Un aumento di circa 250 unità in tre mesi, 1781 in un anno, che porta, alla fine del 3° trimestre 2018, il numero di startup innovative a sfiorare il tetto delle 10 mila. Per la precisione sono 9.647, con un aumento del 2,7% rispetto a fine giugno 2018 e con un +22,6% nei 12 mesi. Ma anche un aumento della forza lavoro, che è cresciuta in modo più che proporzionale rispetto all’aumento del numero delle imprese, con 52.512 soci operativi e addetti che fanno registrare un +33,2% rispetto all’ottobre del 2017.
È un dato particolarmente incoraggiante quello che arriva dal rapporto trimestrale sui trend demografici e le performance economiche delle startup innovative italiane, realizzato dal Ministero per lo Sviluppo Economico e da InfoCamere, con la collaborazione di Unioncamere. A poco meno di sei anni dal varo della strategia dedicata (d.l. 179/2012), le startup innovative rappresentano, infatti, circa il 3% di tutte le società di capitali italiane con meno di 5 anni e in stato attivo.
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Milano resta capitale delle startup innovative ma Napoli cresce
Lo studio analizza anche la distribuzione geografica del fenomeno che conferma come sia la Lombardia la regione in cui è localizzato il maggior numero di startup innovative, con 2.368, pari al 24,6% del totale nazionale. A seguire, a grande distanza, ci sono il Lazio, che supera per la prima volta quota mille, e l’Emilia–Romagna mentre la Campania si conferma come prima regione del Mezzogiorno. Napoli, infatti, con 330 imprese, si colloca al terzo posto dopo Milano e Roma, superando per la prima volta Torino.
Discorso a parte, invece, per quanto riguarda l’incidenza di startup innovative in rapporto al totale delle società di capitali con meno di cinque anni e cinque milioni di fatturato annuo. A guidare, in questo caso, è il nord est, con il Trentino-Alto Adige, che raggiunge il 5,2% seguito dal Friuli-Venezia Giulia con il 5%. Se si considera il numero di startup innovative in rapporto al numero di nuove società di capitali attive nella provincia, al primo posto si posiziona Trieste (7,6%) seguita da Trento (6,8%).
Bilanci in crescita ma si aspettano i dati completi
I dati dei bilanci 2017 attualmente rilevati dal sistema camerale coprono poco meno del 60% delle startup iscritte alla data di rilevazione (59,5%). Tuttavia, il campione a disposizione lascia già intuire come nel 2017 il fatturato complessivo delle startup abbia superato il miliardo di euro: la somma attuale, infatti, si attesta intorno ai 960 milioni di euro, destinati ad aumentare con l’acquisizione dei dati non ancora rilevati.
Andando ad analizzare il dato economico nei dettagli si nota che il valore mediano della produzione, 30.868 euro, risulta decisamente inferiore al valore medio. Un segnale del turnover tra nuove imprese che presentano metriche economiche contenute e la progressiva fuoriuscita dalla fase di startup delle imprese più consolidate, che rappresentano le best-performer dal punto di vista statistico. Com’è fisiologico per imprese a elevato contenuto tecnologico, che hanno tempi più lunghi di accesso al mercato, l’incidenza delle società in perdita tra le startup innovative risulta, infatti, sensibilmente più elevata rispetto a quella rilevabile tra le società non innovative.
Per ogni euro di produzione , inoltre, le startup innovative generano in media 24 centesimi di valore aggiunto, un dato inferiore rispetto a quello delle altre società (26 centesimi). Ancora una volta, limitandosi alle imprese in utile, le startup generano per contro più valore aggiunto sul valore totale della produzione rispetto alle società di capitali: 37 centesimi contro 28. Tutti gli indicatori di redditività risultano in leggero aumento rispetto alla precedente rilevazione.
Tre su quattro forniscono servizi alle imprese, tra i soci ancora poche donne
Per quanto riguarda la distribuzione per settori di attività il 71,8% delle startup innovative, circa 3 ogni 4, fornisce servizi alle imprese con la prevalenza per la produzione di software e consulenza informatica, 33,5%; le attività di Ricerca e sviluppo, 12,9%; le attività dei servizi d’informazione, 9,2%. Il 18,7% opera, invece, nel manifatturiero in particolare su fabbricazione di macchinari, 3,4%; fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici, 3,1%; fabbricazione di apparecchiature elettriche, 1,7%. Ad operare in ambito commerciale, invece, solo il 4% delle startup.
Ancora abbastanza bassa l’incidenza femminile, nella composizione delle compagini sociali, rispetto all’universo delle neo-società di capitali. le startup innovative con una prevalenza femminile sono 1.313, il 13,6% del totale, mentre quelle in cui almeno una donna è presente nella compagine sociale sono 4.154, il 43,1%. Superiore, invece, il dato legato alla prevalenza giovanile (under 35) che rappresenta il 20,4% del totale. Si tratta di un dato di circa tre punti percentuali superiore rispetto a quello riscontrato tra le nuove aziende non innovative. Ancora maggiore è la differenza se si considerano le aziende in cui almeno un giovane è presente nella compagine sociale: 45,2% per le startup (4.359 in tutto), 35,7% per le altre imprese.