Il Ministro dello Sviluppo economico accoglie la richiesta dei produttori di macchine di allungare i termini di consegna dei beni strumentali ordinati entro la fine del 2021 da giugno a dicembre 2022.
In una nota diffusa dal portavoce del Ministro dello Sviluppo Economico si legge che “Giancarlo Giorgetti ha già dato parere favorevole all’emendamento parlamentare, che sarà votato stasera o al più tardi domani, al milleproroghe che chiede il rinvio a dicembre 2022 del termine di consegna degli impianti ordinati entro la fine del 2021″.
Il riferimento è alla conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228 (cosiddetto milleproroghe). Gli emendamenti che propongono lo slittamento sono ben 10 (tutti di identico contenuto) proposti da diverse forze politiche.
Si tratta degli emendamenti 3.09 (Fregolent, Marco Di Maio, Del Barba), 3.053 (Navarra), 3.0123 (Calabria, Sarro, Pella), 3.07 (Comaroli, Vanessa Cattoi, Frassini), 3.017 (Benamati, Bonomo, Gavino Manca, Nardi, Ubaldo Pagano, Soverini, Zardini), 3.063 (Albano, Prisco, Trancassini, Lucaselli, Montaruli, Rampelli), 3.440 (Pella, Prestigiacomo), 3.139 (Lucaselli, Prisco, Trancassini, Montaruli, Rampelli), 3.39 (Cenni, Incerti, Critelli, Avossa, Cappellani, Frailis), 3.320 (Lovecchio).
Il testo di questo emendamento è il seguente
Dopo l’articolo 3, aggiungere il seguente:
Art. 3-bis. (Proroga dei termini per la consegna dei beni ordinati entro il 31 dicembre 2021 ai fini della fruizione del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali)
1. All’articolo 1 della legge 30 dicembre 2020, n. 178, sono apportate le seguenti modificazioni:
- al comma 1054, le parole: « ovvero entro il 30 giugno 2022 » sono sostituite dalle seguenti: « ovvero entro il 31 dicembre 2022 »;
- al comma 1056, le parole: « ovvero entro il 30 giugno 2022 » sono sostituite dalle seguenti: « ovvero entro il 31 dicembre 2022 ».
Viene quindi disposta la proroga al 31/12/2022 per la consegna sia dei beni 4.0 che di quelli non 4.0 ordinati entro il 31/12/2021.
AGGIORNAMENTO – Nella seduta del 15 febbraio, con il parere favorevole della presidente della commissione e della vice ministra Castelli, le commissioni hanno approvato l’emendamento. Successivamente il testo è stato approvato dall’aula della Camera e, il 24 febbraio, dal Senato. La modifica è quindi definitivamente approvata e in vigore dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Una proroga vitale per le imprese manifatturiere
Viene accolta, dunque, la richiesta avanzata da Federmacchine – la federazione delle imprese italiane costruttrici di beni strumentali – e da tutto il mondo dell’imprese, di allungare i termini di consegna per salvaguardare i clienti dei produttori di beni strumentali, che rischiavano di vedersi ridotte le agevolazioni fiscali.
I macchinari ordinati entro la fine dell’anno scorso godono infatti delle maggiori aliquote previste per il 2021, a patto che siano consegnati entro giugno 2022.
Una scadenza troppo ravvicinata, secondo le imprese, considerate le attuali condizioni del contesto, funestato dalla grande difficoltà di reperimento delle materie prime e delle componenti elettroniche.
“Nella realtà molte delle aziende produttrici di macchinari rischiano di non riuscire a rispettare i tempi ora stabili e non per propria inefficienza, ma per le condizioni del mercato“, spiega Giuseppe Lesce, Presidente di Federmacchine.
Federmacchine aveva più volte richiesto lo slittamento al Mise, alla luce del fatto che la proroga non avrebbe comportato alcun aggravio sulle casse dello Stato, poiché lo spostamento avviene all’interno dello stesso anno fiscale.
Lo slittamento avrà benefici immediatamente misurabili su migliaia di imprese manifatturiere clienti dei costruttori di beni strumentali.
Imprese che, senza un intervento del Governo, rischiavano di vedersi ridotto il beneficio fiscale legato all’acquisizione di quei macchinari.
Soddisfazione per la decisione di Giorgetti arriva anche da Confindustria, che da tempo premeva affinché il Mise posticipasse la scadenza a fine anno.
“Per Confindustria e le sue Associazioni il termine di consegna fissato attualmente al giugno 2022 è un vincolo che deve essere assolutamente posticipato a fine anno. La critica congiuntura attuale, dovuta alla carenza di materie prime e ai problemi legati alla logistica, ha infatti reso evidente l’oggettiva impossibilità per il sistema manifatturiero di rispettare i tempi di consegna dei beni”, si legge nella nota diffusa.
Confindustria, inoltre, torna a ribadire la necessità di riavviare un tavolo di confronto per valutare l’impatto delle misure ed eventuali adattamenti al Piano Industria 4.0.
Un piano che, secondo l’associazione che rappresenta le imprese manifatturiere e dei servizi, non va depotenziato “perché rappresenta un determinante strumento di politica industriale per la modernizzazione del sistema produttivo, che ha aiutato le imprese a realizzare investimenti in chiave innovativa, digitale e sostenibile: leve fondamentali per affrontare le transizioni in atto”.