Aggiornamento del 12 gennaio 2021 – Vi consigliamo la lettura di questo articolo dove troverete tutte le cifre aggiornate del Piano
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR, più semplicemente detto Recovery Plan) sarà finalizzato a febbraio, ma in queste settimane le bozze si stanno affinando e la battaglia politica sull’allocazione delle risorse sta diventando particolarmente accesa.
L’ultima versione del documento, datata 29 dicembre 2020, è la prima in cui fa capolino la struttura che evidenzia le “milestone” (pietre miliari) e i “target” (obiettivi) che deve raggiungere ciascun componente di missione. Ricordiamo infatti che il Recovery plan italiano punta su sei missioni articolate in diverse “componenti”: delle macroaree nelle quali vengono poi compresi i vari progetti.
L’ultima release del documento prevede una spesa divisa tra bonus (55 miliardi) e investimenti (120 miliardi), ma a scatenare la polemica politica è il fatto che quasi il 60% dei 127 miliardi di prestiti Ue sono allocati a copertura del “tendenziale”, cioè finanzieranno spese già previste nei saldi di finanza pubblica.
Una decisione che ha visto la forte opposizione di Matteo Renzi, secondo il quale tutti i prestiti dovrebbero finanziare nuovi investimenti, e che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ritiene invece non negoziabile: laddove infatti i vecchi progetti fossero finanziati con nuovo debito pubblico, i saldi previsti dalla Nadef (145% di rapporto debito PIL alla fine dei sei anni di uso del Recovery) sarebbero una chimera.
In questo articolo vediamo quali sono i progetti e i saldi previsti in favore di innovazione e digitalizzazione.
Indice degli argomenti
Le sei missioni e le 17 componenti
Prima di passare in rassegna le schede di tutti i progetti che compongono l’area digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, vi proponiamo una “bussola” per meglio orientarvi nel Recovery Plan.
Nel documento, dicevamo, ci sono sei missioni articolate in 17 “componenti”, secondo il seguente schema:
M1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
- C1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pubblica Amministrazione
- C2 Innovazione, competitività, digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione
- C3 Cultura e Turismo
M2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica
- C1 Impresa Verde ed Economia Circolare
- C2 Transizione Energetica e Mobilità Sostenibile
- C3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
- C4 Tutela del territorio e della risorsa idrica
M3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile
- C1 Alta velocità di rete e connessioni stradali sicure
- C2 Intermodalità e logistica integrata
M4 – Istruzione e ricerca
- C1 Potenziamento della didattica e diritto allo studio
- C2 Dalla ricerca all’impresa
M5 – Parità di genere, equità sociale e territoriale
- C1 Parità di genere
- C2 Giovani e Politiche del Lavoro
- C3 Vulnerabilità, Inclusione sociale, Sport
- C4 Interventi speciali di coesione territoriale
M6 – Salute
- C1 Assistenza di prossimità e telemedicina
- C2 Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria
Innovazione, competitività, digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione
A “Innovazione, competitività, digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione” è quindi dedicata la seconda Componente della prima missione (M1C2) che si pone complessivamente i seguenti tre obiettivi
- Sostenere la transizione digitale e l’innovazione del sistema produttivo attraverso stimoli agli investimenti in tecnologie all’avanguardia e 4.0, ricerca, sviluppo e innovazione, cybersecurity
- Realizzare reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e satellitari, per raggiungere aree bianche e aree grigie, realtà pubbliche ritenute prioritarie e integrare le tecnologie per offrire servizi avanzati per il comparto produttivo e della sicurezza
- Favorire l’internazionalizzazione delle PMI italiane e aumentare la loro competitività sui mercati internazionali
Le risorse previste sono 32,4 miliardi, di cui 19,9 aggiuntivi e 12,56 destinati a coprire progetti già in essere.
Entriamo ora nel dettaglio dei progetti parte di questa missione che, come avete visto dalla tabella, è di fatto composta da tre parti: la prima, più corposa (oltre 28 miliardi), dedicata al sistema produttivo, la seconda al tema della banda larga e la terza all’internazionalizzazione.
Le misure per la digitalizzazione e l’innovazione del sistema produttivo
Transizione 4.0
La prima voce di M1C2 è dedicata a Transizione 4.0, catalogata come “investimento” sotto forma di incentivo (e non come “bonus”). Le cifre appostate sono 21,7 miliardi di cui 6,3 miliardi per il finanziamento di misure esistenti e 15,4 per misure addizionali. Il 100% del piano va nel computo delle misure in favore della digitalizzazione (il numero è importante perché, come è noto, una parte significativa delle risorse va investita in progetti che favoriscano la digitalizzazione o che abbiano “impatto green”).
