Diventare 4.0: i consigli e le sfide per le aziende secondo Cefriel

All’Arena Competence Academy di SPS Italia 2019 hanno parlato gli esperti Nadia Scandelli, Massimiliano Colombo e Roberta Morici di Cefriel

Pubblicato il 29 Mag 2019

cefirle


La catena del valore dei dati, lo sviluppo della cultura digitale e l’abilitazione di ecosistemi digitali: tre macro sfide, correlate tra di loro, che le aziende devono affrontare per intraprendere il processo di trasformazione industriale.

Di questo hanno parlato gli esperti Nadia Scandelli, Massimiliano Colombo e Roberta Morici di Cefriel, società consortile che si occupa di supportare le imprese sulle tematiche 4.0, nell’ambito della fiera SPS Italia 2019 di Parma, sul palco dell’Arena Competence Academy.

Gli esperti hanno presentato i fattori chiave per una trasformazione digitale concreta dell’industria, proponendo il loro approccio: “Ci stiamo specializzando per introdurre percorsi sostenibili all’interno di realtà aziendali, un modo concreto di governare un processo di innovazione”, ha spiegato Colombo.

La catena di valore dei dati

Nadia Scandelli ha sottolineato l’importanza della connessione dei sistemi interni a un’industria, portando l’esempio di un trattore che da semplice macchinario meccanico produce dati grazie a dei sensori e, come ulteriore step, si connette con gli altri sistemi dell’azienda agricola. Questo per evidenziare che “è importante che tutta l’azienda diventi digitale, tutti i settori dell’azienda devono contribuire a creare un ecosistema”, ha precisato l’esperta.

La soluzione data driven ha ripercussioni sulle relazioni tra fornitori e clienti. Infatti, affrontando la digitalizzazione “si deve passare da un modello di business tradizionale, a un modello in cui instauro una relazione col mio cliente”, ha evidenziato Scandelli.

Abilitare ecosistemi digitali

Per Massimiliano Colombo, anche “gli ecosistemi digitali abilitano nuovi sistemi di business”, intendendo con ecosistema “non un insieme di tecniche, ma di attori che collaborano sul principio della coopetition. Una volta creato il terreno, le aziende collaborano tra loro, instaurando relazioni data driven”. E’ dunque “necessario instaurare relazioni digitali”.

Colombo ha poi presentato due progetti cui Cefriel ha partecipato come coordinatore scientifico:

  • E015: ecosistema creato per favorire le relazioni digitali tra enti pubblici e privati, definendo un insieme di regole tecniche e di processo;
  • Malpensa Smart City delle merci: servizi digitali relativi al cargo dell’aeroporto di Malpensa, per facilitare lo scambio di dati tra i diversi attori interessati dalla gestione delle merci.

Cefriel: come sviluppare una cultura digitale

Roberta Morici ha evidenziato come la trasformazione digitale richieda di coinvolgere tutte le persone, tuttavia questo processo non è esente da problemi, come per esempio la resistenza all’innovazione: “Stiamo provando ad aiutare le imprese in questo senso”, ha sottolineato.

Morici ha presentato una serie di comportamenti, attitudini e situazioni che compongono la cultura digitale. In primis, capacità orizzontali e comportamenti che sono richiesti in ogni ruolo:

  • Digital awareness – consapevolezza digitale
  • Digital ability – abilità digitale
  • Digital mindset – mentalità digitale
  • Digital strategy and leadership

Sono contemplate anche skills verticali relative a specifici ruoli:

  • Customer facing roles – ruoli a diretto contatto con i clienti
  • Technical roles – ruoli tecnici
  • Supporting roles – ruoli di supporto

I passi consigliati per sviluppare una cultura aziendale che sia digital invece sono:

  1. Definire la cultura digitale
  2. Valutare il livello corrente di cultura digitale
  3. Definire una roadmap di azioni

Morici ha infine precisato: “Sono modelli aperti, modi di ragionare con cui le aziende possono domandarsi come possono lavorare sulla cultura per intraprendere la direzione voluta”.

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P
Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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