Un mese fa il Purchasing Managers’ Index elaborato da IHS Markit, l’indice che prende in esame nuovi ordini, produzione, livello d’impiego, tempi di consegna dei fornitori, giacenze degli acquisti e tempi di consegna e dà quindi in un numero la fotografia dello stato di salute del settore manifatturiero, toccava i 51.9 punti, tornando così per la prima volta dopo due anni sopra quota 50, lo spartiacque tra l’attesa di una contrazione delle condizioni di mercato e quella di un’espansione. Ad agosto il trend prosegue e il puntino di luce in fondo al tunnel inizia ad avere le sembianze di una vera e propria uscita: l’indice PMI per il settore manifatturiero italiano fa segnare infatti 53.1. Non solo: l’Italia è anche la nazione che ha registrato il valore più alto dell’indice nell’Eurozona.
A influire favorevolmente sono la crescita della produzione e dei nuovi ordini legata all’allentamento delle restrizioni e alla riapertura di altri settori dell’economia che hanno fatto rinvigorire la domanda. In particolare la produzione manifatturiera è aumentata per il terzo mese consecutivo ed è stata attribuita dalle aziende campione all’allentamento delle misure restrittive, alla migliore domanda da parte dei clienti e al maggiore volume di ordini ricevuti adesso ma con consegna nei prossimi mesi.
Le esportazioni, tuttavia, continuano a frenare il settore: gli ordini esteri infatti hanno continuato a diminuire per il sedicesimo mese consecutivo.
La buona notizia è che continuano a migliorare le aspettative sulla produzione per i prossimi 12 mesi, grazie alle speranze di una ripresa economica e alle maggiori attese sulle vendite.
Ad agosto si è inoltre evidenziato il primo aumento da giugno 2018 degli acquisti legati alle maggiori esigenze di produzione. Le aziende hanno ridotto i magazzini per sostenere le maggiori vendite.
“Il dato PMI manifatturiero italiano primo in Europa è notevole. Ma penso sia più importante il fatto che non fosse così alto da 26 mesi, segno che il sistema imprenditoriale italiano è resiliente e che dobbiamo sfruttare il Recovery Fund per riforme strutturali che puntino sugli investimenti e non su misure spot”, ha commentato il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli.
Lo scenario dell’Eurozona
Anche in Europa l’indice PMI resta in territorio positivo, facendo segnare 51.7 punti.
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La crescita è stata per tutti i sottosettori: i beni di consumo ha guidato la crescita, ma sono in aumento anche i beni intermedi e di investimento.
I dati a livello nazionale mostrano l’Italia capofila. Anche in Irlanda, Paesi Bassi e Germania la crescita è al massimo negli ultimi 22 mesi, l’Austria invece ha registrato una crescita modesta.
Invariata invece la situazione in Spagna e Francia, mentre in Grecia è stato riportato il sesto peggioramento consecutivo su base mensile.
