Le vendite di nuovi robot per applicazioni industriali sono proseguite a ritmi sostenuti anche nel terribile anno della pandemia. Il consuntivo per il 2020 reso noto dall’IFR, la Federazione Internazionale della Robotica, parlano di 383.500 unità consegnate nel mondo (+0,5% rispetto al 2019), con un tasso di crescita annua media del 9% nel quinquennio 2015-2020.
In valore assoluto, il 2020 è stato il terzo miglior anno nella storia per l’industria della robotica, dopo il 2018 e il 2017.
Lo stock di robot installati nelle fabbriche di tutto il mondo arriva così a quota 3 milioni, in crescita del 10% rispetto all’installato 2019.
La tenuta delle vendite è merito esclusivo dell’Asia (+6%), mentre Europa e Nord America hanno registrato cali rilevanti.
“Le economie del Nord America, dell’Asia e dell’Europa non hanno sperimentato contemporaneamente il loro punto di minimo di Covid-19”, afferma Milton Guerry, presidente dell’IFR. “L’acquisizione di ordini e la produzione nell’industria manifatturiera cinese hanno iniziato a salire nel secondo trimestre del 2020. L’economia nordamericana ha iniziato a riprendersi nella seconda metà del 2020 e l’Europa ha seguito l’esempio un po’ più tardi”.
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L’Automotive non è più il mercato principale
Fino allo scorso anno l’industria automobilistica era il primo cliente per i fornitori di robot.
Il settore Automotive, che sta attraversando un periodo di forte crisi determinato dalla doppia azione della transizione ecologica e della pandemia, ha assorbito quest’anno 80.000 robot, pari al 20% del totale, mentre nel 2018 assorbiva 126.000 robot pari al 30% del totale.
Da quest’anno il mercato che acquista più robot è quello dell’Elettronica, con 109.000 robot installati, pari al 28,4% del totale.
Buone prospettive di crescita anche per il futuro
Per il 2021 l’IFR stima una crescita delle vendite del 13% a quota 435.000 unità, superando così il livello record raggiunto nel 2018.
In particolare nel 2021 “le installazioni in Nord America dovrebbero aumentare del 17% a quasi 43.000 unità. Le installazioni in Europa dovrebbero crescere dell’8% a quasi 73.000 unità. Le installazioni di robot in Asia dovrebbero superare la soglia delle 300.000 unità e aggiungere il 15% al risultato dell’anno precedente. Quasi tutti i mercati del sud-est asiatico dovrebbero crescere con tassi a doppia cifra nel 2021”.
Il trend di crescita proseguirà fino al 2024 con una crescita media annua del 6%. Per quell’anno si dovrebbe arrivare a quota 500.000 unità installate in un anno.
Italia al sesto posto e in Corea un robot ogni 10 lavoratori
Tornando ai dati 2020, la classifica dei paesi che hanno installato più robot vede in testa la Cina con 168.400 unità, quasi la metà delle vendite mondiali, seguita dal Giappone (38.700 unità), USA (30.800 unità), Corea (30.500 unità), Germania (22.300 unità) e Italia al sesto posto (8.500 unità).
In crescita del 12% la densità media di robot, cioè il numero di robot installati ogni 10.000 lavoratori. In questa classifica l’Italia occupa l’undicesimo posto: a fronte di una media mondiale di 126 robot ogni 10.000 umani, l’Italia ne ha 224. A guidare questa classifica è la Corea con l’impressionante numero di 932 unità ogni 10.000 lavoratori, in pratica un robot ogni 10 umani.
Interessante anche il dato relativo alla robotica collaborativa. Le vendite hanno rappresentato “solo” il 6% del totale, con 22.000 unità contro le 362.000 dei robot industriali tradizionali. Si tratta di un dato simile a quello del 2019, ma va sottolineato che nel 2017 le unità vendute erano esattamente la metà.
La geografia della robotica
L’Asia
L’Asia, come abbiamo visto, resta il più grande mercato mondiale per i robot industriali.
Il 71% di tutti i robot di nuova installazione nel 2020 è stato installato in Asia (2019: 67%). Le installazioni per il più grande mercato della regione, la Cina, sono cresciute del 20% con 168.400 unità spedite. Qui lo stock di robot in funzione ha raggiunto 943.223 unità (+21%). La soglia di 1 milione di unità sarà superata nel 2021.
