L’emergenza causata dal diffondersi del Coronavirus nel Nord Italia sta generando più di un problema per le aziende dei territori colpiti dal contagio. Proprio per far fronte all’emergenza, associazioni e Istituzioni si stanno muovendo per dare le prime risposte alle richieste delle aziende e dei settori in difficoltà.
Un primo provvedimento è arrivato con il DPCM 23 febbraio 2020, n. 6, che permette alle aziende dei comuni delle “zone rosse” (quelle indicate come focolaio di virus e isolate) di avviare da subito la pratica dello smart working (il lavoro agile) per i propri dipendenti, senza il normalmente necessario accordo tra lavoratore e azienda previsto dalla legge 81/2017, nel quale andrebbero specificati i tempi e i modi di utilizzo degli strumenti per lavorare da remoto.
Se, per le aziende dei comuni lombardi dell’area rossa, l’Ordinanza del 21 febbraio (firmata dal Ministro della Salute e dal Presidente della Regione Lombardia) ha reso obbligatoria la sospensione delle attività lavorative, sono molte le imprese esterne che stanno adottando soluzioni precauzionali utili a far fronte all’emergenza sanitaria.
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Il Decreto Gualtieri
Nella serata del 24 febbraio il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, ha firmato il decreto ministeriale che interviene sugli adempimenti a carico dei contribuenti residenti nelle zone interessate dal Decreto della Presidenza del Consiglio, recante Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza dal virus Covid-19.
Vengono sospesi i versamenti delle imposte, delle ritenute e gli adempimenti tributari per i contribuenti e le imprese residenti o che operano negli undici comuni interessati dalle misure di contenimento del contagio da Coronavirus. La sospensione riguarda anche le cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione e quelli conseguenti ad accertamenti esecutivi.
Il decreto (qui il testo), in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, riguarda i versamenti e gli adempimenti scadenti nel periodo compreso fra il 21 febbraio e il 31 marzo 2020e si applica unicamente ai comuni di Bertonico (LO), Casalpusterlengo (LO), Castelgerundo (LO), Castiglione D’Adda (LO), Codogno (LO), Fombio (LO), Maleo (LO), San Fiorano (LO), Somaglia (LO), Terranova dei Passerini (LO) e Vo’ (PD).
I consigli di Assolombarda
Assolombarda ha attivato una task force per fornire informazioni e supporto alle imprese (Area Salute e Sicurezza, cell: 3401859530, 3488860830, 3755632737, mail: sic@assolombarda.it), oltre ad aver avviato contatti con Inps e istituti competenti in materia di lavoro per interventi a sostegno di imprese e lavoratori coinvolti, garantendo che, per le imprese nei comuni interessati dall’Ordinanza sul Coronavirus, saranno previsti ammortizzatori sociali.
“È facoltà delle aziende adottare procedure o protocolli più cautelativi rispetto alla proprie esigenze e attività”, recita una nota di Assolombarda rivolta alle aziende della Lombardia . “È utile segnalare che per i territori interessati alcune imprese stanno adottando modalità restrittive che, stante la situazione, possono ritenersi consentite, chiedendo ai propri fornitori provenienti da quei territori di sospendere consegne per 15 giorni, così come alcune imprese stanno informando i propri clienti/committenti di quei territori di sospendere le attività per 15 giorni. Gli Enti preposti assicurano che la situazione è sotto controllo, occorre quindi raccomandare la massima collaborazione fra le imprese per ridurre al minimo anche gli effetti economici negativi”.
In particolare, Assolombarda ha fornito un elenco di suggerimenti operativi per le imprese del territorio che hanno manifestato l’esigenza di rafforzare le proprie procedure di prevenzione in relazione al contenimento di una eventuale diffusione del Coronavirus. Nei prossimi 15 giorni, infatti, l’associazione suggerisce di:
- Privilegiare, ove già attivo o dove è possibile farlo, il lavoro agile (smart working) da remoto, in modo da limitare trasferimenti e viaggi dei propri dipendenti
- Rafforzare il filtro di ingresso in azienda (reception/portineria), per l’accesso o il passaggio di personale non dipendente, esterni, visitatori, fornitori, clienti, ecc.
