L’Europa spinge su ricerca e innovazione: quasi 100 miliardi per Horizon Europe e oltre 7,5 miliardi per il Digital Europe Programme

Il Piano Horizon Europe avrà un budget di 95,5 miliardi da destinare allo promozione, a livello europeo, nazionale e regionale, di ricerca e innovazione. Definite anche le risorse per il Digital Europe Programme, che metterà oltre 7,5 miliardi di euro per progetti in materia di high performance computing, Intelligenza Artificiale, cybersecurity e competenze digitali.

Pubblicato il 14 Dic 2020

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Quasi 100 miliardi per l’innovazione e la ricerca: è questa la cifra messa in campo dall’Unione europea attraverso il programma Horizon Europe. Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo sul programma transnazionale a sostegno della ricerca e l’innovazione, che potrà contare su un budget di circa 95,5 miliardi di euro per il periodo 2021-2027.

Con un aumento del 30% rispetto all’attuale programma di ricerca e innovazione, Horizon 2020 diventa il programma di ricerca e innovazione più ambizioso del mondo.

“L’accordo segna una pietra miliare molto importante per l’Europa. Con il programma Horizon Europe, la comunità di ricerca europea, le organizzazioni di ricerca e i nostri cittadini possono contare sul più grande programma di ricerca e innovazione del mondo. È il nostro principale strumento per rafforzare la nostra base scientifica e tecnologica, sviluppare soluzioni per una vita più sana, guidare la trasformazione digitale e combattere il cambiamento climatico, per la nostra resilienza collettiva”, commenta Mariya Gabriel, Commissario per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù.

Horizon Europe, gli obiettivi da raggiungere entro il 2027

Horizon Europe promuoverà l’eccellenza e fornirà un supporto ai migliori ricercatori e innovatori, per guidare i cambiamenti sistemici necessari a garantire un’Europa verde, sana e resiliente, attraverso il coordinamento e il sostegno di alcuni centri e strumenti europei:

  • il Consiglio Europeo per l’Innovazione (EIC), già in fase pilota, che riceverà un budget di oltre 10 miliardi di euro per sostenere le innovazioni emergenti e rivoluzionarie delle piccole e medie imprese (PMI), delle start-up e delle midcap. Esso completerà l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (IET)
  • il Consiglio europeo della ricerca (CER), per coordinare lo sforzo delle eccellenze europee in campo di ricerca
  • il Centro Comune di Ricerca (JRS, il servizio della Commissione per la scienza e la conoscenza
  • Le missioni dell’Ue, che si concentreranno su obiettivi ambiziosi, raggiungibili e legati e scadenze precise, per realizzare benefici comuni per i cittadini europei. Esse mirano a raggiungere, entro il 2030, 3 milioni di vite salvate da malattie tumorali, la neutralità climatica in 100 città, oceani, mari e bacini idrici interni sani, suoli e cibo sani e regioni resilienti ai cambiamenti climatici.
  • le borse di studio e gli scambi Marie Skłodowska-Curie, che aiuteranno i migliori talenti ad ampliare le loro conoscenze e competenze.

Il programma sosterrà anche la ricerca collaborativa, per permettere all’Unione di affrontare lesfide sociali presenti e future e per aumentare le capacità tecnologiche e industriali degli stati membri, attraverso cluster tematici: il cluster “Energia climatica e mobilità”, ad esempio, e il cluster “Industria digitale e spazio” aumenteranno le risorse di R&I nei settori legati al clima e garantiranno alle imprese europee l’accesso alle tecnologie e ai dati di cui hanno bisogno. In quest’ultimo ambito, la ricerca quantistica sarà prioritaria, ampliando così la leadership scientifica europea e l’eccellenza nelle tecnologie quantistiche.

