Il Polo Regionale per l’Innovazione Digitale Evoluta (Pride), ‘one-stop shop’ per la digitalizzazione delle Pmi della Campania

Pride, il progetto capitanato dal Campania Digital Innovation Hub, è tra le 13 proposte che hanno vinto la call europea per la creazione degli European Digital Innovation Hub. Edoardo Imperiale, Coordinatore della proposta, spiega come, appena operativo, l’EDIH campano fungerà da “one stop shop”, uno sportello unico per accompagnare le Pmi e le PA del territorio nel loro percorso di trasformazione digitale

Pubblicato il 30 Giu 2022

trasferimento tecnologico


Un “Hub di prossimità” che sarà una sorta di sportello unico per la trasformazione digitale delle Pmi della Campania: è questo lo scopo del Pride, il Polo Regionale per l’Innovazione Digitale Evoluta, l’EDIH campano capitanato dal Campania Digital Innovation Hub, che a sua volta raggruppa Unione Industriali Napoli, Confindustria Avellino, Confindustria Benevento, Confindustria Caserta, Confindustria Salerno, ANCE Campania, Tim, WindTre, e NetGroup, e che vede tra i partner il Competence Center MedITech, il Cerict (Centro Regionale Information Communication Technology) e il CNR – Diitet (Dipartimento di Ingegneria, ICT e Tecnologie per l’Energia e i Trasporti).

Un “affidabile, reale e concreto ecosistema dell’innovazione digitale al servizio delle PMI e della Pubblica Amministrazione locale“: così lo definisce Edoardo Imperiale, amministratore delegato del Campania DIH e coordinatore del progetto Pride che è rientrato tra le 13 proposte italiane per gli European Digital Innovation Hub che hanno vinto la call europea e che saranno finanziate al 50% dalla Commissione e al 50% dal Governo italiano.

La nostra è una proposta territoriale che si basa su un partenariato industriale e scientifico unico e può contare su dimostratori tecnologici, tecnologie abilitanti industry 4.0, competenze accademiche e manageriali messe a disposizione in modo integrato dai quattro partner”, spiega. 

Un risultato giunto al culmine di due anni di lavoro in cui, spiega Imperiale, l’attenzione è stata focalizzata sulla presentazione di una proposta in grado di avere un impatto concreto (e stimato) sulle Pmi del territorio.

“In questi due anni abbiamo avviato diversi progetti a favore delle filiere produttive che, come è noto, svolgono un ruolo strategico sia sul piano della competitività internazionale del nostro sistema sia per la ricaduta territoriale dei processi di innovazione. In particolare, abbiamo realizzato progetti e programmi di trasformazione digitale sulla filiera industriale della pelle, sulla supply chain di Hitachi Rail e di Leonardo, ma anche a supporto di altre imprese manifatturiere regionali. Si è trattato di un intenso lavoro che, credo, abbia poi premiato la nostra proposta”, spiega. 

La governance e le risorse su cui potrà contare Pride

Ed è grazie proprio a questo lavoro preparatorio e alla capacità dei partner che costituiscono Pride di raggiungere le imprese (grazie alle infrastrutture già esistenti) che, secondo Imperiale, il progetto è stato premiato dai valutatori della Commissione Europea, ricevendo la quasi totalità delle risorse richieste, cioè il 50% di circa 6 milioni di euro per 36 mesi. Il resto sarà messo dal Governo con i fondi del PNRR anche se, come sottolinea Imperiale, “siamo in attesa di ricevere tempistiche e modalità”.

Intanto la firma del contratto con la Commissione europea che servirà per l’erogazione del grant dovrebbe arrivare tra metà settembre e fine novembre. “A quel punto saremo immediatamente in grado di essere operativi”, spiega Imperiale.

Edoardo Imperiale
Edoardo Imperiale

Per quanto riguarda la governance, Pride sarà organizzato secondo un modello Hub & Spoke, che potrà contare sugli uffici e le infrastrutture già esistenti sul territorio, a partire dalle sedi territoriali del DIH – cinque, una per provincia (Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno) – agli Spoke del partenariato scientifico con laboratori sulle tecnologie abilitanti già operativi, contando su “un metodo di lavoro già consolidato per promuovere la trasformazione digitale delle Pmi del territorio e della PA”.

“Siamo a pronti a partire perché possiamo già disporre di un collaudato modello di intervento. Siamo  a lavoro proprio in queste settimane con 60 programmi di trasformazione digitale a favore di Pmi nell’ambito del progetto Ama-DIH 2 in collaborazione con Federmanager. Con queste nuove risorse avremo modo di essere un vero e proprio booster di innovazione per far crescere il sistema campano all’insegna della transizione digitale”.

I servizi che verranno offerti alle imprese

Un ingranaggio già collaudato che consentirà, secondo quanto riportato nella proposta, di raggiungere almeno 350 Pmi – il target sono gli ambiti collegati alla Strategia di specializzazione intelligente della Regione Campania – e 10 della PA, anche se la platea potenziale è molto più ampia: il Campania DIH infatti può contare su un bacino potenziale di circa 3.500 imprese.

Secondo la visione contenuta nella proposta, Pride fungerà da one-stop shop, una sorta di sportello unico per accompagnare le Pmi del territorio lungo tutto il percorso di trasformazione digitale: dalle attività di formazione e orientamento all’assessment della maturità digitale delle aziende, a come implementare le risorse organizzative e soluzioni tecnologiche a sostegno delle imprese.

In dettaglio, Pride erogherà servizi ed attività nei seguenti ambiti:

  1. test e sperimentazione (test before invest), ossia servizi per la realizzazione di test e attività di sperimentazione con tecnologie digitali, attuazione di progetti di innovazione, ricerca industriale, sviluppo sperimentale;
  2. formazione e sviluppo di competenze digitali
  3. sostegno all’ accesso a meccanismi di finanziamento, privati e pubblici a livello regionale, nazionale ed europeo
  4. ecosistemi dell’ innovazione e networking, fornendo servizi di brokeraggio tecnologico, facilitando l’ incontro tra domanda e offerta di tecnologie, mettendo insieme le imprese e/o le amministrazioni beneficiarie che hanno bisogno di nuove soluzioni tecnologiche con i soggetti, in particolare start-up e PMI innovative, che posseggono tali soluzioni pronte per il mercato
  5. promuovere una digitalizzazione sostenibile costruendo Comunità digitali in sinergia con la politica europea, nazionale e regionale sulla transizione digitale.

“Vogliamo costruire una comunità digitale locale che aggreghi università, centri di ricerca, grandi imprese, fondazioni bancarie, banche, startup e Pmi per creare una filiera digitale in Campania, oltre che un insieme di aziende che si siano digitalizzate e che possano diventare punti di riferimento per le altre”, spiega Imperiale. 

Considerati anche i fondi del cofinanziamento del Mise, si tratta di servizi che l’EDIH campano conta di offrire alle imprese tendenzialmente “a prezzo zero” o in ogni caso a costi fortemente contenuti.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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