- Può essere utilizzata, per le successive valutazioni, una scheda di “autodichiarazione” circa gli spostamenti all’estero/Italia/Comuni oggetto di Ordinanza ministeriale e/o possibili contatti con persone incontrate provenienti da zone a rischio, degli ultimi 15 giorni
- Nel caso di presenza di pubblico, visitatori ecc, limitare gli spazi di utilizzo di sale riunioni/corridoi/aule, identificando quelle più facilmente accessibili dall’ingresso, in modo da rendere più facilmente monitorabili i percorsi
- Soprattutto in relazione al punto 1, preferire incontri ristretti e momenti di socializzazione in luoghi non particolarmente affollati (es. mense)
- Implementare le procedure di igiene e pulizia
- Implementare procedure per il personale aziendale orientate al rispetto delle regole di igiene richiamate anche da Ministero della Salute (lavarsi mani, starnutire in fazzoletti di carta e buttarli, tossire nei fazzoletti ecc.)
- Adottare/implementare la procedura aziendale di “Travel Safety and Security” per i lavoratori che devono recarsi all’estero per lavoro
Assolombarda inoltre ricorda che, al fine di verificare l’eventuale presenza di persone affette da Coronavirus in azienda, è utile dotarsi di dispositivi quali i termoscanner o rilevatori di febbre (“utile per avere una prima informazione, non rilevante per il contagio, ma prudenziale in caso di febbre, per dotarsi di mascherina e decidere come procedere con la persona/visitatore, e/o orientarsi secondo le disposizioni delle autorità sanitarie”) e di mascherine (igienicamente efficaci).
Le raccomandazioni dell’Unione Industriale di Torino
Anche in Piemonte, dove i contagi del Coronavirus sono in aumento, l’Unione Industriale di Torino ha istituito un Tavolo Speciale (tel. 011.5718.467) per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e fornire “un supporto concreto alle imprese ed evitare, al contempo, la diffusione di un controproducente panico collettivo assolutamente non giustificato”. La task force raccoglie segnalazioni sugli accadimenti significativi legati anche alle conseguenze dirette ed indirette sulle attività, comprese quelle produttive, per valutare l’impatto economico ed eventuali richieste eccezionali alle autorità competenti.
L’associazione piemontese inoltre stila un elenco di raccomandazioni per tutte le imprese del territorio:
- Favorire, ove possibile farlo, il lavoro agile in modo da limitare trasferimenti e viaggi dei dipendenti
- Privilegiare, per quanto possibile, le riunioni via video/audio conferenza
- Evitare trasferte se non assolutamente necessarie
- Rafforzare il filtro di ingresso in azienda (reception/portineria), per l’accesso o il passaggio di personale non dipendente, esterni, visitatori, fornitori, clienti, ecc.
- Sempre per il personale non dipendente e gli esterni, per le aziende che lo ritenessero opportuno, può essere utilizzata per le successive valutazioni una scheda di “autodichiarazione”, la cui compilazione è facoltativa, circa gli spostamenti all’estero/Italia/Comuni oggetto di Ordinanza ministeriale e/o possibili contatti con persone incontrate provenienti da zone a rischio, degli ultimi 15 giorni
- Dare informazione alla Direzione qualora, in presenza di sintomi o di contatti con persone potenzialmente contagiose, il dipendente ritenesse opportuno contattare il 112, il 1500 o il nuovo numero verde attivato dalla Regione Piemonte (800333444)
- Sospendere ogni tipo di evento a carattere pubblico fino a nuovo ordine
L’Unione Industriale di Torino chiede anche alle Istituzioni italiane ed europee di agire immediatamente con provvedimenti a sostegno delle imprese, al fine di evitare ricadute negative sull’economia del nostro Paese. Nello specifico, la Uit ha richiesto a Confindustria un confronto con i Ministeri, affinché venga estesa anche alle regioni oggetto di specifiche ordinanze come il Piemonte, la possibilità (già prevista nei Comuni compresi nella zona rossa) di utilizzare gli ammortizzatori sociali per i lavoratori di quelle aziende che, per la salvaguardia della salute dei propri dipendenti, sono obbligate a ridurre o sospendere la propria attività.
