“La situazione del mercato, per l’industria tecnologica italiana, in questo ultimo anno è diventata grave, drammatica. Il fatturato complessivo è in frenata rispetto all’ultimo biennio, mancano gli investimenti per l’incertezza dello scenario generale, e la politica deve sostenere in modo efficace l’attività delle nostre imprese”, taglia corto Giuliano Busetto, il presidente di Federazione ANIE, l’organizzazione che rappresenta le aziende elettroniche ed elettrotecniche italiane, che fa il punto della situazione e del mercato.
La principale critica che gli imprenditori e i manager dell’hi-tech rivolgono alla politica nazionale riguarda la mancanza di progettualità, il fatto che le varie misure a sostegno delle imprese – come il Piano Industria 4.0, iperammortamento e via dicendo – abbiano sempre il fiato corto di una annualità, al massimo una e mezza. E poi chissà, si naviga sempre a vista. Del resto, un anno o poco più è anche spesso la durata di un governo, dei vari ministri in carica, e dei loro progetti.
In queste settimane di fine anno l’attenzione degli imprenditori è tutta rivolta alla prossima Legge di Bilancio 2020, la cui ultima bozza contiene delle misure a sostegno delle aziende, come quella per il nuovo credito d’imposta, che da chi guida le imprese vengono giudicate parziali e non sufficienti.
“Chiediamo che la durata dei benefici del credito d’imposta, previsti nella bozza della Manovra 2020, non solo abbiano una durata non annuale ma almeno triennale”, rimarca il presidente di Federazione ANIE, “ma che vengano mantenute le misure, comprese negli allegati A e B (hardware e software, ndr), per sostenere nuovi investimenti in tecnologie, anche svincolando le nuove spese in sistemi software da quelle per l’hardware”.
E i benefici fiscali “dovrebbero comprendere anche i servizi e le soluzioni di Cloud computing, che ormai fanno parte di un sistema tecnologico evoluto e integrato, ma che ancora molte aziende, innanzitutto piccole e medie, non hanno ancora sviluppato”.
Federazione ANIE rappresenta le aziende di 4 mercati strategici per l’Italia (industria, building, energia, infrastrutture-trasporti), con 1.400 realtà associate, per un fatturato aggregato di 80 miliardi di euro, e le sue rimostranze vengono fatte con i dati alla mano: il rallentamento del mercato registrato dai settori ANIE nella seconda metà del 2018 si conferma anche nel primo semestre del 2019, dove si registra un calo del fatturato totale pari al -0,6%. Con prospettive piuttosto cupe anche per la chiusura d’anno, per cui si stima un calo complessivo nel 2019 vicino all’1,0%.
“Una flessione dell’uno per cento può sembrare contenuta”, spiega Busetto, “ma non si riferisce a un settore di nicchia e verticale, bensì è il risultato, in frenata, dell’intera industria tecnologica italiana. In più, segue due anni molto positivi, come il 2017, quando l’aumento del nostro fatturato complessivo era stato del 3,8%, e il 2018, con una crescita del 4,7%. Per cui, l’inversione di rotta è netta e molto preoccupante. Per questo, parliamo di una situazione grave e drammatica. Per questo serve una linea chiara, precisa, e duratura, anche per quanto riguarda le misure d’intervento e sostegno della politica all’economia e alle aziende. Occorre potenziare le misure a sostegno dell’innovazione tecnologica”.
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Ordini in calo, investimenti fermi
A ottobre 2019, nel confronto con lo stesso mese del 2018, l’industria Elettrotecnica ed Elettronica italiana ha registrato un calo della produzione industriale pari allo 0,5% (-2,7% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale). Nella media del periodo gennaio-ottobre 2019, e nel confronto su base annua, l’industria Elettrotecnica ed Elettronica italiana ha segnato un calo cumulato della produzione industriale dello 0,7% (-1,6% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale).
Ecco alcuni dei principali dati emersi dall’Osservatorio ANIE 2019: il calo del portafoglio ordini delle imprese – che, dopo una fase di crescita, evidenzia una flessione (-0,9%) nella seconda metà del 2018 e conferma anche nel primo semestre del 2019 una dinamica di segno negativo (-1,9%) – lascia presagire un andamento più debole anche nel 2020.
Il rallentamento della domanda estera soffre l’incertezza sullo scenario internazionale, mentre sul fronte interno un elemento critico è rappresentato dal profilo altalenante degli investimenti, che svolgono un ruolo importante come motore della domanda per l’industria fornitrice di tecnologie.
Motore dell’industria hi-tech in frenata
E il rallentamento dell’attività evidenziato nella seconda metà del 2018 si conferma anche nel primo semestre dell’anno in corso: nel primo semestre del 2019, il 43% delle imprese segnala una crescita del fatturato totale nel confronto con il primo semestre del 2018, per il 38% delle aziende si rileva invece un calo (è la quota negativa più alta dall’inizio della rilevazione nel 2017).
“Le imprese continuano a confrontarsi con le incognite imposte da uno scenario in rallentamento”, sottolinea Busetto: “non va dimenticato che nei settori ANIE l’Italia è il secondo Hub industriale in Europa, dopo la Germania. Occorre accelerare le misure anticicliche partendo dai fattori competitivi che creano più alto valore aggiunto”.
In questo quadro, secondo i vertici di ANIE, deve anche continuare il sostegno (innanzitutto finanziario) agli 8 Competence center nazionali e ai Digital innovation hub sparsi sul territorio.
“I Competence center, secondo quanto previsto dai loro piani di sviluppo, avrebbero già dovuto essere operativi entro la fine di quest’anno”, fa notare Busetto, “invece in maniera sistematica non è ancora partito nessuno, c’è un ritardo di alcuni mesi sulla tabella di marcia iniziale. Ma ciò si spiega anche con il fatto che non è semplice creare e sviluppare da zero progetti d’innovazione rivolti alle aziende, la strada ormai è tracciata, bisogna renderla più veloce”.
“Un Piano per il Building 4.0 e la Casa 4.0”
Busetto lancia poi la proposta di “un Piano per il Building 4.0 e la Casa 4.0”, perché, fa notare il manager che guida anche la compagine di Siemens Italia dedicata alle Digital Industries, ed è vicepresidente del Made, il Competence center sviluppato con il Politecnico di Milano, “quella dell’edilizia evoluta dal punto di vista tecnologico e della domotica all’avanguardia sono tra le principali nuove frontiere dell’innovazione applicata alla vita e al lavoro di tutti i giorni”.
E, considerando la diffusa esigenza di un rinnovo e ammodernamento degli impianti elettrici degli edifici e delle case, “i benefici fiscali già applicati in caso di riqualificazione per l’efficienza energetica andrebbero estesi all’interno di un piano d’intervento più strutturato, che comprenda anche l’innovazione e la sicurezza degli impianti, degli elettrodomestici e dei sistemi di illuminazione. Insomma, da un lato, tutto il comparto offre nuove tecnologie ancora tutte da valorizzare e, dall’altro, moltissimi impianti negli edifici e nelle case meno recenti sono ormai obsoleti e poco efficienti”.