L’OCSE e la Commissione promuovono l’istruzione superiore italiana

L’Italia ha dimostrato di essere sulla giusta strada per promuovere un sistema universitario “4.0”. Il rapporto HEInnovate dell’OCSE e della Commissione Europea promuove suggerisce all’Italia di sostenere l’imprenditorialità e l’innovazione nell’istruzione superiore.

Pubblicato il 05 Dic 2019

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L’OCSE e la Commissione Europea hanno elaborato un report sulla capacità innovativa e imprenditoriale del sistema italiano di istruzione superiore. Lo studio, intitolato “Supporting Entrepreneurship and Innovation in Higher Education in Italy”, si sofferma sulla capacità del sistema di istruzione superiore e delle istituzioni italiane di generare valore per le persone e le imprese.

Il lavoro svolto si basa su HEInnovate, un framework di riferimento per i singoli enti che si occupano di istruzione superiore (higher education institutions – HEI) e per i sistemi di istruzione superiore che desiderano sviluppare le proprie capacità imprenditoriali e innovative.

Lanciato nel 2013, HEInnovate è un’iniziativa congiunta della Commissione Europea e dell’OCSE. Una componente importante di HEInnovate è lo strumento di autovalutazione gratuito e aperto disponibile online, utilizzato da oltre 1.100 università di 82 paesi, tra cui 63 istituti di istruzione superiore italiani. La revisione dell’HEInnovate per l’Italia è iniziata nel 2018 con l’effettiva collaborazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, della Conferenza dei Rettori Italiani e di un certo numero di soggetti interessati.

L’istruzione italiana è dinamica

Per raccogliere i dati per questo rapporto, gli esperti dell’OCSE hanno visitato 11 istituti di istruzione superiore italiani: Università di Roma Tor Vergata, Università Federico II di Napoli, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università di Palermo, Università di Bari, Università di Cagliari, Università di Bologna, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Scuola Normale di Pisa, Università di Siena. Successivamente, nel maggio 2019, l’Università di Milano Bicocca ha organizzato un workshop con gli stakeholder per discutere i primi risultati dello studio.

Il rapporto mostra che in tutto il paese stanno emergendo diverse buone esperienze, sia nelle regioni più sviluppate che in quelle meno abbienti. Le università italiane hanno un portafoglio di iniziative che vanno dalle più tradizionali attività di trasferimento tecnologico e spin-off, alla promozione di obiettivi di sviluppo sostenibile. Alcuni istituti di istruzione superiore hanno svolto un ruolo importante nel rigenerare l’ecosistema urbano in cui si trovano. Altri rappresentano un’importante porta internazionale per la loro comunità regionale. Tutti sono attivi nel promuovere attivamente le innovazioni digitali per offrire migliori servizi ai loro docenti e studenti e opportunità innovative di insegnamento e apprendimento.

Serve una strategia nazionale

In futuro, sarebbe importante – secondo il rapporto HEInnovate – sviluppare una strategia nazionale condivisa che allochi in maniera sostenibile risorse al sistema dell’istruzione superiore creando le condizioni per l’emergere di sinergie.

In particolare, occorre un approccio governativo che consenta di sfruttare al meglio le opportunità offerte da politiche quali “industria 4.0”, specializzazione intelligente e le iniziative dell’UE per creare grandi reti di innovazione e scienza (open science e open  innovation).

L’Italia ha dimostrato di essere sulla giusta strada per promuovere l’Università 4.0. Per raggiungere questo obiettivo l’OCSE raccomanda di sviluppare politiche che:

  1. Capitalizzino la diversità delle pratiche istituzionali e mettano tutti gli istituti nella condizione di generare valore per i propri ecosistemi. Questo richiede risorse finanziarie e pratiche innovative di monitoraggio e valutazione che accompagnino queste politiche fin dall’inizio. Le policy a sostegno dell’istruzione superiore dovrebbero essere adattate alle caratteristiche degli ecosistemi imprenditoriali locali;
  2. Sostenere i “campioni” e rafforzare i loro legami con il sistema nazionale;
  3. Favoriscano un settore dell’istruzione superiore sempre più diversificato. In particolare, colmare il divario tra le lauree professionalizzanti e gli Istituti Tecnici Superiori potrebbe generare un sistema educativo integrato che promuova l’imprenditorialità e l’istruzione a tutti i livelli e in tutti i settori. Questo è di fondamentale importanza per generare le competenze di cui il Paese ha bisogno per una crescita inclusiva e sostenibile.

Il commento del Ministro

“Questo rapporto è importante perché ci indica con chiarezza dove siamo e dove vogliamo andare”, ha dichiarato il  Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti. “Abbiamo di recente modificato i parametri della VQR, il sistema di valutazione della ricerca, per incentivare sempre di più la collaborazione tra discipline diverse e la collaborazione tra università e sistema produttivo, enti no profit, istituzioni pubbliche. Dobbiamo promuovere una modalità di lavoro transdisciplinare. Questo perché l’innovazione e la ricerca  – principali volani di sviluppo –  nascono sempre più spesso dalle collaborazioni tra realtà diverse che mettono insieme esigenze di ricerca e di mercato. Questo va promosso in Italia affinché alla ricerca possano affluire risorse sempre maggiori, come avviene in Corea, in Israele o nella Silicon Valley”.

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Redazione

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