Solo un’impresa su tre punta sulla formazione: ecco i dati del test Selfi 4.0

Il test di autovalutazione Selfi 4.0 rivela che il 64% degli imprenditori non ha valutato la possibilità di avviare attività formative per favorire la digital transformation

Pubblicato il 30 Dic 2019

Dialogo tra università e imprese per la valorizzazione del sistema Paese


Quasi un’impresa su tre ha realizzato o ha in programma di realizzare corsi di formazione 4.0 per il proprio personale. Tuttavia, ancora il 64% degli imprenditori non ha valutato la possibilità di avviare attività formative per favorire la digital transformation. Lo rivelano i risultati del test di autovalutazione sulla maturità digitale Selfi 4.0 svolto online da quasi 15.000 imprese attraverso i Punti impresa digitale (Pid), la rete delle Camere di commercio realizzata per diffondere i vantaggi della digitalizzazione presso le PMI supportandole nell’adozione delle tecnologie abilitanti.

Il test Selfi 4.0

Solo un’impresa su 10 ha realizzato corsi di formazione sulle tematiche 4.0, mentre il 25% pensa di farlo nei prossimi 12 mesi. Si stratta generalmente di imprese che hanno un buon livello di maturità digitale,  avendo già proceduto a digitalizzare una buona parte dei processi. E, probabilmente, proprio per questo, puntano ad elevare le competenze del proprio personale per “maneggiare” con maggiore dimestichezza le tecnologie abilitanti.  Le restanti 10.000 imprese che invece non hanno ancora considerato la possibilità di realizzare attività formative specifiche, mostrano al test di autovalutazione Selfi 4.0  un certo ritardo nel cavalcare la new digital wave, collocandosi nelle prime fasi del processo di digitalizzazione.

I vertici aziendali sono state le figure maggiormente coinvolte nei percorsi formativi messi a punto in questa fase dagli imprenditori che hanno puntato soprattutto su dirigenti e manager (62%) oltre che su responsabili di processo (57%), mentre solo in misura minore hanno riguardato operai e addetti ai processi di produzione (30%).

“La conoscenza è essenziale per permettere alle imprese di agganciare la quarta rivoluzione industriale. Gli imprenditori che hanno avviato processi di qualificazione e riqualificazione del personale impiegato mostrano, infatti, un livello più elevato di maturità digitale – ha sottolineato il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli -, per questo occorre iniziare una nuova fase che incoraggi la formazione per disporre di figure qualificate capaci di cogliere appieno i vantaggi di questa trasformazione digitale. Le Camere di commercio – aggiunge Tripoli- supportano le imprese in questo percorso e, per questo, loro stesse hanno avviato 3 anni fa un programma formativo, che è già diventato una best practice in Europa,  coinvolgendo 600 dipendenti camerali sui temi dell’innovazione, 275 dei quali hanno ottenuto la certificazione sulle competenze digitali”. 

Cybersicurezza, l’e-commerce, i cloud e, più in generale, le nuove tecnologie software sono le tematiche al centro delle attività formative per il 65% delle imprese. Seguono: i sistemi di gestione ed analisi dei dati (36%) che riguardano ad esempio i Big data e l’interscambio di dati tra sistemi informativi  (EDI); le tecnologie hardware (33%) come la robotica, la realtà aumentata e la realtà virtuale; l’integrazione orizzontale e verticale (31%) con l’internet of things e i sistemi di tracing & tracking.

La certificazione e4job

Sono 275 i dipendenti del sistema camerale che hanno ottenuto la certificazione delle competenze digitali “e4job- cultura digitale per il lavoro” rilasciata dall’Aica e riconosciuta da Accredia. Un riconoscimento culminato dopo un percorso di formazione avviato tre anni fa dalle Camere di commercio attraverso un “progetto di potenziamento delle competenze digitali per il lavoro”, che ha coinvolto nel complesso 600 persone impegnate nelle attività camerali di e-government e di innovazione digitale delle imprese. Un programma che è stato riconosciuto una best practice per incrementare le competenze digitali in Europa dalla Commissione europea alla Digital Assembly di Sofia.

Questo importante percorso di formazione patrocinato dall’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) ha affrontato temi strategici che vanno: dal project management alla trasformazione digitale;  dall’open  data  alla sicurezza dei dati; dal cambiamento tra social e internet delle cose alla comprensione dell’approccio alla innovazione digitale; dal business intelligence, big Data e open Data, fino ai temi sulla sicurezza e sulla User Experience per migliorare l’interazione tra erogazione dei servizi e tecnologia.

Il percorso realizzato è costruito su tre pilastri: il primo pilastro è un assessment iniziale per comprendere il livello di partenza sui temi oggetto della formazione e della certificazione. Il secondo un percorso formativo di 20 ore, fruibile H24 su piattaforma digitale. Ed infine il terzo pilastro rappresentato da un esame di certificazione svolto in presenza presieduto e gestito dagli Ispettori AICA, organismo terzo di certificazione, facente parte della rete Accredia.

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Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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