Promuovere l’innovazione tecnologica in tutto il territorio nazionale e renderla abbordabile a tutte le imprese, indipendentemente dalle capacità e dalle dimensioni, facilitare un’innovazione trasversale a tutti i settori dell’economia e rispondere alle necessità di un paese come l’Italia caratterizzato dal nanismo aziendale. Con questi intenti nasce InnovAction, un network per promuovere l’innovazione sul modello del Fraunhofer tedesco, fortemente voluto dall’ex segretario della Fim Cisl, Marco Bentivogli, e che ha raccolto la disponibilità di 4 centri per l’innovazione tecnologica: il Cefriel di Milano, la Fondazione Bruno Kessler di Trento, la Fondazione Links di Torino e Campania NewSteel.
Sull’importanza di portare in Italia il modello Fraunhofer, Bentivogli si era soffermato anche nell’intervista esclusiva per Innovation Post del 22 luglio 2020. In quell’occasione, come in molte altre negli ultimi 5 anni, l’ex segretario della Fim Cisl era tornato a sottolineare la necessità di una rete diffusa, sul modello tedesco, per garantire la creazione sul territorio di ecosistemi in cui l’innovazione tecnologica sia trasmessa in maniera più efficace e soprattutto più omogenea, a prescindere dalle dimensioni (e dalle capacità) dell’impresa che richiede questi servizi.
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I soggetti di InnovAction
Nell’ambito di questa strategia l’ex segretario della Fim Cisl ha lavorato, negli ultimi anni, per riunire i centri di eccellenza di innovazione tecnologica più simili, che all’interno della rete lavoreranno secondo regole condivise da loro stabilite, ma manterranno un certo livello di autonomia.
Come già menzionato, i quattro soggetti ad aver aderito alla rete sono:
- Cefriel, il centro di innovazione digitale fondato nel 1988 dal Politecnico di Milano, guidato da Alfonso Fuggetta nel ruolo di Ceo e Direttore Scientifico. Il centro è formato da un team multidisciplinare di oltre 130 persone con un mix di competenze tecniche, di business e di design e, ad oggi, include tra i soci anche l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, l’Università degli Studi dell’Insubria, la Regione Lombardia e aziende multinazionali;
- Fondazione Bruno Kessler di Trento, che sotto la guida del suo presidente Francesco Profumo e del direttore del Centro per l’Information Technology, Paolo Traverso, mira a raggiungere risultati di eccellenza nella scienza e nella tecnologia, con particolare attenzione agli approcci interdisciplinari e alla dimensione applicativa. Il centro di ricerca si sviluppa in 3.500 metri quadrati di laboratori e infrastrutture scientifiche, dove opera una community di oltre 400 ricercatori, 140 dottorandi, 200 visiting fellows e tesi di laurea, 700 affiliati e studenti accreditati;
- Fondazione Links di Torino, il centro di innovazione guidato dal Direttore Generale Stefano Buscaglia, che opera in un consolidato network internazionale, con l’obiettivo di contribuire al progresso tecnologico e socio-economico attraverso progetti di ricerca applicata all’avanguardia. Il centro opera attraverso 16 team tematici, con progetti multidisciplinari che vanno dall’advance computing all’economia circolare e a progetti di sostenibilità;
- Campania NewSteel, l’incubatore promosso da Città della Scienza e dall’Università degli Studi di Napoli Federico II presieduto da Giorgio Ventre. Nasce con l’obiettivo di mettere a sistema l’esperienza ventennale di Città della Scienza sulla creazione di impresa con le infrastrutture di ricerca, le competenze e la capacità di produzione di talenti e di innovazione della Federico II. Con circa 20 aziende ospitate per un totale di 150 dipendenti e con decine di startup accelerate, l’incubatore collabora con investitori istituzionali e fondi privati ed ha programmi di accelerazione attivi con numerose aziende.
“Se guardiamo la carta di identità di questi centri – spiega Fuggetta – sono i quattro soggetti più rilevanti, in termini dimensionali, sullo scenario italiano. Numeri alla mano, l’ordine di grandezza è simile a quello degli omologhi centri Fraunhofer specializzati sull’ICT”.
Fuggetta: “Un modello in rete che sa produrre innovazione”
E proprio al modello tedesco dei Fraunhofer si ispira InnovAction: un “format” che prevede la collaborazione di vari centri (nel caso tedesco sono 72), ciascuno con la sua autonomia economica e gestionale, che fanno sistema per presentarsi in modo coordinato all’interlocutore.
Un intento diverso, se vogliamo complementare, rispetto a quello degli otto Competence Center nati con il piano Industria 4.0. “Quello dei Competence Center – spiega Fuggetta – è un modello che punta a svolgere un compito di interconnessione e di raccordo tra una molteplicità di attori, un po’ come i Catapult britannici. Il modello Fraunhofer, invece, fa riferimento a una struttura autonoma, più orientata a dare una risposta progettuale all’interlocutore. A questo modello fanno già riferimento i 4 soggetti riuniti in InnovAction”.
In pratica la differenza tra i due modelli è che mentre i Competence Center sono prevalentemente orientati a raccordare domanda e offerta di innovazione, oltre che a supportare i progetti a bando, InnovAction si propone come un soggetto che aiuta le imprese sviluppando per loro conto innovazione “on demand”.
“Con questo modello si facilita l’open innovation, che vuol dire avere rapporti di condivisione per scambiarsi il know how, l’intellectual property, in modo da essere più efficaci nell’indirizzare il problema di un utente. Fare rete serve a creare la massa critica affinchè ogni singolo soggetto riesca a svolgere al meglio il suo compito”, spiega Fuggetta.
La rete guarda alle sfide europee
Il primo passo della rete è stato quello di presentare un progetto per gli European Digital Innovation Hub, i poli di innovazione digitale europei.
La proposta di InnovAction è forte delle competenze specifiche che ognuno dei 4 soggetti (insieme a Intesa Sanpaolo come partner finanziario) gode nei campi di riferimento. “Abbiamo fatto un’aggregazione di rilievo nazionale – spiega Fuggetta – coprendo tutte le tre aree tematiche richieste dal bando: tutti i quattro centri hanno competenze di cyber security, la Fondazione Bruno Kessler è uno dei primi poli nazionali per l’Intelligenza Artificiale, mentre la Fondazione Links di Torino ha una grande competenza in materia di High Performance Computing”.