Cala la fiducia dei consumatori italiani, preoccupati per la situazione economica del Paese e per la disoccupazione, mentre quella delle imprese continua, se pur a un ritmo più lento, il trend di crescita avviato ormai cinque mesi fa: questa la fotografia dell’Italia secondo i dati Istat relativi alla fiducia dei consumatori e delle imprese per il mese di ottobre.
Come dicevamo, prosegue la crescita dell’indice composito della fiducia delle imprese, che passa da 91,3 a 92,9. Una ripresa che si registra soprattutto per l’industria e per il settore del commercio al dettaglio.
In particolare, nel settore manifatturiero l’indice sale da 92,6 a 95,6, trainato dal miglioramento dei giudizi sugli ordini e sulle scorte di prodotti finiti, che sono giudicate in decumulo rispetto al mese scorso. Tuttavia, le attese relative alla produzione sono in lieve peggioramento.
I livelli raggiunti dagli indici evidenziano che il recupero, rispetto ai livelli precedenti l’emergenza sanitaria, è completo solo per il settore delle costruzioni, che a ottobre registra un valore leggermente superiore a quello dello scorso febbraio (da 138,6 a 142,5).
Nel commercio al dettaglio, invece, la crescita è più contenuta, con l’indice che passa da 97,5 a 99,3. Recuperano anche i giudizi e le attese sulle vendite; il saldo delle scorte di magazzino è in aumento. A livello di circuito distributivo, la fiducia diminuisce nella grande distribuzione, mentre è in marcata risalita nella distribuzione tradizionale.
Diminuisce la fiducia nel settore dei servizi, con l’indice che scende da 88,7 a 88,1. Un peggioramento che è trainato soprattutto dal settore turistico, dove l’indice del clima di fiducia scende da 85,7 a 67,7.
In calo anche la fiducia dei consumatori (da 103,3 a 102,0), dopo il forte rimbalzo dei mesi precedenti. Tutte le componenti registrano una flessione, ma a pesare sulla diminuzione della fiducia sono il clima economico (giudizi e attese sulla situazione economica del Paese) e il clima futuro, che passano rispettivamente da 94,5 a 87,8 e da 109,3 a 104,5.
Particolarmente negative le attese sulla disoccupazione (da +73,3 a +92,5), mentre meno marcata è la flessione relativa alle valutazioni riguardo la situazione personale, con l’indice che scende da 107,1 a 106,4.