Il cluster “Cultura, creatività e società inclusiva” è stato rafforzato, sostenendo la ricerca e l’innovazione nei settori culturali e creativi, attraverso la costruzione di uno spazio collaborativo per il patrimonio culturale e nelle discipline umanistiche e artistiche. Il  cluster “Salute” affronterà sfide come la pandemia di Coronavirus, l’estensione degli studi clinici, le misure di protezione innovative, la virologia, i vaccini, i trattamenti, la diagnostica e la traduzione dei risultati della ricerca in misure di politica sanitaria pubblica.

Ridurre il gap in ricerca e innovazione tra i Paesi europei

Horizon Europe mira, inoltre, a ridurre il divario in materia di ricerca e innovazione tra i Paesi europei, incoraggiando la partecipazione e rafforzerà lo Spazio europeo della ricerca (SER), attraverso un’ampia gamma di misure per sostenere i paesi con un basso livello di R&I.

Il 3% del budget sarà infatti destinato al raggiungimento di questo obiettivo, un aumento significativo rispetto a Orizzonte 2020. Fondi che saranno destinati ad azioni quali la costruzione di centri di eccellenza, lo sviluppo delle capacità in R&I di quei Paesi che si trovano in situazioni più arretrate in materia e facilitando i legami di collarazione.  le loro capacità e facilitare i legami di collaborazione.

L’accordo politico tra Parlamento europeo e il Consiglio è ora soggetto all’approvazione formale da parte dei due organi. L’impatto di Horizon Europe sarà potenziato attraverso la sua integrazione ad altri programmi e politiche dell’Unione, come InvestEU, Erasmus+, la politica di coesione dell’UE, i fondi strutturali e di investimento europei, il Connecting Europe Facility, il Recovery and Resilience Facility e il Programma Digital Europe.

Parlamento e Consiglio delineano il programma Digital Europe

Riguardo al Programma Digital Europe, il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio, che ne delinea il budget e le diverse aree di interesse.

L’accordo, che verrà sottoposto all’approvazione del Comitato dei Rappresentanti Permanenti del Consiglio (Coreper), prevede fondi per oltre 7,5 miliardi di euro (7.588 milioni per l’esattezza), da destinare a progetti in 5 aree strategiche:

  • high performance computing, per oltre 2,226 miliardi di euro
  • Intelligenza Artificiale, alla quale saranno destinati circa 2,062 miliardi
  • cybersecurity e trust, circa 1,650 miliardi
  • advanced digital skill, oltre 577 milioni
  • distribuzione, migliore utilizzo delle capacità digitali e interoperabilità, per cui sono stati stanziati oltre 1 miliardo di euro.

L’accordo prevede, quindi, una riduzione del budget stimato inizialmente, che ammontava a 9,2 miliardi di euro. Va sottolineato, tuttavia, che il totale delle risorse messe in campo dall’Ue e destinate al digitale sono incrementate rispetto al precedente MFF (Multi Financial Framework, il bilancio pluriennale dell’Unione Europea), considerando i fondi previsti sia da Horizon Europe che dal piano Next Generation EU, che prevede 10,6 miliardi di euro da destinare a mercato unico, innovazione e agenda digitale, ma anche che una cospicua percentuale dei programmi finanziati con i suoi circa 750 miliardi verta proprio sull’ambito digitale.

L’accordo prevede, inoltre, la creazione di un network di European digital innovation hubs, una rete di poli europei di innovazione digitale, che fornirà l’accesso alle competenze tecnologiche alle imprese (in particolare alle PMI) e alle pubbliche amministrazioni. Proprio oggi l’Italia ha scelto i suoi 45 progetti candidati.

Il piano sarà messo in pratica attraverso programmi di lavoro pluriennali dedicati a una o più delle cinque aree d’azione, cofinanziati da parte degli Stati membri e, se necessario, dal settore privato. Il tasso di cofinanziamento sarà stabilito nei programmi di lavoro, che indicheranno anche i criteri di ammissibilità per le varie azioni del programma Digital Europe. Le sovvenzioni possono coprire fino al 100% dei costi ammissibili.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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