Sostenere gli investimenti delle piccole e medie imprese italiane nella realizzazione di progetti innovativi legati a tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico: è questo lo scopo del nuovo incentivo, in regime di aiuti di Stato, introdotto dal Ministero dello Sviluppo economico, che disporrà di 677,8 milioni di euro.
Dei fondi stanziati dalla misura – finanziata dai fondi del React-Eu, lo strumento europeo per favorire la ripresa dopo la pandemia – 250,2 milioni sono destinati alle regioni del Centro-Nord e 427,7 milioni al Mezzogiorno. Inoltre, è prevista una riserva del 25% per micro e piccole imprese.
“Da ministro dello sviluppo economico è mio dovere tutelare le imprese italiane, individuando tutte le risorse e gli strumenti necessari per sostenere gli investimenti in progetti innovativi che mirano anche a ridurre l’impatto energetico sui processi produttivi. Questa è un’altra importante linea d’azione da perseguire per fronteggiare, in un’ottica di medio e lungo periodo, il caro bollette”, commenta il Ministro Giorgetti.
“La capacità del nostro sistema imprenditoriale di rimanere competitivo sui mercati passa infatti dall’ammodernamento degli impianti attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie che, oltre a incrementare la produttività e migliorare la sostenibilità ambientale, devono favorire sviluppo e occupazione”, aggiunge.
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Investimenti 4.0, a chi si rivolge la nuova agevolazione
La misura si rivolge alle piccole e medie imprese del manifatturiero (esclusi i settori non ammissibili in base alla disciplina sugli aiuti di Stato) e dei servizi che, alla data di presentazione della domanda, soddisfano i seguenti requisiti:
- hanno almeno due bilanci depositati o, nel caso di imprese individuali e società di persone, almeno due dichiarazioni dei redditi presentate
- non devono avere effettuato, nei due anni precedenti alla domanda di agevolazione, una delocalizzazione dell’unità produttiva verso uno stabilimento situato in un’altra parte dello Spazio Economico Europeo (SEE) che realizzi prodotti o servizi oggetto dell’investimento
- devono impegnarsi a non delocalizzare l’unità produttiva nei due anni successivi
Alle imprese a cui viene riconosciuta l’agevolazione, inoltre, è richiesto di mantenere le immobilizzazioni agevolate, per almeno tre anni, nel territorio della regione in cui è ubicata l’unità produttiva agevolata.
Le attività agevolabili devono essere dirette all’ampliamento della capacità produttiva, alla diversificazione della produzione, al cambiamento fondamentale del processo di produzione, o alla realizzazione di una nuova unità produttiva, attraverso l’utilizzo di tecnologie abilitanti individuate dal piano Transizione 4.0, vale a dire: manifattura additiva, manifattura avanzata, realtà aumentata, integrazione automatizzata con il sistema logistico, Internet of Things, cloud, simulazione, cybersecurity, Big Data, blockchain e Intelligenza Artificiale.
In aggiunta, in sede di valutazione verrà data priorità a quei programmi di investimento per l’economia circolare e a quelli in grado di portare all’azienda un risparmio energetico di almeno il 10% rispetto all’anno precedente.
Le spese ammissibili e le agevolazioni previste
Per essere agevolabili, gli investimenti devono rispettare il principio europeo del Do not significantly harm (Dnsh), vale a dire che non devono arrecare danno all’ambiente.
Sono ammissibili le spese legate a:
- macchinari, impianti e attrezzature
- opere murarie, nei limiti del 40% dei costi ammissibili
- programmi informatici e licenze per l’uso di macchinari
- acquisizione di certificazioni ambientali
Per quanto riguarda le imprese la cui attività si svolge in una regione del Mezzogiorno – Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna – l’investimento minimo deve essere di 500 mila euro, con un tetto massimo di 3 milioni (e comunque 80% dell’ultimo fatturato), mentre per le altre regioni la fascia è compresa tra 1 e 3 milioni di euro.
Le agevolazioni saranno concesse sotto forma del contributo in conto impianti (quindi un contributo per immobilizzazioni materiali o immateriali ammortizzabili) e copriranno un massimo del 60% della spese per le micro e piccole imprese della Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, percentuale che scende al 50% per le medie.
Per le imprese della Basilicata, del Molise e della Sardegna le percentuali sono, rispettivamente, 50% e 40%, mentre per le altre regioni il tetto massimo è del 35% e del 25%.
Inoltre, per le imprese del Mezzogiorno è prevista una maggiorazione del 5% se il programma di investimenti viene concluso in 9 mesi, invece di 12.
Trattandosi di contributi finanziati dall’Europa, l’agevolazione dovrà ricevere l’autorizzazone dall’UE. Un decreto direttoriale del Mise dovrà stabilire i termini per la presentazione delle domande, che avverrà attraverso la procedura a sportello.
In caso di esaurimento dei fondi, le agevolazioni verranno concesse in base alla posizione assunta in graduatoria dai progetti presentati.