L’Italia è il sesto Paese al mondo per consumo di robot industriali

Dopo essere salita dall’ottavo al settimo posto nel 2018, nel 2019 l’Italia scala un’altra posizione nella classifica dei Paesi utilizzatori di robot occupando la sesta posizione e confermandosi secondo mercato per dimensioni in Europa, alle spalle della Germania. Per il 2020 si attende un calo del 18%. I robot articolati rappresentano l’81% delle unità vendute. Le applicazioni principali sono manipolazione, saldatura e assiemaggio.

Pubblicato il 16 Ott 2020

Robot


Nel 2019 in Italia il consumo di robot industriali è rimasto sostanzialmente stabile rispetto all’anno record 2018: secondo i dati elaborati da Siri, l’Associazione Italiana di Robotica e Automazione, in collaborazione con il Centro studi di Ucimu – Sistemi per Produrre, nelle nostre industrie lo scorso anno sono infatti stati consegnati 9.070 robot, l’1,8% meno dell’anno precedente.

Ma il dato dei 9.070 robot reso noto da Siri è in realtà, come ammette lo stesso presidente dell’associazione, Domenico Appendino, sottostimato. La International Federation of Robotics (IFR), infatti, stima che in Italia siano stati consegnati ben 11.089 robot (+13%).

Indipendentemente dal dato che si voglia considerare, l’Italia ha comunque messo a segno una performance significativamente migliore rispetto a quella registrata nel resto del mondo: secondo i dati IFR, infatti, nel 2019 in tutto il mondo sono stati venduti 373.000 nuovi robot, un valore inferiore del 12% rispetto ai numeri registrati nel 2018.

“Considerando anche solo i dati più bassi di Siri – spiega Appendino – l’Italia ha fatto 7 volte meglio del mondo (-12%) più di 7 volte meglio dell’Asia (-13%), quasi 6 volte meglio del Giappone (-10%), 5 della Cina (-9%) e 14 della Corea (-26%), più di 7 volte meglio del Nord America (-13%) e quasi 3 volte meglio dell’Europa (- 5%)”.

Questi numeri fanno scalare un’ulteriore posizione all’Italia nella classifica dei paesi consumatori di robot industriali: dopo essere salita dall’ottavo al settimo posto nel 2018, ora l’Italia occupa la sesta posizione al mondo, confermandosi anche come secondo mercato per dimensioni in Europa, alle spalle della Germania.

Tipologie di robot e applicazioni in Italia

Tornando ai dati Siri, vediamo innanzitutto i numeri complessivi: la produzione da parte delle aziende italiane è calata del 24,7%, l’export del 26,5%, mentre le importazioni sono cresciute dell’1,9%. Il consumo complessivo, come dicevamo in apertura, risulta in calo dell’1,8%.

Per quanto riguarda l’anno in corso, Siri stima che nel 2020 saranno installati 7.437 nuovi robot, con un calo del 18% rispetto al 2019.

Le tipologie di robot installate nel 2019 vedono primeggiare i robot articolati che, con 7333 unità vendute, un numero pressoché identico a quello 2018 (7.337), rappresentano l’81% delle unità vendute. Seguono gli Scara (902 unità) e infine i robot cartesiani (494 unità).

Quanto alle applicazioni, tre robot su quattro sono impiegati per operazioni di manipolazione (il 73,3% nel 2019, in calo dal precedente 76%); seguono saldatura (1083 robot venduti, pari al 12% del totale, in crescita rispetto al 10% del 2018) e poi l’assiemaggio (8%, in leggero calo rispetto all’8,8% del 2018). Tutte le altre applicazioni insieme non arrivano al 7% del totale.

Guardando il dettaglio della manipolazione, quasi la metà delle applicazioni riguarda la “manipolazione di materiali” (42,2%); le operazioni di carico e scarico macchine rappresentano il 24,6% del totale, mentre in robot impiegati in operazione di pallettizzazione sono il 14,4%.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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