L’ePrix di Formula E che si è tenuto questo week end a Roma – settima tappa della quinta stagione di questa innovativa competizione – è stata una bella occasione per puntare i riflettori sul tema della mobilità sostenibile. Portando il motorsport elettrico nel cuore delle più attraenti città del mondo, la Formula E intende infatti dimostrare al pubblico, attraverso l’esempio della competizione sportiva, le potenzialità della mobilità elettrica urbana.
Ad aumentare l’appeal della manifestazione, che sta crescendo in spettacolo e popolarità (tra venerdì e sabato sono passati ai paddock anche i due vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, oltre a personalità del mondo dello spettacolo), si è aggiunto quest’anno il Jaguar I-Pace eTrophy, una corsa di vetture derivate dalla produzione di serie.
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Una palestra di tecnologia e innovazione
Al di là dell’aspetto sportivo della manifestazione, il “dietro le quinte” che abbiamo vissuto quest’anno ci ha confermato che la Formula E è una vera palestra di tecnologia e innovazione, oltre che una vetrina di grande importanza sul tema della mobilità elettrica.
Tra chi ha scommesso su questo circo, oltre ad aziende legate al mondo dell’innovazione come Michelin, Enel X, Bosch, BMW e a brand come Julius Baer, Tag Heuer, DHL, Saudia, Allianz, Heineken, Modis, Hugo Boss e Antofagasta Minerals, c’è ABB, il colosso svizzero dell’automazione e dell’energia che, a inizio 2018, ha siglato con la FIA un accordo pluriennale di sponsorizzazione in base al quale è title sponsor ufficiale della Formula E (il cui nome completo è appunto “ABB Formula E”).
L’evoluzione della Formula E
Le novità di quest’anno della Formula E sono tantissime: le vetture sono più veloci, le batterie più potenti, al punto che non è più necessario cambiare auto a metà gara, al Fanboost è stato aggiunto l’Attack Mode per agevolare i sorpassi, l’aerodinamica e il look & feel delle macchine sono completamente cambiati, con l’introduzione della barra Halo e un’estetica decisamente originale.
Sul versante Case costruttrici il prossimo anno a Nissan, BMW, Jaguar, DS e Audi si aggiungeranno anche Porsche e Mercedes.
“Dopo quattro anni le vetture sono passate alla Second Generation, che ci terrà compagnia ancora per quattro anni per permettere alle case di recuperare gli investimenti, ma siamo già al lavoro sulla Third Generation”, ci ha spiegato Yanni Andreopulos, direttore commerciale della Formula E.
“Con la prossima generazione cambieranno ancora gli pneumatici, che saranno ancora più ecocompatibili, e le batterie, che saranno ancora più efficienti. Ci auguriamo che anche la tecnologia di ricarica rapida possa ulteriormente migliorare, in modo da poter prevedere presto dei pit stop che aggiungerebbero ulteriore spettacolo alla competizione”.
L’Italia, una location speciale
Per ABB la sponsorizzazione della Formula E ha lo scopo principale di portare al centro dell’attenzione il tema della mobilità sostenibile e, naturalmente, le tecnologie dedicate a questo ambito. La multinazionale elvetica può vantare oltre 10.500 stazioni di ricarica rapida in corrente continua vendute in 73 paesi.
L’ePrix di Roma, poi, ha un significato particolare non soltanto perché l’Italia ha più automobili pro capite – 667 per ogni 1.000 persone – di qualsiasi altro paese europeo, ma perché è proprio in Italia che ABB sviluppa e produce la stragrande maggioranza delle sue colonnine di ricarica nello stabilimento di Terranuova Bracciolini, in Toscana, ereditato dall’acquisizione di PowerOne.
“ABB sta dimostrando di essere parte integrante dell’adozione dei veicoli elettrici in Italia”, ha detto Frank Duggan, Presidente di ABB Europa. “E l’Italia, a sua volta, è parte integrante del business di ABB per la ricarica dei veicoli elettrici”.
L’eccellenza toscana in giro per il mondo
Nel sito di Terranuova vengono prodotte soluzioni come Terra HP, il caricabatterie rapido in grado di dare fino a 200 chilometri di autonomia ad un veicolo elettrico in soli otto minuti. Qui viene prodotto anche la stazione di ricarica da muro a 24 kW DC destinata a garage, alberghi e uffici.
E sempre a Terranuova viene prodotto il modello commerciale Terra 54 DC che è stato modificato per migliorarne trasportabilità e resistenza ed è utilizzato per ricaricare le Jaguar I-Pace dell’eTrophy nel loro tour mondiale affianco alla Formula E.
ABB ha realizzato un video che presenta la fabbrica di Terranuova Bracciolini, ve lo proponiamo qui sotto
ABB Italia è, naturalmente, uno dei primi clienti di se stessa. Conta una flotta di veicoli per uso aziendale di 1.160 unità, il 10% dei quali sono auto ibride plug-in o completamente elettriche. Si tratta di un progetto pionieristico in continua evoluzione che mira a creare una flotta di auto per uso aziendale completamente sostenibile entro il 2023. Ciò è reso possibile dalla dislocazione di venti stazioni di ricarica operative presso vari stabilimenti di ABB Italia.
Presso la sede di Dalmine, ad esempio, ci sono sette stazioni di ricarica in corrente alternata a 22 kW e una Terra 53 più una sottostazione secondaria compatta (CSS) per ricaricare veicoli elettrici, tutte alimentate da un sistema fotovoltaico che riduce significativamente le emissioni di CO2.
Il futuro della mobilità
Come dicevamo, un Paese con un’importante tradizione automobilistica, come l’Italia, ha una particolare importanza per ABB.
Il mercato italiano dei veicoli elettrici ha iniziato ad espandersi rapidamente. Anche se la percentuale di veicoli elettrici in Italia è relativamente bassa per gli standard europei, le vendite di veicoli elettrici in Italia sono aumentate del 70% nel 2017, uno dei maggiori tassi di crescita su base annua in Europa.
ABB auspica che le innovative tecnologie di ricarica dei veicoli elettrici di sua produzione possano essere un “catalizzatore del cambiamento”, contribuendo a guidare l’adozione della mobilità elettrica in Italia.
Inoltre, ABB ha fornito in Italia le stazioni di ricarica nell’ambito del progetto Unit-e, in parte finanziato dalla Commissione Europea. Il piano prevede una rete di stazioni di ricarica che consentirà alle auto elettriche di coprire senza problemi i 2.000 km che separano Genova e Dublino, con qualsiasi veicolo elettrico, indipendentemente dalla marca, dal modello, dalla tensione o dal sistema di pagamento scelto.