Una nuova circolare direttoriale del Ministero dello Sviluppo Economico, la n. 295485 del 1 agosto 2018, fornisce nuovi chiarimenti sul tema dell’interconnessione nel caso di alcune macchine pensate per eseguire un unico tipo di lavorazione, per le quali il caricamento da remoto di istruzioni e/o part program non è quindi né necessario né sensato.
“Può essere questa la situazione – si legge nel documento – di alcune macchine utensili – quali trance, taglierine, seghe circolari, trapani, frantoi e mulini di macinazione – che, in quanto progettate per un unico ciclo di lavoro o per un’unica lavorazione completamente standardizzata, non necessitano di ricevere istruzioni operative né in relazione alla sequenza (temporale e/o logica) delle attività o delle azioni da eseguire, né in relazione ai parametri o alle variabili di processo”.
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È sufficiente che il bene trasmetta dati in uscita
Per questi particolari casi, chiarisce la circolare firmata dal Dirigente della Divisione IV Marco Calabrò e dal Direttore Generale Stefano Firpo, “l’applicazione della disciplina agevolativa non richiede necessariamente che il bene sia in grado di ricevere in ingresso istruzioni e/o part program riguardanti lo svolgimento di una o più sequenze di attività identificate, programmate e/o dettate esternamente (ad esempio da sistema informatico, da singolo utente, owner del processo etc.); è, al contrario, sufficiente che il bene sia in grado di trasmettere dati in uscita, funzionali, a titolo esemplificativo, a soddisfare i requisiti ulteriori di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto e di monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo”.
Berardi (UNI): risolto un problema
Si risolve così un nodo che stava portando tecnici e costruttori di macchine a inutili forzature. Lo spiega bene in una nota Marco Berardi, Presidente del Comitato Tecnico UNI CT 519 dedicato alle Tecnologie Abilitanti per Industry 4.0: “Gli operatori del settore, siano essi aziende utilizzatrici, fornitori/venditori di macchine, consulenti e periti, sino ad oggi incappavano sistematicamente in situazioni dove, per superare la richiesta del requisito tecnologico di bidirezionalità, si arrovellavano alla ricerca di soluzioni in grado di rendere possibile un caricamento di una qualsiasi informazione, ancorché inutile e magari facendo ricorso ad implementazioni ulteriori e costosi dispositivi di interconnessione”.
In sintesi, laddove una macchina nasca per l’esecuzione di una specifica lavorazione, potrà considerarsi interconnessa se la stessa sia in grado di generare dati in uscita (per esempio comunicare con i sistemi gestionali), mentre non è richiesto che debba ricevere anche istruzioni da remoto.