Centralità delle persone, resilienza e sostenibilità: sono questi i trend che secondo ABB caratterizzeranno l’Industria 5.0. Trend accelerati dalla pandemia e dal contesto geopolitico in cui le aziende si trovano ad operare da un paio di anni.
Gestire e promuovere, attivamente, questa transizione (e non limitarsi a reagire o a subirla) è essenziale per le aziende che ricoprono, nel percorso verso un’economia circolare, un ruolo da protagoniste.
E le aziende devono essere in grado di costruire e promuovere questi valori sia internamente che lungo la catena di fornitura per assicurarsi di assorbire gli impatti di eventi dirsuptive e restare competitive sui mercati.
Questo ha fatto ABB, che già da diversi anni ha implementato strategie costruite intorno a questi tre pilastri.
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La centralità delle persone
Alla base di questo cambiamento vi è stata la capacità dell’azienda di rispondere e anticipare le esigenze della forza lavoro attraverso, ad esempio, lo smart working, che l’azienda aveva abilitato già prima della pandemia.
Importante, anche per abilitare questo modello organizzativo agile, è stato l’investimento nella formazione continua, attraverso programmi formativi prestabiliti a cui si sono affiancati percorsi e strumenti di formazione scelti da ciascun dipendente.
Formazione che ha costituito la base per abilitare un modello decisionale di responsabilità diffusa a diversi livelli dell’organizzazione, dove viene fornita autonomia decisionale ad alcuni dipendenti, che si accompagna a un sistema premiale, per celebrare gli obiettivi raggiunti.
Inoltre, particolare attenzione viene data al benessere psicofisico dei dipendenti e delle loro famiglie, grazie al programma WHP (Workplace Health Program), che attualmente copre il 70% della forza lavoro impiegata in Italia.
Il programma si articola in diversi sportelli che offrono servizi gratuiti ai dipendenti e alle loro famiglie, tra cui un servizio di supporto psicologico e uno di supporto nutrizionale.
La sostenibilità e la responsabilità sociale dell’azienda
Azioni che si collegano anche al pilastro della sostenibilità, in particolar modo alla responsabilità sociale dell’azienda verso i dipendenti.
Responsabilità che inizia assicurando che il luogo di lavoro sia, prima di tutto, un luogo sicuro. E per fare questo, l’azienda monitora costantemente gli indicatori relativi a incidenti e infortuni e promuove la partecipazione attiva del personale nell’individuare le aree di miglioramento ancor prima che si verifichino eventi critici.
“La nostra strategia di sostenibilità si articola lungo tre pilastri: ridurre le emissioni, preservare le risorse e promuovere il progresso sociale”, spiega Daniele Dominicis, Local Product Group Manager, Electrification and Smart Buildings.
Per quanto riguarda la responsabilità interna, l’azienda è fortemente impegnata anche nella promozione dell’inclusione e della diversità, lungo diversi ambiti e attraverso gruppi di lavoro dedicati.
Una linea di intervento riguarda la valorizzazione delle diverse generazioni rappresentate nella forza lavoro, con programmi di mentoring che collegano lavoratori appartenenti a diverse generazioni per promuovere la contaminazione di competenze ed esperienze.
“Il 40% dei dipendenti dei nostri stabilimenti italiani è rappresentato da Millennials e dalla Generazione Z, ma attualmente nei nostri stabilimenti coesistono quattro generazioni diverse. Vogliamo che gli interessi e le esigenza di ciascuna di queste generazioni siano gestiti e che l’interazione tra loro porti valori aggiunto”, spiega Dominicis.
Un altro tavolo di lavoro è dedicato invece alla promozione della diversità di genere all’interno della forza lavoro – con l’obiettivo di portare la percentuale di donne che ricoprono una posizione di leadership al 25% entro il 2020 (al momento è del 15%) – e un altro ancora a facilitare l’accesso al lavoro delle persone con disabilità.
Ma la responsabilità sociale di un’azienda davvero sostenibile non si esaurisce nel perimetro interno dell’azienda, ma si deve riflettere anche nella comunità e in particolare nella comunità del territorio in cui l’azienda opera.
