Una grande sfida, quella della formazione, che diventa fondamentale per mantenere il sistema industriale italiano competitivo con i mercati mondiali. Per fare questo, però, servono nuove generazioni preparate e motivate.
Il tema della formazione è il punto di partenza della puntata di Italia 4.0, la trasmissione di Class Cnbc in onda mercoledì 15 maggio alle 21 (rivedila qui). A parlarne, con Andrea Cabrini, Francesca Selva, Vice President Marketing & Events di Messe Frankfurt Italia, Massimo Porta, General Manager di Omron Electronics, Josef Nierling, AD di Porsche Consulting, Sergio Paganelli, AD di Balluff Automation e, in collegamento Skype, Anna Paola Concia, Coordinatore del Comitato Organizzatore di Didacta Italia.
“Non trovare tecnici preparati per le tecnologie innovative è un gran rallentatore per tutta l’industria italiana – sottolinea Porta – perché la competizione mondiale é velocissima e se noi non riusciamo a effettuare i cambiamenti necessari era rimanere vincenti sui mercati attraverso le nuove tecnologie si diventa perdenti è si esce dai mercati. Dobbiamo aprire le fabbriche per far capire ai nostri figli che la tecnologia non è qualcosa che li porta a una linea di montaggio ma significa avere accesso a nuove professioni come il data scientist, data analyst, l’esperto in cyber security”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Nierling che, prendendo ad esempio il settore dell’automotive, ricorda come siano fondamentali anche figure non propriamente tecniche ma, comunque, strategiche per l’azienda.
“Ci sono ruoli nuovi di cui dobbiamo dotarci – spiega – e dobbiamo anche avere profili che hanno un background più economico, quelli che un tempo erano i controller ma che oggi sono i product manager. Figure che sono dedicate all’analisi dei nuovi modelli di business”. A queste, ovviamente si devono aggiungere anche i profili tecnici che, vista la velocità delle nuove tecnologie, devono essere in grado di leggere i cambiamenti. “Oggi il focus non è tanto nel know how quanto nell abilità delle persone che ho in azienda di apprendere. Dobbiamo selezionare i nostri talenti non solo in base alle competenze di oggi – conclude – ma in base a quanto i talenti che ho in azienda saranno in grado di apprendere le competenze che ci saranno domani”.
Indice degli argomenti
SPS Italia e Didacta, gemellaggio nel segno della formazione
Una Competence Academy sviluppata insieme alle università e ai Digital Innovation Hub; una piattaforma che coinvolge 76 Istituti Tecnici del “Progetto SI” in un percorso di formazione; le iniziative di formazione per i docenti che, attraverso la collaborazione con le associazioni di settore, come Aidam e ANIE Automazione, potranno seguire percorsi tematici legati alla meccatronica e alla componentistica intelligente. Il tema della formazione, anche quest’anno, si conferma come uno dei punti centrali di SPS Italia.
Un appuntamento, organizzato da Messe Frankfurt, che è sempre più un punto di riferimento per tutto il comparto manifatturiero italiano. L’appuntamento, quest’anno, è dal 28 al 30 maggio, come sempre in fiera a Parma .
“Il mondo industriale cambia attraverso le persone che usano le tecnologie – spiega Selva – e sono stati proprio i nostri partner, gli espositori, a chiederci di coinvolgere tutta la filiera. Siamo partiti dagli studenti concordando, assieme a fondazione Cariplo, un progetto che ha portato i ragazzi degli istituti tecnici a tutti i nostri eventi. In SPS, però, parleremo anche di retraining con un partner di eccezione, come Porsche Consulting. Abbiamo anche voluto approfondire fino in fondo l’Academy e per questo abbiamo invitato sia i Digital Innovation Hub che i Competence Center coinvolgendoli dal punto di vista fisico, per presentare i loro progetti, anche per chiarire alle aziende quali sono le differenze e le complementarità. Siamo molto contenti perché tutti gli otto Competence Center hanno aderito al nostro invito e parteciperanno tutti alla nostra tavola rotonda inaugurale, la mattina del 28 maggio”.
Nel corso di questa edizione, inoltre, avrà grande rilevanza la collaborazione con Didacta, fiera dedicata alla scuola, che si terrà dal 9 all’11 ottobre 2019 a Firenze e che riguarderà la formazione degli insegnanti.
“Sono molto felice di questo gemellaggio tra SPS e Didacta Italia – sottolinea Concia – siamo due edizioni italiane di fiere tedesche e ci conosciamo da anni. Quindi, con Francesca Selva e SPS abbiamo pensato di unire le forze per formare gli insegnanti, in parte a SPS e in parte a Didacta. La digitalizzazione di industria 4.0 ci sta portando a nuove competenze e nuovi skills, che gli insegnanti devono avere. In Germania la situazione è più avanzata ma la scuola italiana si sta finalmente adeguando. Oggi cerchiamo, attraverso il nostro progetto, di dare una mano a formare, all’interno della scuola, le nuove competenze di cui ha bisogno il mercato del lavoro.
