“Alzare lo sguardo oltre la grande sfida contro l’epidemia” perché “le conseguenze economiche della più rilevante interruzione dell’offerta dal secondo dopoguerra non sono e non saranno quelle di una crisi finanziaria come nel post 2008”. Con queste parole Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda e candidato alla presidenza di Confindustria, si rivolge alla società civile e alle istituzioni. E lancia un invito alla cooperazione tra pubblico e privato, per “mettere a fuoco le priorità che segnino la strada da seguire per mesi e mesi” e rispondere alla crisi economica causata dall’emergenza Coronavirus.
“Dobbiamo essere pronti a iniziare fin da subito un confronto con le istituzioni e con tutte le forze sociali del terzo settore, per immaginare adesso e insieme l’enorme quantità di scelte e misure che ci attendono per contenere il più possibile le enormi perdite in arrivo, e per perseguire in maniera credibile la ripresa il più rapidamente possibile”.
Un’interruzione dell’offerta che non ha precedenti dal secondo dopoguerra, le cui conseguenze, secondo Assolombarda, saranno molto più gravi di quelle della crisi finanziaria post 2008, in particolare per l’Italia, colpita per prima dal contagio. “Chiunque operi sui mercati non ha bisogno di aspettare le stime del primo e poi del secondo trimestre per immaginare quale sarà l’ordine di grandezza dei punti di Pil che perderemo in Italia e in Europa, oltre all’ulteriore frenata al commercio e al Pil mondiale che già rallentavano fortemente per effetto delle guerre sui dazi”, continua Bonomi.
Anche Confindustria, nel commentare le misure contenute nel Decreto Cura Italia, ha chiesto che “si dia fin da ora il quadro delle prossime “tappe”, per restituire fiducia rispetto a un percorso di ricostruzione che dovrà far seguito a un evento correttamente equiparato a una guerra”. In particolare, gli industriali italiani chiedono “un comitato nazionale per l’emergenza economica – e Confindustria è a disposizione – che metta insieme proposte e le realizzi quanto prima”.
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Le critiche al Decreto Cura Italia
Il Presidente di Assolombarda riconosce la primaria importanza di tutto ciò che serve a far fronte all’emergenza sul piano sanitario, condividendo le misure adottate (come il rafforzamento della produzione di attrezzature sanitarie o lo snellimento delle procedure per acquistarle) e garantendo il massimo impegno delle imprese a collaborare con le istituzioni “per tutelare chi con noi coopera nelle aziende che non fermano la produzione”.
Tuttavia, sul fronte economico, Assolombarda non vede la stessa cooperazione che sarebbe necessaria per preparare la ripresa del sistema italiano. “Finora si sono succeduti Decreti Legge ispirati alle primarie emergenze, ma da subito occorre correggere quanto già nel Decreto Cura Italia appare inadeguato”, continua Bonomi. “Tutto si può adeguare e correggere con nuovi interventi immediati, ed è questo innanzitutto ciò che chiediamo senza polemiche”.
Anche per Confindustria “non mancano aspetti da rafforzare e da perfezionare, ma è da apprezzare la capacità di reazione messa in campo dal Governo rispetto alle conseguenze economiche della crisi. Si tratta comunque di una prima risposta all’emergenza economica, che necessita di un’azione successiva altrettanto rapida, incisiva negli strumenti e massiva da un punto di vista delle risorse, per consentire di affrontare le gravi conseguenze che questa emergenza determinerà sulle imprese e sull’economia del Paese, prima che diventino irreversibili”.
In particolare, Assolombarda critica le procedure “troppo farraginose” della nuova Cassa Integrazione con causale “Emergenza Covid-19”, che escludono l’anticipo bancario. Per Assolombarda, poi, c’è una disparità troppo marcata nel sostegno al reddito tra lavoratori dipendenti e autonomi. Se per i primi lo strumento principale è la Cassa Integrazione, per questi ultimi, infatti, è stato previsto un bonus una tantum da 600 euro.
Anche sul piano fiscale, per Bonomi il rinvio dei pagamenti di imposte e contributi sono troppo brevi. “Di fatto, il rinvio dei termini di pagamento per la stragrande maggioranza delle imprese è praticamente nullo”, dichiara. “Occorre urgentemente intervenire anche a favore delle aziende con più di 2 milioni di fatturato che costituiscono la colonna portante della nostra economia”. Queste ultime, infatti, non potranno beneficiare della proroga del pagamento al 31 maggio disposta dal decreto Cura Italia, ma dovranno pagare entro il 20 marzo.
Infine, Assolombarda pensa a tutte le grandi imprese escluse dal sostegno del Fondo di Garanzia delle PMI. Per rispondere alle esigenze di liquidità di queste ultime, il decreto ha assicurato la garanzia di Stato fino all’80% su Cassa Depositi e Prestiti, che garantirà a sua volta i finanziamenti alle imprese. Ma per il Presidente degli industriali lombardi “immaginare che il sostegno alla liquidità sia garantito da 500 milioni tramite la Cassa Depositi e Prestiti è un ordine di grandezza poco più che simbolico”.
Le richieste all’Europa
Per tutelare la produzione, la manifattura e l’offerta di servizi serve “una strategia di Paese di lungo termine”, continua Bonomi, che chiede la fine degli “interventi figli di contrattazioni politiche riservate e appresi solo leggendo testi che arrivano a scelte fatte”. Per Assolombarda solo un confronto tra le parti che tenga conto delle conseguenze può essere la risposta alla crisi economica in corso. Una risposta che passi da proposte innovative e responsabili da sottoporre all’Europa, come “il ricorso a Eurobond anti-crisi”, il “riorientamento e potenziamento dei Fondi Europei” o l’utilizzo del Fondo Salva-Stati.
Anche per Confindustria sarà decisivo il ruolo dell’Europa, che “in questi giorni ha assunto decisioni incoraggianti, come la sospensione di alcune clausole del Patto di Stabilità e Crescita e le misure temporanee sugli aiuti di Stato, ma che è ora chiamata a compiere azioni straordinarie per preservare i cittadini europei da una crisi le cui conseguenze rischiano di essere estremamente pesanti e di incidere irreversibilmente sul nostro modello economico e sociale”.
“Questo è il tempo innanzitutto di dare senza aspettare di ricevere“, conclude Bonomi. “Lo sanno bene le imprese, che da sempre rappresentano una rete di vitale importanza per la società e il territorio. Oggi serve coraggio per vincere la paura, grande senso di responsabilità e collaborazione. Il futuro che vogliamo parte da noi. Anche per questo le imprese non vogliono e non possono fermarsi”.