Il 42% delle imprese ha difficoltà a reperire sul mercato figure professionali adeguate a rispondere alle proprie necessità operative e, tra i profili più ricercati spiccano gli operai specializzati (28%), seguiti dai periti meccanici (24%), dai laureati in area tecnico-scientifica (16%) e da personale con competenze in marketing e nella comunicazione (12%).
Un problema, quello della mancanza di personale adeguato, che il 25% degli intervistati risolve attraverso la formazione diretta in azienda, il 22% si rivolge ad A.P.I., il 18% alle agenzie per il lavoro, mentre 14% si rivolge agli ITS del territorio. Infine il 58% del campione si dice interessato a ospitare in azienda giovani tecnici attraverso progetti di formazione di alternanza scuola/lavoro, tirocini e stage, soprattutto nelle aree logistica/produzione (45,5%) e ricerca e sviluppo (21%).
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Da operaio specializzato a tecnico con alte competenze
È partito da questo dati, che fanno parte di una indagine svolta dall’ufficio studi di A.P.I. – Associazione Piccole e Medie Industrie , il dibattito sul “futuro dei giovani tecnici nelle PMI”, che si è tenuto all’Istituto di Istruzione Superiore G. Giorgi, di Milano. Un momento di confronto tra imprese, scuole e istituzioni, sulle nuove professionalità, uno dei temi centrali per il rilancio e lo sviluppo dell’economia del nostro Paese.
“L’avvento dell’Industria 4.0 – sottolinea Paolo Galassi, Presidente di API – ha, infatti, portato alla nascita di nuovi paradigmi produttivi con impatti inevitabili sul mercato del lavoro. La formazione è, quindi, un caposaldo imprescindibile e per svilupparla bisogna favorire l’apprendistato e l’alternanza scuola lavoro”.
Formazione “on the job” e inserimenti in azienda più “snelli”
Il tema centrale, quindi, resta quello della formazione, fondamentale per adeguare la preparazione dei giovani alle necessità delle imprese, agevolando l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. “Bisogna sensibilizzare gli imprenditori all’attivazione di percorsi di formazione on the job – ha ricordato Galassi – e le istituzioni a rendere più snelli i processi di inserimento in azienda. In uno scenario di mercato sempre più dinamico e globale, puntare sull’innovazione diventa strategico per far crescere e mantenere competitive le imprese”.
Da qui l’idea di aprire un dialogo tra le parti con un un incontro che si è svolto, simbolicamente, all’interno di una scuola, proprio per avviare una progettazione condivisa per lo sviluppo della rete di relazioni tra istituti scolastici, enti formativi e imprese. “I giovani, con un’elevata formazione tecnica, rappresenteranno una nuova linfa vitale – conclude – in grado di contribuire con idee e contenuti all’evoluzione delle nostre aziende”.
Tra i problemi, ovviamente, anche quello dei costi della formazione che, spiegano gli imprenditori, gravano, per la maggior parte dei casi, sulle imprese. “Il nostro auspicio, in qualità di associazione – conclude il Presidente – è incoraggiare un dialogo aperto e continuo tra Imprese, Scuola e Istituzioni, al fine di lavorare tutti insieme per promuovere una cultura che valorizzi i talenti, che inizieranno la loro carriera professionale nel mondo delle PMI”
Tutti i numeri della “Formazione tecnica superiore”
A raccogliere la sollecitazione l’Assessore a Istruzione, Formazione e lavoro della Regione Lombardia, Melania Rizzoli, che ha ricordato come l’ente abbia investito 8 milioni di euro l’anno, più altri 2,2, nello strumento della formazione tecnica superiore. “L’offerta formativa è disegnata sui bisogni professionali delle aziende – spiega – che rappresentano il 42% dei partner delle Fondazioni. Di conseguenza, l’80% per cento degli studenti che completano la propria formazione trova lavoro entro 12 mesi”.
Sul territorio, attualemte, operano 20 Fondazioni ITS che erogano 88 percorsi in tutti gli ambiti tecnologici e che registrano anno dopo anno un aumento significativo delle iscrizioni, 2.000 nel 2017-18. “Per l’anno formativo 2018-19, considerando lo stanziamento sull’apprendistato – conclude Rizzoli – la dotazione finanziaria sarà di 11,75 milioni di euro. Crediamo che, con il vostro coinvolgimento, la crescita qualitativa e la moltiplicazione di questi percorsi rimarrà la via più produttiva per risolvere i problemi di occupazione nella nostra Regione”.