Avenia (Confindustria Digitale): “Italia in ritardo, subito un piano straordinario per il Digitale”

Un piano straordinario per il Digitale, strutturale, da inserire già nella prossima manovra finanziaria per colmare il ritardo che l’Italia ha nell’innovazione e ridare slancio all’economia. Cesare Avenia, il nuovo presidente di Confindustria Digitale, è convinto che accelerare la trasformazione digitale del Paese possa anche liberare risorse per lo sviluppo

Pubblicato il 16 Lug 2019

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Una “misura strutturale da inserire già nella prossima manovra finanziaria”, necessaria per “colmare il ritardo che l’Italia ha nell’innovazione e ridare nuovo slancio all’economia”. Con queste parole, pronunciate in occasione del convegno “Investire, Accelerare, Crescere”, iniziativa realizzata in collaborazione con Luiss Business School, Cesare Avenia, il nuovo presidente di Confindustria Digitale, lancia l’idea di un “piano straordinario per il Digitale” che consenta di “accelerare la trasformazione digitale del Paese”, che è “la via maestra per dare sostenibilità al processo di riduzione del debito pubblico e liberare risorse per lo sviluppo”.

Un piano per il Digitale che sia quindi straordinario, ma anche strutturale, cioè che dia alle imprese quel segno di continuità necessario per gli investimenti. E che sia gestito sotto la diretta supervisione della Presidenza del Consiglio, con un Dipartimento apposito che funga da cabina di regia e sappia così coordinare la partecipazione di tutti i soggetti interessati.

“Non dobbiamo ricominciare da zero, ma valorizzare e accelerare i piani e progetti già in atto”, ha puntualizzato Avenia. “Va data priorità alle azioni che hanno maggior impatto e capacità di effetto leva sull’economia, adottando in una logica di sistema le metodologie di lavoro che sono state alle base dei casi di successo, assicurando stabilità e continuità alla governance dei piani, ai finanziamenti e alla disponibilità di risorse umane qualificate per portarli a compimento”.

Il digitale fattore moltiplicatore della crescita economica

La mission di questo piano è riassunta in tre punti. Primo, “investire nella trasformazione digitale del Paese”. Come? “Raddoppiando le risorse finanziarie e umane per accelerare l’attuazione del piano triennale per la digitalizzazione della pubblica amministrazione, rendendo strutturali gli incentivi per l’innovazione delle imprese, varando un programma nazionale ad ampio raggio per la formazione delle nuove competenze per il lavoro che cambia, assicurando sostenibilità allo sviluppo delle infrastrutture 5G e banda ultra fissa con un quadro regolatorio favorevole”, spiega Avenia.

Secondo, “accelerare con una governance del digitale chiara e autorevole, incardinando la regia in un Dipartimento permanente della Presidenza del Consiglio in grado di favorire il dialogo e la collaborazione dei vari soggetti interessati, dai ministeri agli enti locali”.

Terzo, “crescere utilizzando la trasformazione digitale per migliorare il rapporto debito/Pil, quale strumento strategico capace di agire tanto sul numeratore, razionalizzando e rendendo più efficiente la spesa pubblica, che sul denominatore, utilizzando il digitale come fattore moltiplicatore della crescita economica”.

Il nodo delle competenze

Al convegno è intervenuto anche Paolo Boccardelli, direttore della Luiss Business School, che si è soffermato sul tema dello sviluppo delle competenze per il Digitale.

“Sviluppare infrastrutture e puntare sul digitale è cruciale per un Paese che ambisca a essere competitivo a livello locale e globale: incentivarli è la più importante manovra economica che potrebbe fare il nostro Paese”, ha detto. Ma non è possibile dimenticarsi delle competenze: l’Italia “oggi non ha una strategia complessiva per le competenze digitali che invece sarebbe fondamentale per ridurre il divario digitale e ampliare l’inclusione sociale”.

Boccardelli ha infatti ricordato come l’Italia sia costantemente agli ultimi posti della classifica stilata dalla Commissione Europea in base all’indice DESI, che misura il grado di digitalizzazione dell’economia e della società. L’ultima rilevazione ha evidenziato come oltre metà della popolazione italiana non possieda competenze digitali di base. Una carenza che si riflette anche in un minore utilizzo dei servizi online, dove si registrano ben pochi progressi, sia da parte dei cittadini che delle Pmi che rappresentano l’ossatura del capitalismo italiano.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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