Tecnologia e Industry 4.0 possono cambiare la Supply Chain del farmaco?

Pubblicato il 14 Mag 2018

Laboratorio medico

Tra criticità oggettive e diffidenza degli operatori la filiera del farmaco tarda ad abbracciare l’evoluzione delle tecnologie in chiave 4.0. Eppure i progetti ci sono e dimostrano i concreti benefici che ha ottenuto chi ha creduto sin da subito nel nuovo paradigma. Di questo si è parlato recentemente a Milano nel corso dell’evento “Drug Supply Chain” dedicato proprio all’innovazione al servizio della filiera del farmaco, dalla produzione al packaging, fino alla distribuzione.

Le sfide per il settore della logistica del farmaco

Non sono mancate, come abbiamo anticipato, le obiezioni riguardo le criticità in aree operative. Durante un tavolo interattivo con i partecipanti sono emersi infatti due punti di attenzione nel settore della logistica: il monitoraggio a seguito dell’esposizione a diversi range di temperatura e le nuove GDP con l’implementazione di protocolli. Sono emerse più volte anche perplessità sulla necessità di garantire un controllo effettivo fino all’ultimo miglio, anche se è un aspetto superato dalle indicazioni di I4.0. La soluzione sarà, probabilmente, nella formazione del personale. Una conoscenza delle nuove procedure e delle tecnologie a supporto potrà ovviare alle problematiche di monitoraggio e una corretta informazione ai pazienti permetterà di sfruttare appieno il supporto fino all’ultimo miglio. Una valutazione approfondita dei fornitori – che segua le direttive – un Quality Agreement, Audit periodici e la documentazione necessaria alla procedura regolatoria eviteranno in maniera ancor più accurata i rischi che ogni progetto innovativo porta con sé.

Packaging: gestire le informazioni di safety, serializzazione, QR Code

Buone notizie dal versante packaging: la normativa, diventata più flessibile, permette tempi di comunicazione delle informazioni di safety estesi a 30 giorni dalla data di pubblicazione in modo da non dover distruggere le scorte esistenti. Permangono alcune criticità che non trovano, ad oggi, una soluzione definitiva. Il primo punto riguarda la collaborazione con le farmacie, autorizzate dall’AIFA a fornire direttamente le variazioni delle informazioni di safety ai pazienti, che però spesso non riescono a supportare la richiesta di supporto delle case farmaceutiche per problemi tecnici (es. la necessità di stampare documenti di 30/40 pagine formato A4) o limiti tecnologici (stampanti ad uso casalingo non in grado di supportare un quantitativo di stampe necessario alla diffusione capillare delle informazioni di safety ai pazienti). L’AIFA si è resa disponibile a dare il permesso al farmacista di non stampare le informazioni ma inviarle via mail al paziente, ma non ci sono ancora indicazioni precise e non si ha una stima predittoria della comunicazione definitiva.

D’altro canto, la collaborazione diretta con i pazienti diventa sempre più importante per ottimizzare il packaging sulla base delle esigenze con l’obiettivo di accompagnare il ciclo di vita del farmaco fino al paziente finale e ottimizzarne uso, la conservazione e la comprensione. Ultimi punti di attenzione riguardano la serializzazione, difficile da effettuare a causa di meccanismi obsoleti, e il posizionamento dei QR code su astucci dalle forme eterogenee e a volte troppo ridotte per poter posizionare un codice in modo che venga letto agevolmente e non venga danneggiato dall’apertura. Svariate le soluzioni adottate dalle aziende, ma la mancanza di indicazioni univoche rende difficoltosa l’applicazione di standard in ottica di I4.0.