Impegno che ABB ha concretizzato già da diverso tempo, attraverso iniziative quali la partnership con Junior Achievements, per sostenere l’imprenditorialità digitale tra i ragazzi delle scuole superiori, e l’iniziativa “puliamo il mondo” in collaborazione con Legambiente, che ha visto coinvolti dipendenti e famiglie nella pulizia di alcune aree invase dai rifiuti.
L’impegno verso l’ambiente
Oltre al pilastro della responsabilità sociale, la strategia sostenibile dell’azienda si articola lungo altri due filoni, inerenti prettamente alla sostenibilità ambientale: ridurre le emissioni di Co2 e preservare le risorse.
Per quanto concerne la riduzione delle emissioni, l’azienda ha già stabilito l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica (carbon neutral) entro il 2030.
“Per fare questo dovremo ridurre, entro il 2030, le emissioni di 100 mega tonnellate di Co2. Per il pianeta, questo sarebbe l’equivalente di una riduzione di 30 milioni di auto a combustione”, spiega Massimiliano Callioni, Local Division Manager, Electrification, Distribution Solutions.
Tante sono le iniziative che compongono la strategia “Mission Zero” dell’azienda, tra cui la partnership siglata nel 2020 con Enel Green Power per l’utilizzo unicamente di energia certificata “green” e la gestione in ottica green del parco macchine aziendale.
“Per quanto riguarda le auto aziendali, incentiviamo il passaggio ad auto elettriche attraverso diversi strumenti di sostegno, tra cui sostegno finanziario per l’installazione delle colonne di ricarica presso le case del personale a cui è stata assegnata l’auto aziendale”, aggiunge.
Inoltre, nel sito di Dalmine, riconosciuto Lighthouse Plant – le fabbriche faro per l’innovazione del sistema industriale – l’azienda ha installato un impianto fotovoltaico in grado di provvedere al 20% del fabbisogno energetico annuo dell’impianto.
Il secondo pillar della strategia di sostenibilità, preservare le risorse, prevede invece tutta una serie di azioni volte a implementare la circolarità nella catena del valore dell’azienda, riducendo gli sprechi e incentivando la riusabilità dei prodotti più durevoli.
Un approccio che ABB mira ad estendere all’80% dei suoi prodotti e soluzioni entro il 2030 e che ha permesso all’impianto di Frosinone di raggiungere lo status di “zero waste to landfill“, vale a dire che grazie all’ampio utilizzo della raccolta differenziate e alle strategie di circolarità implementate, la quota dei rifiuti che finisce in discarica è uguale a zero.
Grazie a programmi specifici con fornitori e aziende clienti, ABB punta a estendere questo approccio circolare lungo tutta la sua supply chain.
La strategia di ABB per la resilienza delle supply chain
Supply chain che sono al centro anche del terzo pilastro della strategia dell’azienda per traghettare il passaggio verso l’Industria 5.0: la resilienza.
“Già da diversi anni lavoriamo sulla resilienza delle nostre catene di fornitura, per renderle in grado di assorbire shock esterni. Questo ci ha permesso di registrare, nonostante le difficoltà degli ultimi due anni, una crescita a doppia cifra”, commenta Callioni.
Il cuore di questa strategia è il principio di double sourcing, secondo cui l’azienda ha individuato da tempo fornitori alternativi per le componenti e le risorse necessari alla produzione.
Non si tratta semplicemente di aziende diverse, ma di aziende che si trovano in Paesi diversi in modo che se la catena di fornitura si dovesse interrompere per un evento improvviso che riguarda quel Paese o quell’azienda, l’azienda ha comunque le risorse necessarie alla produzione.
Per lo stesso motivo, ABB ha creato delle fabbriche gemelle in diversi continenti, fabbriche che quindi producono gli stessi prodotti con gli stessi processi.
Ma non solo, perché ABB persegue la flessibilità anche nell’organizzazione del lavoro all’interno degli stabilimenti.
“Non stiamo lavorando solo sulla catena del valore, ma anche sull’organizzazione in modo che possa in modo proattivo prevedere e anticipare i problemi e immediatamente creare task force multi funzionali per aggredire il problema. Ad esempio, abbiamo messo in piedi sistemi di flessibilità molto veloci per aggiungere e sottrarre turni lavorativi con velocità”, conclude Callioni.