Le misure in cantiere
Proprio sulla necessità di queste misure si è espressa Marcella Panucci, Direttore Generale di Confindustria, ospite di una trasmissione televisiva: “Bisogna pensare alla sospensione dei versamenti fiscali e contributivi, delle rate dei mutui e dei relativi interessi, al sostegno alle imprese per l’accesso al credito, agli ammortizzatori sociali”, ha detto. “Perché è evidente che le imprese che chiudono la lavorazione devono lasciare a casa i lavoratori. Ci sono misure urgenti da adottare e abbiamo già un’interlocuzione con il governo. Queste sono misure necessarie ed urgenti per questa prima fase”.
Tutti temi su cui è al lavoro il Ministero dello Sviluppo Economico, che ha convocato per un confronto i rappresentanti di Confindustria, R.E TE. Imprese, Alleanza Cooperative Italiane e Confapi, i quali si riuniranno martedì 25 febbraio.
Intanto, il Ministro del Lavoro ha incontrato le Parti Sociali nella giornata di domenica 23 febbraio per individuare alcuni provvedimenti a sostegno delle imprese dell’Area rossa. Assieme al Mef, il Ministero del Lavoro sta valutando le seguenti misure:
- Utilizzo, ove possibile, della cassa integrazione ordinaria, senza tenere conto di contatori, utilizzo pregresso, vincoli di accesso, con i massimali previsti dalla norma
- Utilizzo “esteso” del Fis per i settori a cui si applica, derogando quindi agli attuali vincoli (tetti, regole e requisito del numero dei dipendenti per ottenere l’accesso, generalizzazione nell’utilizzo dell’assegno ordinario)
- Valutazione dell’introduzione dello strumento della cassa in deroga per tutti i lavoratori non coperti
- Istituzione di un’indennità fissa a titolo di risarcimento per collaboratori e Partite Iva delle aree interessate
- Utilizzo delle casse previdenziali per misure di sostegno al reddito
- Agevolazione nella possibilità di utilizzo dello “smart working“
Il Ministero sta inoltre valutando provvedimenti a favore delle imprese, come la sospensione dei contributi o del pagamento delle scadenze fiscali, già attuati in altre circostanze emergenziali analoghe.
Dall’UE 232 milioni per affrontare l’emergenza Coronavirus
Nel frattempo l’Unione Europea ha annunciato lo stanziamento di 232 milioni di euro per affrontare la situazione Coronavirus. I nuovi finanziamenti dell’UE aiuteranno a rilevare e diagnosticare la malattia, a curare le persone infette e a prevenire un’ulteriore trasmissione in questo momento critico. Parte dei fondi verranno sbloccati subito, mentre il rimanente nel corso dei prossimi mesi.
Un pacchetto che sarà così suddiviso:
- 114 milioni di euro sosterranno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e in particolare il grado di preparazione e il piano di risposta globale. L’obiettivo è rafforzare la preparazione all’emergenza della sanità pubblica e il lavoro di risposta nei Paesi con sistemi sanitari deboli e capacità di ripresa limitata. Parte di questo finanziamento è soggetta all’accordo delle autorità di bilancio dell’UE
- 15 milioni di euro saranno assegnati all’Africa
- 100 milioni di euro, di cui fino a 90 milioni per partenariato pubblico-privato con l’industria farmaceutica e 10 milioni per la ricerca su epidemiologia, diagnostica, terapia e gestione clinica nel contenimento e nella prevenzione
- 3 milioni di euro assegnati al meccanismo di protezione civile dell’UE per i voli di rimpatrio di cittadini dell’UE da Wuhan, in Cina