Le competenze, la consapevolezza, la collaborazione, oltre ovviamente alla tecnologia: sono gli elementi su cui si fonda il nuovo Cyber Security Co-innovation Center che Cisco ha inaugurato stamattina al Museo della scienza e della tecnologia di Milano. Una struttura aperta alle istituzioni, ai privati, alle realtà accademiche e della ricerca, per far fronte comune contro le minacce alla sicurezza informatica. Una priorità, considerando che il threat intelligence team Talos di Cisco rileva ogni giorno circa 20 miliardi di attacchi al mondo.
Il nuovo centro fa parte di una rete mondiale di centri di co-innovazione Cisco ed è il primo in Europa a essere dedicato principalmente alla sicurezza IT e alla privacy.
Per l’occasione, direttamente dal World Economic Forum di Davos è arrivato il presidente e Ceo di Cisco, Chuck Robbins, che ha sottolineato come la missione del centro si basi su tre principi: “Sicurezza, competenze e impatto sociale. Un punto di riferimento per ricerca e innovazione, nonché per l’educazione”.
Il Co-innovation Center è stato creato nell’ambito del progetto Digitaliani, avviato nel 2016 tra Cisco e il Governo italiano. Il centro, dicevamo, è ospitato presso il Museo della scienza e della tecnologia di Milano e vi resterà almeno per tre anni.
Il Museo diventerà una delle Cisco Networking Academy, dove saranno offerti corsi dedicati sia ai giovani che a coloro che già lavorano e desiderano riqualificarsi con le competenze del futuro. Cisco donerà attrezzature tecnologiche e, inoltre, inserirà il Museo nel suo progetto di responsabilità sociale “A Scuola di Internet” – in cui i dipendenti Cisco organizzano su base volontaria incontri rivolti a bambini e ragazzi dedicati all’uso sicuro e consapevole del web.
All’inaugurazione era presente anche la ministra per l’innovazione Paola Pisano, che ha ricordato: “Il problema non è la tecnologia, ma l’uso negativo che se ne fa. Un Paese che vuole essere digitalizzato e non pensa alla sicurezza mette a repentaglio la sua libertà”, aggiungendo che “il progetto di Cisco è da estendere come best practice a livello nazionale“.
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I servizi offerti dal Co-innovation Center
Enrico Mercadante, south specialist and innovation leader di Cisco Italia, ha ricordato che l’azienda fa innovazione in Italia da vent’anni. Il Co-innovation Center punta a valorizzare il tema delle competenze, del “creare una cultura digitale per il Paese, lavorando con le imprese e creando un ecosistema di innovazione. La cyber security è un tema centrale per lo sviluppo del Paese”. In pratica, il centro collaborerà con realtà di diversi settori, dell’industria, dell’ambito pubblico e del mondo della ricerca e dell’università, per implementare progetti innovativi sulla sicurezza informatica. Mercadante ha precisato che ci si occuperà anche delle PMI, non solo della grandi realtà: “Vogliamo alzare il profilo di conoscenza di tutti noi sul tema, perché bisogna aumentare la consapevolezza verso gli attacchi ed è necessario capire a quali rischi siamo esposti e come proteggerci”.
Agostino Santoni AD Cisco Italia, ha precisato che il Co-innovation Center è “il risultato di un percorso fatto in Italia negli ultimi anni. Durante l’esperienza di Expo 2015 abbiamo gestito 500.000 attacchi in sei mesi con successo. In questi anni abbiamo formato molti ragazzi, poi abbiamo collaborato con il Comune di Milano, al progetto Safer Milan. Un percorso che ci ha portati a questa realtà”. Nel sottolineare l’importanza che questo centro avrà, ha evidenziato che “un Paese più sicuro è anche più competitivo”.
Fiorenzo Galli, direttore generale del Museo della scienza e della tecnologia, ha invece affermato che “una realtà così porterà le occasioni per interagire maggiormente sui temi della cyber security anche con i cittadini, organizzando con Cisco progetti formativi ed educativi. Un punto di partenza verso un percorso di qualità”.
