di Max Veronesi, Yokogawa
Lo scorso maggio si è tenuta a Ghent, in Belgio, la Conferenza IFAC del 2018 sulla regolazione PID, che segue quelle del 2012 a Brescia e quella inaugurale di Terassa (Spagna, 2000). Grazie allo sforzo organizzativo di del gruppo di Clara Ionescu e del comitato scientifico internazionale presieduto da Antonio Visioli (Università di Brescia), la conferenza IFAC PID18 è stata un evento interessante a cui hanno partecipato professionisti del settore, ricercatori e professori provenienti da molti paesi del mondo: sono state presentate 163 memorie da 36 paesi diversi. Nel pieno della nuova evoluzione industriale, la conferenza PID18 ha riunito esperti accademici e industriali di tutto il mondo per discutere gli sviluppi attuali e suggerire le direzioni di ricerca future.
Come già nel 2012, sia l’università che l’industria hanno confermato che gli algoritmi e le architetture PID-based sono lungi dall’essere superate e ci sono ancora nuove sfide da affrontare. La valutazione delle prestazioni sembra essere il tema più caldo degli ultimi anni ma sono state discusse anche nuove direzioni di ricerca quali i PID frazionari ed i PID ad eventi. Sono state anche trattate applicazioni specifiche in ambito meccatronico e bio-medicale.
Il primo giorno della conferenza è stato quasi interamente dedicato all’industria: diversi oratori tra cui alcuni noti leader di mercato hanno focalizzato l’attenzione su ciò su cui puntano i produttori, gli sviluppatori e gli utenti finali. Il secondo giorno ha spostato il baricentro in ambito più accademico, con anche una tavola rotonda sulla didattica nell’ambito del controllo. Nel terzo giorno sono stati presentati ulteriori contributi alla ricerca nonché i risultati di una competizione tra algoritmi e relative tarature.
Le mille e una applicazioni del PID
Secondo un interessante rapporto sulle pubblicazioni relative al PID negli ultimi 50 anni (circa 55000 articoli, database Scopus), l’interesse per il controllo PID è stato ed è tuttora crescente. Notevole risulta registrare in quanti diversi ambiti il controllo PID riscontra il favore dei ricercatori e degli ingegneri: oltre alle consolidate applicazioni di controllo di processo, stanno riscuotendo un crescente interesse negli ultimi anni anche robotica, bio-ingegneria, meccatronica, energie rinnovabili. In ogni caso, anche questa analisi conferma l’universalità e la trasversalità dell’algoritmo PID, la vera e propria laboriosa formica del controllo (Tore Hagglund, Brescia 2012). Altri spazi per la ricerca sembrano infatti esserci nell’ambito del controllo PID multivariabile (tarature, prestazioni, tecniche di disaccoppiamento) e più in generale in quello delle più complesse architetture di regolazione nelle quali il PID è solo uno dei blocchi funzionali concorrenti al raggiungimento degli obiettivi di controllo.
I regolatori di tipo PID e le loro combinazioni sono ancora incaricati di più del 90% degli anelli di controllo; la loro corretta implementazione e la loro ottimizzazione sono in grado di aumentare la competitività di una macchina o di un impianto industriale, specialmente in quelli dove le condizioni operative cambiano spesso (come nei processi batch). In ogni caso, lo strato di controllo di base è ancora fondamentale per l’implementazione di tecniche più avanzate (es. MPC) e di algoritmi di ottimizzazione. Infine, nuove applicazioni si affacciano in ambiti meno tradizionali ma dai promettenti sviluppi.
Questo si può considerare il messaggio conclusivo di questa interessante conferenza IFAC: alcuni tra i suoi protagonisti sono raccolti nella galleria fotografica in chiusura di questo contributo.