Come cambia la mappa dei rischi d’impresa: pandemia e cyber attacchi minacciano la business continuity

Secondo l’Allianz Risk Barometer 2021 i principali rischi d’impresa per il 2021 sono l’interruzione dell’attività (41%), la pandemia (40%) e gli incidenti informatici (40%). In particolare, la pandemia da Covid-19 ha dimostrato che gli eventi estremi che possono portare a un’interruzione improvvisa delle attività economiche su scala globale non sono solo teorici, ma una possibilità reale. E la digitalizzazione forzata dalla pandemia, a sua volta, aumenta l’esposizione al rischio di attacchi informatici.

Pubblicato il 19 Gen 2021

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L’interruzione dell’attività (41%), l’esplosione della pandemia (40%) e gli incidenti informatici (40%) sono i tre principali rischi d’impresa registrati dall’Allianz Risk Barometer 2021, il sondaggio sui rischi aziendali globali curato da Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) sulla base delle opinioni di 2.769 esperti (tra cui CEO, risk manager, broker ed esperti assicurativi) provenienti da 92 paesi.

“Il barometro è chiaramente dominato dal trio di rischi Covid-19. L’interruzione dell’attività, la pandemia e il cyberspazio sono fortemente interconnessi, a dimostrazione delle crescenti vulnerabilità del nostro mondo altamente globalizzato e connesso”, commenta Joachim Müller, CEO di AGCS. “La pandemia di coronavirus ci ricorda che la gestione del rischio e la gestione della continuità operativa devono evolvere ulteriormente per aiutare le aziende a prepararsi e a sopravvivere agli eventi estremi. E mentre la pandemia continua ad avere una presa salda sui paesi di tutto il mondo, dobbiamo anche prepararci a scenari estremi più frequenti, come un’interruzione del Cloud o un attacco informatico su scala globale, disastri naturali causati dal cambiamento climatico o anche un’altra epidemia”.

La business interruption

Prima della pandemia da Covid-19, l’interruzione dell’attività (BI, business interruption) ritorna al primo posto, ma era già finita sette volte al vertice dell’Allianz Risk Barometer. Gli eventi estremi che possono portare a un’interruzione improvvisa delle attività economiche su scala globale non sono solo teorici, ma una possibilità reale, causando perdite di ricavi e interruzioni della produzione e delle catene di fornitura, come ha dimostrato questa pandemia. Il 59% degli intervistati evidenzia la pandemia come la causa principale della BI nel 2021, seguita dagli incidenti informatici (46%) e dalle catastrofi naturali e dagli incendi ed esplosioni (circa il 30% ciascuno).

La pandemia si sta aggiungendo all’elenco crescente di possibili cause di business interruption con danni non fisici, come i blackout informatici o di energia. “Le conseguenze della pandemia – una digitalizzazione più ampia, un lavoro più a distanza e la crescente dipendenza dalle tecnologie di aziende e società – aumenteranno probabilmente i rischi di BI nei prossimi anni”, spiega Philip Beblo, esperto del team di sottoscrizione globale di AGCS Property underwriting. “Tuttavia, i rischi fisici tradizionali non scompariranno e devono rimanere nell’agenda della gestione del rischio”. Le catastrofi naturali, le condizioni climatiche estreme o gli incendi rimangono le cause principali della business interruption per molti settori industriali e continuiamo a vedere una tendenza ad aumentare le perdite nel tempo”.

I cyber pericoli si intensificano

Gli incidenti informatici, al terzo posto della classifica, restano un pericolo fondamentale, ai primi tre posti in molti Paesi tra cui Brasile, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Sudafrica, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.

L’accelerazione verso una maggiore digitalizzazione e il telelavoro guidata dalla pandemia sta inoltre intensificando ulteriormente le vulnerabilità IT. Al culmine della prima ondata di blocchi nell’aprile 2020, l’FBI ha segnalato un aumento del 300% dei soli incidenti, mentre si stima che la criminalità informatica costi all’economia globale oltre 1 trilione di dollari, con un aumento del 50% rispetto a due anni fa.

