DigitalMEC, il progetto di imprese e sindacati per l’alfabetizzazione digitale dei lavoratori metalmeccanici

DigitalMEC, il programma per l’alfabetizzazione digitale dei lavoratori metalmeccanici, sviluppato da Federmeccanica, Assistal, Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, con il patrocinio del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, punta a diffondere competenze digitali di base, promuovere l’alfabetizzazione digitale dei lavoratori metalmeccanici e l’acquisizione di competenze digitali intermedie e avanzate per una partecipazione attiva alla società digitale

Pubblicato il 10 Set 2021

produzione industriale


Diffondere le competenze digitali tra i lavoratori al fine di migliorare l’utilizzo degli strumenti digitali presenti in azienda e di promuovere una partecipazione più attiva e consapevole nella società digitale: sono questi alcuni degli obiettivi di DigitalMEC, il progetto di alfabetizzazione digitale sviluppato da Federmeccanica, Assistal, Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, con il patrocinio del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale.

Il progetto prende come riferimento i contenuti individuati dal “Quadro di riferimento per le competenze digitali dei cittadini – DigComp 2.1”, nonché gli obiettivi posti dal Ministero Innovazione Tecnologica e transizione Digitale (MITD) riguardo l’estensione dell’utilizzo dell’identità digitale (SPID) ad almeno il 70% della popolazione e la riduzione del gap di competenze digitali (con almeno il 70% della popolazione in possesso delle competenze digitali di base).

Alfabetizzazione digitale necessaria per tutelare il diritto al lavoro

Un percorso su cui ancora c’è molto da fare. Ricordiamo che, secondo il rapporto sulla digitalizzazione dell’economia e della società (DESI), realizzato dalla Commissione europea nel 2020, soltanto il 42% dei cittadini italiani di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base.

Dopo la spinta accelerativa che la pandemia ha dato alla trasformazione digitale, accrescere questa percentuale è  indispensabile per garantire il successo delle aziende italiane, soprattutto tra le PMI, che spesso devono affrontare più ostacoli nel loro percorso di digitalizzazione.

Ma l’importanza di possedere competenze digitali (almeno di base) va ben oltre l’aspetto economico. Si tratta di un percorso da intraprendere con urgenza proprio per non rischiare di creare nuove barriere alla partecipazione attiva, ma soprattutto ai diritti dei cittadini, come sottolinea Assuntela Messina, Sottosegretario di Stato al Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale.

“L’analfabetismo digitale rischia di diventare una nuova barriera architettonica per il godimento dei diritti di cittadinanza. Bisogna lavorare sulla nostra posizione di ritardo in merito al digitale puntando parallelamente su formazione e sviluppo delle infrastrutture. Il buon esito del processo di transizione dipende dalla nostra capacità di far comprendere ai cittadini l’importanza di questo tipo di formazione. Il più alto numero di cittadini deve avere strumenti per partecipare, riconoscersi ed essere riconosciuto dalla società digitale“, commenta.

L’importanza della formazione digitale per i metalmeccanici

Una partecipazione che può promuoversi solamente aumentando la consapevolezza dell’importanza della formazione e della formazione digitale. Un’importanza che nel settore metalmeccanico è stata più volte ribadita, già con la firma del contratto collettivo nazionale del 2016 – che ha introdotto l’obbligo per le aziende di prevedere un percorso di formazione di 24 ore sul triennio per ciascuno dei proprio dipendenti a tempo indeterminato – che con la firma del nuovo contratto lo scorso febbraio.

Proprio in quell’ultima occasione, i sindacati erano tornati a sottolineare l’importanza della formazione digitale per i lavoratori metalmeccanici, che si trovano spesso a lavorare in ambienti altamente digitalizzati e connessi senza avere le giuste competenze e consapevolezza.

Un problema che secondo Roberto Benaglia, Segretario Generale Fim Cisl, deve essere affrontato per non rischiare di ledere il diritto al lavoro, soprattutto di coloro che per età o scolarizzazione non possono apprendere queste competenze in autonomia.

“Possedere almeno competenze digitali di base è diventato importante quanto il titolo di studio di terza media era un tempo per i nostri padri. Dobbiamo essere vicini a quei lavoratori che per diverse ragioni non hanno la capacità di apprendere queste competenze da soli”, commenta.

Si dovrà anche discutere, secondo il  Segretario Generale Fim Cisl, sui soggetti che saranno incaricati di certificare queste competenze e sulle modalità con cui si attribuiranno tali riconoscimenti.