Il progetto J&J Medical

Un valido esempio discusso durante la giornata è quello di J&J Medical, con un progetto di  Supply Chain veloce e fluida: negli ospedali, più di 50 tra Italia, Benelux e Australia, i prodotti vengono distribuiti con una tracciabilità e un abbattimento dei costi che permette di stringere una vera e propria partnership con il paziente che viene messo in condizione di ricevere un prodotto su misura per le sue esigenze. Il tag del singolo prodotto, con RFID automatizzato, identifica il medicinale dalla produzione al paziente, passando per l’operazione, il chirurgo che l’ha effettuata, la struttura ospedaliera dove è avvenuta. Con questo livello di automazione, inoltre, il riordino dei prodotti avviene automaticamente, e si garantisce al paziente un livello di sicurezza e visibilità massimo, a livello di prodotto, item, lotto. Un progetto che apre nuovi scenari: passare da un costo ospedaliero – o medico in generale – standard ad un costo su specifico intervento/ospedale/chirurgo con evidenti risvolti anche sui reparti di produzione che si si ritroverebbero così ad attivare le linee su un previsionale concreto con riordino automatico, garantendo quindi produzioni più snelle e continue ed evitando gli scarti non all’ultimo lotto, ma direttamente durante l’avviamento.

Industria 4.0 e il mondo del lavoro

Una simile rivoluzione industriale non può non avere impatti diretti sulle risorse umane: la mole di  lavoro nel giro di 10-15 anni andrebbe a modificarsi riducendo, o eliminando, la necessità di interazione umana nelle attività a basso valore aggiunto o ripetitive; si pensi al fatto che già oggi Amazon ha sostituito i mulettisti nei propri magazzini con robot in grado di gestire 800 mila ordini al giorno e che le chatbot – come già Siri e Google Home – stanno sostituendo buona parte delle attività precedentemente svolte da addetti dei call center. Un cambiamento notevole si prevede anche e soprattutto nell’ICT dove, in alternativa alle figure professionali cui siamo abituati, si renderanno necessari professionisti con competenze sempre più specifiche per lo sviluppo software e il supporto infrastrutturale e con caratteristiche di problem solving, organizzazione, comunicazione, leadership, autonomia decisionale e visione strategica.

L’automazione/rivoluzione industriale, di fatto, è e sarà un’opportunità per uscire dalla crisi, il vero punto di attenzione è il rischio, identificato come il “paradosso persone”, di avere in un prossimo futuro persone con difficoltà a ricollocarsi nel mondo del lavoro e aziende che alla ricerca di figure con professionalità evolute specifiche. La formazione, così come la capacità di evolversi,  assume un’importanza fondamentale nello sviluppo delle aziende e dell’intero settore farmaceutico.

L’umanificazione oltre la tecnologia

L’IoT, nell’ambito dei progetti I4.0, non sarà però solo un supporto alle case farmaceutiche ma anche un valido supporto per il singolo paziente che potrà utilizzare il proprio smartphone come vera e propria interfaccia sia con la casa farmaceutica che con le farmacie. In un secondo step si ipotizzano soluzioni per l’utente più avanzate come, ad esempio, la possibilità di gestire i farmaci di casa sul proprio telefono monitorando con un’app le scadenze dei farmaci, le quantità disponibili, la conservazione e il corretto utilizzo dei farmaci. È su questo punto, però, che si riscontrano le maggiori perplessità degli operatori, scettici sulla possibilità che le generazioni precedenti accettino e apprendano facilmente l’utilizzo di soluzioni così avanzate. Perplessità facilmente superabile osservando la quotidianità degli over 60, che già oggi utilizzano i propri telefoni per fare ricerche mediche su internet, tenersi in contatto con famiglia e amici, trovare offerte e occasioni di svago su internet e svariate app.

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Sabrina Antenucci

Giornalista, speaker radiofonica, presentatrice e formatrice; la comunicazione è la sua passione. Scrive e parla di attualità, cibo, bellezza, bon ton, lusso, tecnologia, social network; ha un passato nelle multinazionali dell'IT e sogna un futuro su una spiaggia di Saint Barth. Nel tempo libero legge, ascolta la radio, segue corsi e convegni. Recidiva.

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