Niente manovra correttiva. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria dal World Economic Forum di Davos cerca di spazzare i dubbi riguardo un nuovo intervento sui conti pubblici.
L’Italia centrerà gli obiettivi e non ci sono preoccupazioni per il sistema bancario. A proposito di Carige, Mps e Popolare di Bari, Tria ha affermato che “Nessuno di questi casi può implicare una crisi sistemica, noi stiamo intervenendo e monitorando per non avere impatto territoriale anche sull’economia e da questo punto di vista c’è l’interesse pubblico”. A proposito dell’istituto di credito genovese ha spiegato che la soluzione di mercato è quella preferita dal governo che “è pronto evidentemente ad affrontare anche altre situazioni”.
Il ministro dell’Economia ha partecipato a un dibattito “Strategic Economic Outlook on Europe” nel quale ha ricordato i “problemi strutturali” che affliggono l’economia italiana la cui crescita ha sempre seguito quella europea rimanendo però sempre sotto di circa un punto percentuale.
Con il rallentamento della crescita, però, osserva che l’Italia si è avvicinata a partner continentali come Germania e Francia “è un paradosso, ma nel 2019 avremo una crescita simile”. Soltanto che sarà una corsa al ribasso dove l’Italia rischia comunque di rimanere ancora indietro visto che dall’iniziale 1,5% stimato dal governo nella prima versione della Legge di bilancio, dopo una dura trattativa con la Ue, si è arrivati all’1%. E potrebbe non essere corretto. La scorsa settimana Banca d’Italia ha rivisto infatti al ribasso le previsioni di crescita. La stima di crescita ora è dello 0,6%. D’accordo anche il Fondo monetario internazionale che prevede lo 0,6% oltre al rallentamento dell’economia tedesca.
Lo spread continuerà a diminuire
Tria ha cercato però di fare risaltare gli aspetti positivi dell’economia italiana. “Il nuovo governo ha subito un peso con il rialzo dei tassi, alcuni pensano che ci possa essere un crash ma non è così soprattutto dopo l’accordo con la Commissione che fatto abbassare lo spread che continuerà a scendere. Nell’ultimo mese per esempio c’è stata nuova domanda per il nostro debito perché c’è un buon rendimento”.
A margine del convegno di Davos, in un’intervista alla Reuters Tria ha anche dichiarato che il governo è favorevole alla creazione di una rete telefonica fissa unica, che nascerebbe da una fusione tra le rete di Telecom Italia (Tim) e Open Fiber: “Certamente una rete unica porterebbe efficienza al sistema e da questo punto di vista il governo penso che debba guardare con favore a un’evoluzione in quella direzione – ha detto Tria – ma si tratta di scelte che devono fare poi nella loro autonomia società private e quotate”.