Il centro di Cisco avrà anche un’area di ricerca dedicata alle infrastrutture critiche del Paese, nonché sulla privacy e la data protection: “I problemi del futuro sono molto complessi – ha concluso Mercadante -, il senso di questo centro è trovare le soluzioni”.
Il progetto Safer Milan
Al Co-innovation center di Cisco si lavorerà anche al progetto di collaborazione con il Comune di Milano Safer Milan, che unisce la sicurezza Cyber e quella fisica. Il sistema di Cisco monitora il livello dei fiumi che rappresentano un potenziale rischio di alluvione per la città e, in futuro, sarà implementato per monitorare anche altri potenziali pericoli, segnalandoli in tempo reale.
Roberta Cocco, assessora alla trasformazione digitale e servizi civici del Comune di Milano, ha spiegato: “Cisco ci affianca da anni sulla sicurezza. Safer Milan è un progetto in cui faremo convergere alcune nostre tecnologie per capire come offrire una piattaforma di sicurezza condivisibile. Tutto ciò che Milano fa a livello di tecnologia e innovazione è a disposizione delle altre città. Da una parte c’è lo sforzo tecnologico, che deve offrire servizi semplici, ma stiamo facendo uno sforzo di educazione digitale, per condividere con la città l’importanza delle competenze digitali per vivere appieno la propria vita”.
Infrastrutture critiche, Baldoni: “Nasceranno nuove esigenze di sicurezza”
Roberto Baldoni, vicedirettore generale del DIS – Dipartimento delle informazioni per la sicurezza della Presidenza del Consiglio con delega alla cyber security, ha commentato: “Dietro una tecnologia ci possono essere problematiche che si possono trasformare in vulnerabilità per creare disagi anche rispetto alla sicurezza nazionale. Il DIS e il Nucleo per la sicurezza cibernetica entrano qui in gioco per fronteggiare queste problematiche. Coordiniamo vari elementi come la Polizia postale e l’intelligence per prevenire e rispondere. Dobbiamo assicurare per la nostra nazione la migliore tecnologia possibile minimizzando il fattore di rischio”.
Baldoni ha poi fatto riferimento al Perimetro nazionale di cyber security, normativa creata con l’obiettivo “di alzare la sicurezza per le realtà strategiche del Paese. Dal nostro punto di vista, stiamo portando avanti la creazione di un ecosistema nazionale che includa parte governativa, azienda e centri di ricerca. Così come altri progetti come Industria 4.0 o il Cyber challenge, cerchiamo di far diventare questa iniziativa dirompente a livelli nazionale”. Il perimetro, una volta sviluppato e messo in funzionamento sarà “un elemento di innovazione. Nasceranno esigenze di sicurezza cui dovremo dare una risposta interrogandoci su quale autonomia strategica nazionale vogliamo avere. Penso che a quel punto avremo un programma di innovazione per il Paese”.
La ministra Pisano: “Importante collaborare”
All’inaugurazione è intervenuta la ministra Paola Pisano: “Più tecnologie inglobiamo nei processi, più le linee di codice aumentano e se non abbiamo una strategia basata sulla cyber security diamo la possibilità di attaccarci. Essere colpiti provoca vergogna e noi non lo raccontiamo, ma se non lo facciamo e non iniziamo a collaborare con altri soggetti è difficile trovare soluzioni, perché saremmo sempre più esposti”.
La ministra ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra stakeholder e a livello internazionale, oltre a ribadire che spesso non c’è cultura sul tema della cyber security ed è necessario sviluppare competenze adeguate. Riguardo alle attività del Ministero per la cyber security, la ministra Pisano ha raccontato che “collaboriamo con il professor Baldoni ai progetti del Dis; inoltre con la Legge di bilancio abbiamo fatto passare la legge sulla gestione dei data center pubblici”.