Questo progetto è composto da 4 anime:
- i crediti di imposta per acquisto di beni strumentali
- i crediti di imposta per ricerca, sviluppo, innovazione e design
- le misure a sportello
- i contributi per la cybersecurity
Delle prime due misure vi abbiamo dettagliatamente parlato in questo articolo.
Le misure a sportello sono invece quelle “agevolazioni alle imprese in forma di contributi a fondo perduto e finanziamento agevolato, per supportare la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese italiane, con particolare attenzione alle PMI. Le misure sono costituite da strumenti già attivi (Nuova legge Sabatini, Digital Transformation, Macchinari innovativi), e anche in questo caso sono previste maggiorazioni rispetto alle intensità di aiuto previste”.
Infine, vengono citati “contributi a fondo perduto e/o finanziamento agevolato per l’innovazione nel settore ICT attraverso l’aggiornamento o la realizzazione ex novo di soluzioni tecnologiche a supporto delle attività di impresa con attenzione specifica agli aspetti di cybersecurity”.
Le milestone previste sono:
- Pubblicazione dei bandi entro il 2022
- Impegno del 100% delle risorse allocate entro il 2024
I target previsti per il 2026, su cui si misurerà l’efficacia delle misure, sono:
- Numero di imprese che acquistano beni strumentali tecnologicamente avanzati: 60.000 all’anno, con un incremento del +20% rispetto alla situazione di partenza (baseline: 50.000 per anno)
- Numero di imprese che investono in RSI: 25.000 per anno.
- Investimenti attivati dalle imprese beneficiarie delle misure a sportelli: 1,9 €/mld Certificazioni di cyber-sicurezza in ICT: incremento annuale del 10% dal 2021 al 2026 (baseline: n.1,261 certificazioni emesse nel 2020)
Patent box
Il secondo progetto parte della M1C2 è il Patent Box per i quali vengono stanziati 5,8 miliardi. Il progetto rientra nella categoria “Incentivi” e va tutto iscritto tra le spese del “tendenziale” e non dell’aggiuntivo.
La misura consente la deduzione fiscale del 50% dei redditi d’impresa derivanti dallo sfruttamento di Proprietà Intellettuale, quali:
- software protetti da copyright;
- brevetti industriali;
- disegni e modelli;
- processi, formule e informazioni giuridicamente tutelabili, relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico.
Il target previsto per il 2026 è rappresentato essenzialmente dal numero di imprese che avranno beneficiato delle agevolazioni fiscali (dato ancora da quantificare da parte dell’Amministrazione).
Agricoltura digitale
Il progetto “Digitalizzazione del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN)” (140 milioni di investimenti addizionali) prevede lo sviluppo di tecnologie abilitanti su cui implementare i colloqui tra amministrazioni e tra amministrazioni e aziende agricole. Lo scopo è rafforzare la capacità di analisi di settore, valorizzando il patrimonio informativo, con lo sviluppo e l’adozione di modelli per la valutazione degli effetti delle politiche agricole.
La digitalizzazione del SIAN determinerà una più efficiente gestione delle politiche agricole e lo sviluppo di servizi per le aziende agricole italiane, che potranno fruirne sia direttamente sia con il supporto di provider intermediari (organizzazioni/associazioni di categoria).
I target fissati al 2026 sono:
- n. 900.000 aziende agricole che hanno un beneficio atteso nell’efficientamento del proprio sistema produttivo, tramite la fruizione dei servizi e delle informazioni presenti nel SIAN (ripartizione temporale del target: 20% entro il 2022, 50% entro il 2023, 80% entro il 2024, 95% entro il 2025, 100% entro il 2026)
- n. 100 organizzazioni/associazioni di categoria delle filiere produttive che utilizzano effettivamente i servizi del SIAN (30% entro il 2023, 70% entro il 2024, 95% entro il 2025, 100% entro il 2026)
n. 3.000 soggetti pubblici che utilizzano i servizi del SIAN (30% entro il 2023, 80% entro il 2024, 95% entro il 2025, 100% entro il 2026) - n. 40 layer georeferenziati messi a sistema (25% entro il 2022, 75% entro il 2023, 100% entro il 2024)
Editoria 5.0
L’iniziativa da 220 milioni di euro di investimenti addizionali è rivolta alla transizione digitale e alla competitività del settore editoriale, prevedendo:
- l’estensione e l’adattamento al comparto dell’editoria di misure esistenti (Transizione 4.0, credito d’imposta per spese in pubblicità e servizi digitali);
- incentivi al turnover generazionale e all’assunzione di giovani con competenze digitali;
- iniziative per lo stimolo della domanda (erogazione alle famiglie a basso reddito di contributi/voucher per l’acquisto di device e di abbonamenti a giornali e periodici). Cronoprogramma (milestone e target)
Le milestone previste sono:
- Adozione di provvedimenti normativi per la revisione e l’integrazione degli strumenti di Transizione 4.0
- Emanazione di bandi o avvisi pubblici
I target fissati al 2024 sono:
- n. 2.000 imprese della filiera editoriale della stampa ammesse agli incentivi per la trasformazione digitale
- n. 800 nuovi specialisti ICT impiegati nelle imprese operanti nel settore dell’informazione e dell’editoria
- n. 1,4 milioni di famiglie a basso reddito destinatarie di contributo/voucher per acquisto abbonamenti a giornali.
