È tornata a scendere, nel mese di marzo, la fiducia dei consumatori italiani, preoccupati soprattutto per la situazione economica del Paese, corrente e futura, e per il bilancio familiare, mentre si mantengono più ottimisti gli imprenditori: è quanto emerge dai dati Istat sulla fiducia dei consumatori e delle imprese.
Infatti, dopo il miglioramento di entrambi gli indici nel mese scorso, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è tornato a scendere, passando da 101,4 a 100,9, mentre quello relativo alle imprese è aumentato, passando da 93,3 a 93,9.
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Consumatori preoccupati per la situazione economica e il bilancio familiare
In peggioramento tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori, fatta eccezione per le attese relative alla disoccupazione, che rimangono stabili rispetto ai valori di febbraio (+91,7), conseguenza forse del blocco dei licenziamenti prorogato con il decreto sostegni dal Governo Draghi.
Particolarmente negativi i giudizi sulla situazione economica del Paese, con il valore dei giudizi sulla situazione attuale he scende da -145,6 a -146,9 e quello sulle attese per la situazione futura che passa da 2,6 a -0,8. Contenuta la flessione per il clima personale, che passa da 104,7 a 104,5.
Consumatori che sono preoccupati anche per la situazione familiare futura: infatti, se il dato relativo al giudizio sulla situazione corrente è il leggero miglioramento (si è passati da -39,4 di febbraio a -37,6), quello sui giudizi futuri è sceso da -5,8 a -7,1. Significativo calo anche del giudizio sul bilancio familiare, che passa da +16,9 a +12,5.
Più ottimiste le imprese
Per quanto riguarda le imprese, si registra invece una tendenza contraria, con un miglioramento della fiducia nell’industria che riguarda soprattutto manifattura (dove la fiducia sale per il secondo mese consecutivo) e costruzioni, (dove invece l’andamento positivo si registra da gennaio).
Nella manifattura, infatti, l’indice passa da 99,5 a 101,2. In miglioramento il giudizio sugli ordini, che passa da -18,5 a -14,3 e quello sulle attese di produzione, dove il dato sale a +4,6 rispetto al +3,8 registrato a febbraio, mentre le scorte di prodotti finiti sono giudicate stabili.
Aumento significativo anche per le costruzioni, dove il clima di fiducia passa da 139,1 a 143,1 e le attese di occupazione salgono a +7,5 rispetto al +2,3 di febbraio.
Un ottimismo che, tuttavia, non è diffuso tra tutti i settori: l’indice è infatti negativo sia per i servizi che per il commercio. Per i servizi di mercato l’indice di fiducia passa, infatti, da 85,7 a 85,3, trainato dalle aspettative sugli ordini che sono in deciso calo (da -3,5 a -8,7). Nel commercio, la fiducia scende da 93,7 registrato a febbraio a 90,9 di marzo, a causa di un peggioramento sia dei giudizi sia delle attese sulle vendite (dove il dato passa da -11,8 a -12,4), mentre le scorte di magazzino sono giudicate in decumulo (da +12,2 a +9,0).
Complici forse le restrizioni vigenti in gran parte del territorio nazionale, con molti esercizi commerciali chiusi, le attese per le vendite sono negative sia nella grande distribuzione (dove il valore scende da +20,0 a +7,8) che nella distribuzione tradizionale, dove il dato scende a -14,4 dal -8,1 registrato a febbraio.