Cruciale sarà anche concentrarsi sulle competenze necessarie per capire e interpretare i dati provenienti da macchinari e impianti connessi, sottolinea Sara Pavesi, Responsabile dell’area Education e Innovazione di Confindustria Bergamo, in quanto ” è dai dati che deriva il vero valore aggiunto per le aziende”.

Le linee guida per la digitalizzazione dei lavoratori metalmeccanici

Le linee guida DigitalMEC si muovono proprio in questa direzione, ponendosi come supporto operativo nella definizione e nella realizzazione di un programma formativo in materia, per il raggiungimento di tre obiettivi:

  • Acquisire le competenze di base che consentono di operare in autonomia con i più diffusi strumenti informatici, al fine di facilitare l’utilizzo ordinario delle principali applicazioni presenti sia all’interno che all’esterno del luogo di lavoro, nonché la creazione e l’uso dell’identità digitale (SPID)
  • Alfabetizzare digitalmente i lavoratori metalmeccanici anche ai fini del migliore utilizzo degli strumenti di comunicazione digitale presenti in azienda e della fruizione delle piattaforme attuative degli istituti contrattuali (Fondo Cometa, Fondo MetaSalute, Welfare contrattuale), nonché degli istituti assicurativi e previdenziali (INPS e INAIL)
  • Acquisire competenze intermedie e avanzate al fine di promuovere lo sviluppo di una cultura digitale

Proprio per questo, all’interno delle linee guida sono indicati diversi percorsi formativi, sviluppati a seconda delle competenze digitali in possesso dalla forza lavoro dell’azienda.

I percorsi formativi di base includono attività mirate alla conoscenza e all’utilizzo del computer, di internet (inclusi social media) e delle forme di comunicazione digitali (email), nonché alle competenze essenziali per la gestione dei dati e l’utilizzo dei programmi più diffusi in ufficio (Word, Power Point, Excel, Key Notes).

Inoltre, i corsi base comprendono moduli rivolti all’utilizzo delle piattaforme aziendali (welfare, Cometa, MetaSalute) e puntano all’acquisizione delle competenze necessarie alla gestione della documentazione afferente al rapporto di lavoro attraverso l’utilizzo degli strumenti digitali (busta paga elettronica, permessi, mensa, dimissioni telematiche, ecc).

Questi corsi, precisano le linee guida, dovrebbero essere svolti in presenza, con un docente (interno o esterno all’azienda) e almeno un tutor in grado di supportare attivamente i partecipanti nell’acquisizione pratica dei contenuti del corso.

I moduli intermedi sono orientati all’utilizzo degli strumenti di cittadinanza digitale, alla conoscenza dei diritti digitali (privacy e reputazione), alla gestione e l’archiviazione dei dati in sicurezza e all’utilizzo dei principali strumenti di collaborazione da remoto, di organizzazione del lavoro e di apprendimento a distanza.

I corsi avanzati, infine, forniscono nozioni sulle tecnologie chiave dell’Industria 4.0 (Intelligenza Artificiale, Cloud, dati, Stampa 3D ecc), oltre a focalizzarsi sul corretto utilizzo del digitale, con approfondimenti sulla gestione del tempo e delle informazioni che si ricevono dalla rete.

Per i moduli intermedi e avanzati può essere sviluppata una formazione a distanza, sia utilizzando piattaforme di e-learning che corsi in modalità sincrona, in cui gli allievi possono interagire in tempo reale con il docente e il tutor (attraverso webinar, videoconferenze, chat dal vivo, lezioni in streaming dal vivo), o in modalità asincrona, che permette una flessibilità ancora maggiore.

Per aiutare le aziende a individuare la giusta offerta formativa per la propria forza lavoro, le linee guida mettono a disposizione uno strumento, “Come vivi il digitale”, che comprende un questionario (da realizzare in modalità cartacea o digitale) che aiuta a individuare il grado di alfabetizzazione digitale dei lavoratori.

“Spesso, ottime iniziative di trasformazione digitale non hanno centrato in pieno i risultati attesi anche per la mancanza di un piano dettagliato di formazione delle competenze di chi poi quella trasformazione deve metterla in pratica nel lavoro quotidiano. È esattamente questo il gap che vogliamo colmare attraverso il supporto organizzativo offerto da DigitalMEC”, commenta Federico Visentin, Presidente di Federmeccanica.

Il documento

CS_DigitalMEC_AlfabetizzazioneDigitale_Patrocinio_1

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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