Innovazione e tecnologia dei microprocessori
Con 600 milioni di incentivi addizionali, la misura agevolativa è rivolta a sostenere il settore Hi-Tech della microelettronica e prevede supporto finanziario per investimenti in macchinari, impianti e attrezzature produttive con intensità di aiuto pari al 40% delle spese ammissibili.
Le milestone previste dal progetto sono:
- Attivazione dello sportello (entro il primo semestre 2021)
- Selezione dei progetti e avvio degli investimenti (entro il 2023)
- Predisposizione di un report semestrale da parte del soggetto gestore sullo stato di avanzamento delle attività della misura (il primo e il secondo semestre di ogni anno dal 2021 al 2026)
Il target fissato al 2026 è costituito dagli investimenti diretti attivati nelle filiere hi-tech pari a 1.875 milioni di euro.
Banda larga e space economy
L’area è divisa in due progetti: banda ultralarga e 5G, con 2,64 miliardi, e Space economy con 890 milioni.
Il primo prevede un piano di investimenti per la diffusione di connessioni internet ultraveloci su tutto il territorio nazionale. L’iniziativa prevede:
- il Piano Italia 1 Gbit/s, per la realizzazione e completamento della rete nazionale di telecomunicazione in fibra ottica nelle aree grigie (aree in cui è presente una sola infrastruttura in fibra ottica e un solo operatore) e nelle aree bianche residue del territorio nazionale;
- la copertura con connessione veloce (BUL e/o 5G) di strutture pubbliche prioritarie, quali scuole, strutture sanitarie, parchi naturali, musei, siti archeologici, strutture sportive pubbliche, vie di comunicazione extra-urbane.
Il secondo prevede due linee di intervento. La prima linea è costituita da incentivi per favorire gli investimenti nel settore aerospazio realizzati da imprese che non riescono a trovare opportunità di finanziamento nel mercato. La seconda linea è invece un investimento per la realizzazione e messa in orbita di una costellazione di satelliti per l’osservazione e il monitoraggio ad elevata risoluzione dei territori e dello spazio extra- atmosferico (strategica per la prevenzione di rischi ambientali e la tutela della sicurezza dei cittadini). Inoltre, è prevista la costituzione dell’Istituto Nazionale di Osservazione della Terra (INOT), che gestirà e distribuirà i prodotti e servizi derivanti dalle analisi dei dati.
Internazionalizzazione
Il progetto dedicato all’internazionalizzazione (450 milioni di euro) prevede tre linee di intervento:
- Il rafforzamento del Patto per l’Export, che comprende varie misure per campagne di comunicazione, voucher per Digital Export Managers, sviluppo delle piattaforme “Fiera Smart 365” e www.export.gov.it, definizione di accordi di e-commerce con i principali digital marketplaces, rafforzamento delle piattaforme per l’accesso alle gare internazionali;
- La digitalizzazione degli Enti Fiera (prestito agevolato a favore degli enti fiera per investimenti in soluzioni digitali che consentano lo svolgimento degli eventi anche online);
- Il rifinanziamento e rimodulazione del Fondo 394/81 gestito da SIMEST, che fornisce supporto finanziario a PMI e “mid-cap companies” per accedere e competere nei mercati internazionali (esempi di spese ammissibili: studi di fattibilità, partecipazione a fiere e mostre, apertura di primi punti commerciali all’estero, formazione del personale in loco; spese per l’accesso a piattaforme di e-commerce, fornitura di un gestore temporaneo delle esportazioni).
Il Ministero degli Affari Esteri e del Commercio Internazionale – si legge nel documento – ha fornito un articolato e puntuale quadro di milestone e target, per ciascuna delle tre linee di intervento. Complessivamente, il progetto si sviluppa a partire dal 2021, anno in cui si prevede il raggiungimento della gran parte delle milestone, e si conclude entro il 2025 con i target distribuiti omogeneamente nel periodo di programmazione. Solo l’attività di monitoraggio di alcune attività si protrae sino al 2026.