ci sono alcune barriere che ancora vanno abbattute – prosegue Busi – secondo me però più che del lato tecnologico le barriere che devono essere oggi in qualche modo prese in considerazione sono quelle che riguardano il fattore umano. Da un lato bisogna mantenere attenzione sul corretto bilanciamento tra uomo e macchina, per l’ottimale risultato di quello che si vuole ottenere, ma il fattore umano deve essere tenuto in seria considerazione anche per quanto riguarda il grado di consapevolezza che i player coinvolti devono avere per quanto riguarda le tecnologie disponibili. Si tratta, in ultima analisi, del tema del reskilling che questo fenomeno richiederà nel più breve tempo possibile”.