Invitalia, un fondo da 150 milioni per i progetti 4.0 delle imprese del Sud

Pubblicato il 13 Apr 2018

contratto


Saranno almeno 300 le piccole e medie imprese che, secondo una stima di Invitalia, usufruiranno di Italia Venture II – Fondo Imprese Sud, il nuovo strumento di private equity del valore di 150 milioni di euro, istituito dalla Legge di Stabilità 2018 e gestito da Invitalia Ventures, la SGR controllata da Invitalia. 

Si tratta di aziende che producono in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, che hanno avuto ricavi per almeno 10 milioni di euro nell’ultimo esercizio e che operano in settori con alto potenziale di sviluppo, tra cui agrofood, meccatronica, healthcare, turismo, moda e lifestyle.

I dettagli dello strumento finanziario 

Si tratta di un Fondo di investimento mobiliare chiuso ha una durata di 12 anni ed è finanziato con risorse a valere sul Fondo per lo sviluppo e per la coesione, a cui potranno aggiungersi sottoscrizioni da parte di altri investitori, come già accaduto per Italia Venture I, il fondo di venture capital gestito dalla stessa SGR. 

Italia Venture II, quindi, investirà nel capitale di rischio solo contestualmente a investitori privati, i quali dovranno apportare risorse pari ad almeno il 50% dell’investimento. 

Italia Venture II risponde infine all’esigenza di sostenere soprattutto progetti di Industria 4.0, open innovation, digitalizzazione, diversificazione, acquisizione e internazionalizzazione, che spesso rischiano di non realizzarsi se le imprese non trovano strumenti e partner finanziari adeguati

Gli obiettivi di Italia Venture II

Domenico Arcuri

“Il nuovo Fondo – ha dichiarato l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri – allarga il portafoglio di offerta del gruppo Invitalia e di Invitalia Ventures, la SGR sempre più impegnata nel sostegno allo sviluppo del Paese. Il fondo va incontro a un fabbisogno evidente delle imprese del Sud: trovare i capitali necessari a sostenere la crescita, la competitività e l’internazionalizzazione così che possano contribuire al Pil del Paese nelle quantità e con le modalità auspicate”.

Le Piccole e medie imprese del Mezzogiorno, dunque, hanno da oggi maggiori opportunità di ricorrere allo strumento del private equity, attualmente concentrato nel nord Italia sia per numero di operazioni che per entità degli investimenti.

“Il sud da tre anni cresce come e più del resto del paese – prosegue Arcuri – e per continuare a sostenere questa crescita serve, innanzitutto, che le tante eccellenze che ci sono nel mezzogiorno, spesso ignorate e qualche volte sconosciute, possano rafforzare la loro dimensione e la loro competitività. Per fare questo è necessario accedere al mercato dei capitali, non è sempre facile – conclude –  servono investitori pazienti e promettenti come Invitalia ha dimostrato, nel tempo, di saper essere”

Valuta la qualità di questo articolo

C
Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 2