Il Giappone si conferma secondo mercato per i robot industriali, anche se l’economia giapponese è stata colpita duramente dalla pandemia Covid-19. Le vendite sono diminuite del 23% nel 2020 con 38.653 unità installate. A differenza di quanto è accaduto in Cina, la domanda dell’industria elettronica e dell’industria automobilistica in Giappone è stata debole. Lo stock di robot installati in Giappone nel 2020 è stato di 374.000 unità (+5%). Qui le prospettive per il 2021 sono positive: il mercato giapponese della robotica dovrebbe crescere del 7% nel 2021 per proseguire nel 2022.
La Repubblica di Corea è il quarto mercato di robot in termini di installazioni annuali, dopo il Giappone, la Cina e gli Stati Uniti. Le installazioni di robot sono diminuite del 7% a 30.506 unità nel 2020. Lo stock operativo di robot è stato calcolato a 342.983 unità (+6%). Come abbiamo visto, la Corea detiene il record per la densità di robot installati, quasi uno ogni dieci lavoratori. La domanda di robot sia da parte dell’industria elettronica sia da parte dei fornitori dell’Automotive dovrebbe crescere dell’11% nel 2021 e in media dell’8% all’anno negli anni successivi.
L’Europa
Nel 2020 le installazioni di robot industriali in Europa sono diminuite dell’8% a quota 67.700 unità. Questo è stato il secondo anno di declino, dopo un picco di 75.560 unità nel 2018. La domanda dell’industria automobilistica è scesa di un altro 20%, mentre quella della general industry è aumentata del 14%.
La Germania, il quinto mercato al mondo dopo Cina, Giappone, USA e Corea, ha assorbito da sola il 33% delle installazioni totali in Europa. L’Italia segue con il 13% e la Francia con l’8%.
Il numero di robot installati in Germania nel 2020 si è attestato a circa 22.300 unità.
Nel Regno Unito le installazioni di robot industriali sono aumentate dell’8% a quota 2.205 unità (un decimo di quelle vendute in Germania). L’industria automobilistica ha acquistato 875 robot (+16%), ma a crescere di più è stata l’industria alimentare, che ha quasi raddoppiato le installazioni dalle 155 unità nel 2019 a 304 unità nel 2020 (+96%). Questo mercato sta soffrendo una carenza di manodopera causate dalle restrizioni di viaggio legate alla pandemia e alla Brexit. Questi fattori dovrebbero spingere la domanda di robot con crescite a doppia cifra anche nel 2021 e 2022.
Un’analisi di dettaglio sull’Italia sarà presentata nelle prossime settimane dall’Associazione Italiana di Robotica Industriale (Siri).
L’America del Nord
Gli Stati Uniti sono il più grande mercato di robot industriali nelle Americhe, con una quota del 79% delle installazioni totali della regione. Sono seguiti dal Messico con il 9% e dal Canada con il 7%.
Le nuove installazioni negli Stati Uniti hanno subito un rallentamento dell’8% nel 2020. Si è trattato del secondo anno di calo dopo otto anni di crescita. L’industria automobilistica ha assorbito un numero significativamente inferiore di robot rispetto al 2019 (10.494 unità, -19%), le installazioni nell’industria elettrica/elettronica sono invece cresciute del 7% a 3.710 unità.
Le aspettative generali per il mercato nordamericano sono molto positive e si prevede il ritorno ai livelli pre-crisi già nel 2021, quando le nuove installazioni di robot dovrebbero crescere del +17%.
Il boom della robotica di servizio
La pandemia e la necessità di favorire distanziamento e vendite a distanza hanno spinto le vendite di robot di servizio.
Il mercato di robot per applicazioni professionali ha registrato vendite di 131.800 unità (+41%) per un fatturato di 6,7 miliardi di dollari (+12%).
Il mercato di robot per applicazioni consumer contato invece 19 milioni di unità vendite (+6%) con un fatturato di 4,4 miliardi di dollari (+16%).
Le cinque principali applicazioni sono state: robot mobili e robot per le consegne, pulizia e disinfestazione, applicazioni in ambito medico e per la riabilitazione, robot per applicazioni sociali (ad esempio per tenere in contatto malati e parenti) e per la ristorazione automatica.