Anche Genova entra nella partita delle “Case delle tecnologie emergenti”, lanciando la propria candidatura per il bando del Ministero dello Sviluppo economico che nell’ambito del Programma di supporto alle tecnologie emergenti ha previsto di destinare 25 milioni di euro per la realizzazione di questo tipo di strutture.
Si tratta di progetti che possono essere presentati solo dalle amministrazioni comunali che sono oggetto di sperimentazione 5G con l’obiettivo di creare una rete di Case delle Tecnologie per sostenere il trasferimento tecnologico verso le PMI con l’utilizzo del Blockchain, dell’IoT e dell’Intelligenza Artificiale e la creazione di start up.
La città di Genova ha, quindi, presentato una candidatura congiunta di cui è capofila il Comune di Genova e di cui fanno parte le eccellenze tecnologiche del territorio in un partenariato pubblico/privato che unisce centri di ricerca, poli di innovazione e incubatori: “Non è stato scontato – ha sottolineato Marco Invernizzi, prorettore per la Ricerca e il Trasferimento tecnologico dell’Università di Genova – essere riusciti a connettere enti pubblici di ricerca diversi come Università, Cnr e Iit, un’eccellenza nell’infrastruttura come Tim e realtà produttive del territorio. Le attività che svolgeremo sono essenzialmente associate a tre parole chiave innovazione, trasferimento tecnologico e accelerazione di nuova imprenditoria, sia di genesi accademica che in generale associata al concerto più largo e più flessibile che si può dare di spin off e di start up”.
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Un progetto da 7 milioni di euro per le tecnologie del mare
Un progetto del valore complessivo di circa 7 milioni di euro, con un finanziamento di 5,3 milioni di euro richiesto al Ministero a cui si aggiungerebbero 1,8 milioni di euro di cofinanziamento, derivanti dalle risorse messe a disposizione dai soggetti coinvolti.
La Casa delle tecnologie emergenti, dedicata alla blu economy, ovvero all’economia del mare, avrà il centro nevralgico di infrastrutturazione 5G, la control room, all’interno dei Magazzini dell’Abbondanza, già riqualificati dal Comune, dove nascerà anche il Genova Blue District. Un edificio che ha anche un forte valore simbolico, visto che si affaccia sul mare, all’ingresso del porto antico. Il progetto, però, prevede un modello diffuso con laboratori all’Università di Genova, all’IIT e all’aperto in alcune parti della città e del porto per poter fare prototipi e sperimentazioni in loco.
Tra le possibili applicazioni che potrebbero nascere dalla Casa delle tecnologie emergenti di Genova ci sono biosensori e droni per il monitoraggio ambientale, soluzioni innovative per il ricavo di energia dalle onde del mare, boe intelligenti per la sicurezza delle operazioni ai terminal, realtà aumentata per rendere più facili le manutenzioni. L’obiettivo, spiegano i promotori dell’iniziativa, è infatti quello di creare un’opportunità di sviluppo su diverse dimensioni nell’ambito della Blue Economy, portuale, industriale e amministrativa, Implementando innovazioni tecnologiche necessarie al miglioramento delle prestazioni dei processi produttivi, dei prodotti e dei servizi.
“In questo modo si punta ad aprire nuovi mercati – spiegano – far nascere nuove sinergie produttive tra le PMI e incrementare il know how del territorio. Attraverso le tecnologie più innovative, si intende dotare l’ambiente portuale di sensori capaci tra l’altro di supportare un monitoraggio puntuale degli asset e del loro uso anche in termini di impatto ambientale e sicurezza. Attraverso l’intelligenza artificiale e i big data si potranno accertare situazioni potenzialmente pericolose, fare previsioni precise e affidabili di interventi di manutenzioni, tracciare con sicurezza le merci. In tutte queste applicazioni sono fondamentali la capacità e la velocità di trasferimento dei dati, caratteristiche innovative offerte dalla tecnologia 5G”.
Ecco dove agiranno le tecnologie emergenti
MONITORAGGIO AMBIENTALE
I temi individuati nel progetto riguardano la razionalizzazione del sistema di monitoraggio ambientale marino e della fascia costiera anche attraverso droni, lo sviluppo di biosensori innovativi e sistemi di controllo dell’efficienza energetica e dell’utilizzo di fonti energetiche alternative. E ancora: soluzioni innovative, integrate e in real time per il monitoraggio costiero delle acque e la ricerca di inquinanti; innovazioni per misurare l’inquinamento acustico nella zona portuale; soluzioni innovative per il recupero dell’energia dal moto ondoso per alimentare i sensori.
LOGISTICA DOCUMENTALE
Tracciamento delle merci, gestione del flusso di documenti che accompagna il trasporto, miglioramento dell’efficienza, sicurezza e trasparenza delle operazioni portuali. Ad esempio si prevede di utilizzare la blockchain con un sistema di certificazione dei processi, valutati attraverso indicatori di prestazione, o ancora di realizzare simulatori di traffico ferroviario per rilevazione di anomalie e di analizzare i flussi quantificando il costo di ogni passo per migliorare tutti i parametri.
TERMINAL
Controllo a distanza di mezzi autonomi di movimentazione delle merci; eliminazione di spostamenti inutili, miglioramento della sicurezza: grande importanza avrà l’utilizzo dell’Internet delle cose, che permette di conoscere in tempo reale posizione, velocità, destinazione, stato di carico-scarico delle diverse entità del terminal. Una delle applicazioni è la realizzazione di “boe intelligenti”, che permettano la creazione di un sistema di monitoraggio e che possano essere usate come ponti di comunicazione. Anche la gestione delle merci pericolose diventerà “smart”, con sensori e gestione di dati capaci di far scattare allarmi in caso di pericolo e di coordinare gli interventi di supporto.
Genova tornerà a crescere grazie alle tecnologie del mare
L’amministrazione comunale intende valorizzare il patrimonio della filiera produttiva legata al mare, che comprende enti di ricerca, studi professionali, grandi imprese, PMI e startup: l’istituzione, da parte dell’Università di Genova, del Centro del mare e l’avvio del Genova Blue District costituiscono un passo concreto verso la creazione di un nuovo spazio, fisico e culturale, della città della Blue Economy.
“Genova nel 1600 era la città più ricca del mondo grazie al suo mare – ha spiegato il sindaco, Marco Bucci – e noi vogliamo continuare questo percorso valorizzando le tecnologie e, quindi, anche le aziende e le start up che vogliamo portare sul nostro territorio. La blue economy, non sarà soltanto occuparsi di quello che galleggia usando tecnologie del passato che continueranno a esserci, ma ci saranno nuove tecnologie, pensiamo all’ecologia marina, alla trasmissione dei dati, pensiamo alla block chain, pensiamo al 5G”.