Concia: “La formazione professionale non è di serie B”
Il problema, visto dall’osservatorio di chi si occupa delle problematiche della scuola, è sopratutto di tipo culturale, sia per quanto riguarda le aziende, che hanno ancora poca consapevolezza del vantaggio competitivo dato dalla formazione, che dalla scuola che deve aprirsi a nuovi modelli educativi. “Noi abbiamo uno stigma sociale rispetto alla formazione professionale – spiega Concia – e questa è una cosa che tutti insieme, famiglia, scuola e aziende, dobbiamo superare”.
“In Germania molti amministratori di grandi aziende vengono dalla formazione professionale – ricorda – e noi dobbiamo riuscire a superare questo gap perché la formazione professionale non è di serie B. Dobbiamo sempre ricordare che noi abbiamo il 40% di disoccupazione giovanile mentre i tedeschi hanno il 6% che è un numero fisiologico. Forse qualche problema lo abbiamo più noi. Per questo serve anche la formazione per insegnanti perché chi deve essere motivato sono sopratutto loro”.
Con il “modello tedesco” crescono gli studenti dei professionali
A dare i termini di confronto tra i due paesi Nierling, che ricorda come ci sia una forte differenza tra la formazione professionale in Germania, che conta 800 mila iscritti, e il sistema formativo italiano che, a malapena, raggiunge le 10 mila unità.
“Le scuole tedesche hanno un livello di formazione universitario – spiega – mentre l’ITS si avvicina a quello universitario ma non lo è. Una delle opportunità per aumentare l’attrattività delle imprese è stata quella dell’alternanza scuola lavoro, che però non è stata facile perché le aziende sono rimaste scettiche”.
“Una delle cose che cerchiamo di fare in questo momento è proprio quella di aiutare le aziende a guardare con occhio diverso al proprio business. Non lo possiamo fare esclusivamente con le persone che si hanno dentro all’azienda ma serve un input esterno. Il 29 maggio, in collaborazione con SPS faremo una master class in digital trasformation. Questa è la prima volta che lo facciamo in Italia, ma lo abbiamo sviluppato per il nostro gruppo Volkswagen a livello mondiale per aiutare le imprese a orientare le persone al cambiamento”.
L’esperienza Omron, un team dedicato alla formazione
A fare un percorso particolare nel campo della formazione è stata Omron che su questo tema ha creato un team dedicato. “Per noi è estremamente importante investire sui giovani – sottolinea Porta – le imprese devono avere il coraggio di investire, più che aspettarsi qualcosa dallo stato e, quindi, dobbiamo fare qualcosa di più rispetto a quanto già stiamo facendo. Il percorso che abbiamo deciso, 11 anni fa, è stato quello di creare un team, con tre persone in azienda, che si occupano solo di promuovere formazione presso istituti tecnici, Its e università”.
Un punto molto importante, però, riguarda l’affiancamento agli insegnanti, che devono essere accompagnati nell’uso delle nuove tecnologie. “Quello che facciamo è portare le tecnologie innovative all’interno dei laboratori e, sopratutto, cerchiamo di non lasciare soli gli insegnanti con queste nuove tecnologie. Se portiamo le tecnologie ma non appassionano gli insegnanti a formare gli studenti – prosegue Porta – questi restano lettera morta. Una volta attrezzati poi facciamo in modo di verificare se vengono utilizzati, se le lezioni vengono impostate non sul nostro prodotto ma su quella tecnologia innovativa e abilitante per il futuro”.
Per Balluff Automation la fabbrica diventa un fumetto
Un’esperienza particolarmente interessante è quella portata avanti da Balluff Automation che da un lato punta molto sull’apprendistato, portando studenti a fare stage in Germania, dall’altro ha lavorato su particolari tecniche comunicative. La scelta, infatti, è stata quella di realizzare un fumetto che, dal 2010, racconta il mondo delle macchine utensili e delle sue trasformazioni.
“Mi sono trovato tra le mani un fumetto – racconta Paganelli – molto vicino a a rispondere a quelle che potevano esser le esigenze di un rapporto tra imprenditoria e scuola. Abbiamo iniziato a parlare di IoT, non tanto per gli studenti ma più per le imprese che potevano usare questi sistemi, e ci siamo spinti a parlare di intelligenza artificiale. Alla fine abbiamo realizzato un fumetto da 200 pagine e, ora, siamo alla terza edizione”.
A questa esperienza, però, si sono aggiunte altre iniziative, in un certo senso, più classiche. “Abbiamo pensato di realizzare un contest per istituti tecnici industriali – prosegue Paganelli – in modo che i ragazzi potessero, con un minimo di investimento, realizzare robot o oggetti che avessero funzioni autonome, utilizzando materiale riciclato. Il primo anno non è stato facilissimo ma, successivamente, grazie alla collaborazione con altri, come SPS e Ucimu che ci hanno dato una mano, abbiamo raggiunto un risultato eccezionale. Abbiamo ragazzi che, con molto poco, sono riusciti a costruire cose fantastiche. E questo è stato un momento di contatto tra le capacità espressive che hanno questi ragazzi e i docenti, che sono appassionati e veramente vicini alle esigenze degli studenti”.