Un “Hub di prossimità” che sarà una sorta di sportello unico per la trasformazione digitale delle Pmi della Campania: è questo lo scopo del Pride, il Polo Regionale per l’Innovazione Digitale Evoluta, l’EDIH campano capitanato dal Campania Digital Innovation Hub, che a sua volta raggruppa Unione Industriali Napoli, Confindustria Avellino, Confindustria Benevento, Confindustria Caserta, Confindustria Salerno, ANCE Campania, Tim, WindTre, e NetGroup, e che vede tra i partner il Competence Center MedITech, il Cerict (Centro Regionale Information Communication Technology) e il CNR – Diitet (Dipartimento di Ingegneria, ICT e Tecnologie per l’Energia e i Trasporti).
Un “affidabile, reale e concreto ecosistema dell’innovazione digitale al servizio delle PMI e della Pubblica Amministrazione locale“: così lo definisce Edoardo Imperiale, amministratore delegato del Campania DIH e coordinatore del progetto Pride che è rientrato tra le 13 proposte italiane per gli European Digital Innovation Hub che hanno vinto la call europea e che saranno finanziate al 50% dalla Commissione e al 50% dal Governo italiano.
“La nostra è una proposta territoriale che si basa su un partenariato industriale e scientifico unico e può contare su dimostratori tecnologici, tecnologie abilitanti industry 4.0, competenze accademiche e manageriali messe a disposizione in modo integrato dai quattro partner”, spiega.
Un risultato giunto al culmine di due anni di lavoro in cui, spiega Imperiale, l’attenzione è stata focalizzata sulla presentazione di una proposta in grado di avere un impatto concreto (e stimato) sulle Pmi del territorio.
“In questi due anni abbiamo avviato diversi progetti a favore delle filiere produttive che, come è noto, svolgono un ruolo strategico sia sul piano della competitività internazionale del nostro sistema sia per la ricaduta territoriale dei processi di innovazione. In particolare, abbiamo realizzato progetti e programmi di trasformazione digitale sulla filiera industriale della pelle, sulla supply chain di Hitachi Rail e di Leonardo, ma anche a supporto di altre imprese manifatturiere regionali. Si è trattato di un intenso lavoro che, credo, abbia poi premiato la nostra proposta”, spiega.
Indice degli argomenti
La governance e le risorse su cui potrà contare Pride
Ed è grazie proprio a questo lavoro preparatorio e alla capacità dei partner che costituiscono Pride di raggiungere le imprese (grazie alle infrastrutture già esistenti) che, secondo Imperiale, il progetto è stato premiato dai valutatori della Commissione Europea, ricevendo la quasi totalità delle risorse richieste, cioè il 50% di circa 6 milioni di euro per 36 mesi. Il resto sarà messo dal Governo con i fondi del PNRR anche se, come sottolinea Imperiale, “siamo in attesa di ricevere tempistiche e modalità”.
Intanto la firma del contratto con la Commissione europea che servirà per l’erogazione del grant dovrebbe arrivare tra metà settembre e fine novembre. “A quel punto saremo immediatamente in grado di essere operativi”, spiega Imperiale.
Per quanto riguarda la governance, Pride sarà organizzato secondo un modello Hub & Spoke, che potrà contare sugli uffici e le infrastrutture già esistenti sul territorio, a partire dalle sedi territoriali del DIH – cinque, una per provincia (Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno) – agli Spoke del partenariato scientifico con laboratori sulle tecnologie abilitanti già operativi, contando su “un metodo di lavoro già consolidato per promuovere la trasformazione digitale delle Pmi del territorio e della PA”.
“Siamo a pronti a partire perché possiamo già disporre di un collaudato modello di intervento. Siamo a lavoro proprio in queste settimane con 60 programmi di trasformazione digitale a favore di Pmi nell’ambito del progetto Ama-DIH 2 in collaborazione con Federmanager. Con queste nuove risorse avremo modo di essere un vero e proprio booster di innovazione per far crescere il sistema campano all’insegna della transizione digitale”.
I servizi che verranno offerti alle imprese
Un ingranaggio già collaudato che consentirà, secondo quanto riportato nella proposta, di raggiungere almeno 350 Pmi – il target sono gli ambiti collegati alla Strategia di specializzazione intelligente della Regione Campania – e 10 della PA, anche se la platea potenziale è molto più ampia: il Campania DIH infatti può contare su un bacino potenziale di circa 3.500 imprese.
Secondo la visione contenuta nella proposta, Pride fungerà da one-stop shop, una sorta di sportello unico per accompagnare le Pmi del territorio lungo tutto il percorso di trasformazione digitale: dalle attività di formazione e orientamento all’assessment della maturità digitale delle aziende, a come implementare le risorse organizzative e soluzioni tecnologiche a sostegno delle imprese.
In dettaglio, Pride erogherà servizi ed attività nei seguenti ambiti:
- test e sperimentazione (test before invest), ossia servizi per la realizzazione di test e attività di sperimentazione con tecnologie digitali, attuazione di progetti di innovazione, ricerca industriale, sviluppo sperimentale;
- formazione e sviluppo di competenze digitali
- sostegno all’ accesso a meccanismi di finanziamento, privati e pubblici a livello regionale, nazionale ed europeo
- ecosistemi dell’ innovazione e networking, fornendo servizi di brokeraggio tecnologico, facilitando l’ incontro tra domanda e offerta di tecnologie, mettendo insieme le imprese e/o le amministrazioni beneficiarie che hanno bisogno di nuove soluzioni tecnologiche con i soggetti, in particolare start-up e PMI innovative, che posseggono tali soluzioni pronte per il mercato
- promuovere una digitalizzazione sostenibile costruendo Comunità digitali in sinergia con la politica europea, nazionale e regionale sulla transizione digitale.
“Vogliamo costruire una comunità digitale locale che aggreghi università, centri di ricerca, grandi imprese, fondazioni bancarie, banche, startup e Pmi per creare una filiera digitale in Campania, oltre che un insieme di aziende che si siano digitalizzate e che possano diventare punti di riferimento per le altre”, spiega Imperiale.
Considerati anche i fondi del cofinanziamento del Mise, si tratta di servizi che l’EDIH campano conta di offrire alle imprese tendenzialmente “a prezzo zero” o in ogni caso a costi fortemente contenuti.