A gennaio cresceranno le assunzioni: i più richiesti sono i laureati

Dal report mensile di Unioncamere e Anpal risulta che a gennaio sono previste 20.000 assunzioni in più rispetto a un anno fa, trainate dalla domanda di laureati. Crescono le assunzioni nel campo dei servizi e delle costruzioni, mentre ci sono difficoltà nel manifatturiero. Aumenta rispetto allo scorso anno il mismatch domanda-offerta.

Pubblicato il 09 Gen 2020

donne al lavoro

Il 2020 inizia in positivo: dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior curato da  emerge che sono 461.000 le entrate programmate dalle imprese per il mese di gennaio, cioè 20.000 assunzioni in più rispetto allo scorso anno (+4,5%). La domanda di laureati in cerca di lavoro nel settore privato è il motore trainante di queste assunzioni; infatti più dell’80% delle 20.000 entrate è stato destinato a chi è in possesso di un titolo di studio universitario.

Servono laureati

La domanda di laureati da parte delle imprese arriva a costituire il 18,4% delle entrate totali previste.

Nel gennaio dello scorso anno le assunzioni programmate erano 68.000, mentre ora si parla di 84.000 assunzioni previste (+23,5%). In particolar modo la domanda è in forte crescita per i laureati negli indirizzi di architettura (+45,2% rispetto a gennaio 2019), economia (33,6%), ingegneria civile e ambientale (+29%), ingegneria elettronica e dell’informazione (+27,9%) nonché nell’indirizzo scientifico, matematico e fisico (+25,4%).

Le imprese che assumono

Sono circa 215.000 le imprese che hanno in programma assunzioni a gennaio.

L’industria manifatturiera registra ancora difficoltà diffuse soprattutto a causa del rallentamento della domanda estera. I settori che hanno maggiormente subito la flessione delle assunzioni programmate rispetto al 2019 sono la chimica, la farmaceutica, la plastica e la gomma (nel complesso -13,8%), il comparto moda (-7,5%), la metalmeccanica e la meccatronica (-4,1% le industrie metallurgiche dei prodotti in metallo; -3,1% le industrie meccaniche ed elettroniche).

Le imprese che operano nel settore dei servizi fanno registrare la crescita più consistente, con dati che si presentano positivi per il commercio (+9,2%), il turismo (+7,2%), i servizi informatici e di telecomunicazione (+16,3%) e i servizi a contenuto specialistico e consulenziale di supporto alle imprese (+19,9%).

Da segnalare c’è anche la crescita di domanda che arriva dalle costruzioni (+18% le entrate rispetto a gennaio 2019), un incremento legato probabilmente sia ad una accelerazione degli investimenti urbani e in infrastrutture, sia al mercato delle ristrutturazioni edilizie.

Il mismatch domanda-offerta

C’è tuttavia un’elevata difficoltà di reperimento del personale: l’indicatore è infatti aumentato dal 31% al 33%. Il mismatch tra domanda e offerta riguarda da una parte la difficoltà di reperire profili in possesso di un titolo universitario (39,9%), ma anche la mancanza di profili tipici della formazione professionale (35,1%), nonostante si registri, per questi ultimi, un rallentamento in valori assoluti della richiesta soprattutto da parte delle piccole imprese del manifatturiero (-6,8% le entrate previste di lavoratori con qualifiche e/o diplomi professionali).

A livello territoriale è il Nord Ovest a registrare il più elevato tasso di entrata (4,1% a fronte di un valore medio nazionale del 3,7%), grazie in particolare agli andamenti attesi in Lombardia (4,2%). Umbria (3,2%), Toscana, Marche e Puglia (3,3% ciascuna) sono invece le regioni che presentano previsioni più contenute.

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Valentina Repetto

Appassionata di tecnologia ma con un amore incondizionato verso la natura, si dedica alla fotografia e al video editing. Curiosa e esploratrice verso tutto ciò che la circonda. Laureata in Scienze e Tecnologie Multimediali, indirizzo comunicazione.

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