Nel giorno in cui termina il mandato di Luigi Galdabini alla presidenza di UCIMU (il successore designato è Massimo Carboniero, direttore generale e contitolare di Omera), l’Associazione Costruttori Italiani Macchine Utensili, Robot e Automazione ha reso noti i risultati di consuntivo del settore per il 2015 e il trend per l’anno in corso.
Con un fatturato complessivo di 5,2 miliardi il comparto è cresciuto del 7,8%, grazie allo sviluppo del mercato interno (+15,3% le consegne dei costruttori italiani ai clienti domestici e +22,3% l’aumento del consumo interno) e alla ripresa dell’export (+4,1%) che inverte la rotta dopo due anni di arretramento. Il tasso di crescita dell’industria italiana è linea con lo sviluppo del settore a livello mondiale (+7,7%) e superiore alla crescita in Europa, che – secondo le cifre comunicate da CECIMO, è cresciuta nel 2015 del 5% (24,3 miliardi il fatturato complessivo).
Anche per il 2016 le prospettive sono rosee: il fatturato complessivo crescerà del 5,3%, sfiorando i 5,5 miliardi di euro. L’export crescerà del 6,3%, il consumo interno del 5,6% e le importazioni dell’8%.
Nel presentare i dati Luigi Galdabini ha sottolineato la necessità di ulteriori misure di sostegno allo sviluppo del mercato domestico: oltre alla nuova Sabatini (che in due anni ha prodotto investimenti in beni strumentali per 3,5 miliardi), si auspica la conferma del Superammortamento e l’adozione di un sistema di incentivi alla sostituzione volontaria dei macchinari obsoleti. Secondo un’indagine sul parco macchine installate in Italia condotta dal Centro Studi UCIMU, l’età media dei sistemi di produzione in Italia nel 2014 era di ben 13 anni.