Gli incidenti causati dal ransomware stanno diventando sempre più dannosi, prendendo sempre più di mira le grandi aziende con attacchi sofisticati e forti richieste di estorsione, come evidenziato nel recente rapporto AGCS sulle tendenze del rischio informatico.

“Il Covid-19 ha dimostrato la rapidità con cui i criminali informatici sono in grado di adattarsi e l’ondata di digitalizzazione determinata dalla pandemia ha creato opportunità di intrusione con nuovi scenari di perdita informatica che emergono costantemente”, spiega Catharina Richter, Global Head of the Allianz Cyber Center of Competence di AGCS.

Gli effetti diretti e indiretti della pandemia

Nella classifica dei rischi la pandemia ha scalato 15 posizioni, passando dal sedicesimo al secondo posto continua a rappresentare una minaccia immediata sia per la sicurezza individuale che per le imprese: a dimostrazione del fatto che l’epidemia ha fatto salire 15 posizioni fino al 2° posto in classifica a scapito di altri rischi. Ma il secondo posto a livello mondiale riflette il fatto che, in ben 16 Paesi, la pandemia sia ritenuta in realtà il rischio numero uno.

Anche l’andamento del mercato (n. 4 con il 19%) è in crescita nell’Allianz Risk Barometer 2021: il timore è il possibile aumento dei tassi di insolvenza a seguito della pandemia. Secondo Euler Hermes, il grosso delle insolvenze arriverà nel 2021. L’indice di insolvenza globale messo a punto dalla compagnia di assicurazione del credito commerciale dovrebbe raggiungere un nuovo record a causa dei fallimenti previsti in aumento del 35% entro la fine del 2021, soprattutto negli Stati Uniti, in Brasile, in Cina e nei principali paesi europei.

Un altro vettore di incertezza, secondo il report, è legato al fatto che la pandemia potrebbe innescherà probabilmente un periodo di innovazione e di perturbazione del mercato, accelerando l’adozione di tecnologie che avranno un forte impatto sulla scomparsa degli operatori storici e dei settori tradizionali e dando origine a nuovi concorrenti.

Tra gli altri fattori di rischio vi sono gli sviluppi macroeconomici (#8 con il 13%) e i rischi politici e la violenza (#10 con l’11%) che sono, in gran parte, anche loro una conseguenza indiretta della pandemia. In particolare i rischi politici riflettono l’aumento di disordini civili, proteste e rivolte, che sfidano il terrorismo come principale fattore di esposizione per le aziende. Il numero, la portata e la durata di molti eventi recenti, tra cui le proteste di Black Lives Matter, le manifestazioni anti-lockdown e i disordini legati alle elezioni presidenziali statunitensi, sono stati eccezionali. Con l’aumento delle ricadute socioeconomiche di Covid-19, è probabile che si verifichino ulteriori disordini politici e sociali, e si prevede che molti Paesi registreranno un aumento dell’attività nel 2021 e oltre, in particolare in Europa e nelle Americhe.

Tra i rischi che invece perdono quota figurano i cambiamenti nella legislazione e nella regolamentazione (#5 con il 19%), le catastrofi naturali (#6 con il 17%), gli incendi/esplosioni (#7 con il 16%) e il cambiamento climatico (#9 con il 13%), tutti chiaramente superati dalle preoccupazioni legate alla pandemia.

L’Italia

In Italia, per la prima volta in assoluto, gli Incidenti informatici si classificano come il più importante rischio per le aziende a livello locale.

L’interruzione di attività è al secondo posto e rimane una sfida fondamentale, mentre la Pandemia entra quest’anno direttamente al 3° posto.

New entry al decimo posto anche la preoccupazione per blackout energetici

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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