L’intuizione di Isaac Asimov, il grande scrittore di fantascienza, diventa realtà: almeno per quanto riguarda l’industria, negli anni a venire dovremo fare i conti con una vera e propria invasione dei robot. Da quelli altamente performanti, che già dagli anni ‘70 affiancavano gli operai nelle linee di montaggio della Fiat, a Mirafiori, per arrivare ai Cobot, la nuova generazione di robot collaborativi che escono dalle gabbie di sicurezza e si muovono assieme agli operatori con una sempre maggiore collaborazione tra uomo e macchina. Un comparto destinato a decuplicare il proprio mercato mondiale nei prossimi anni e che diventa uno degli elementi simbolici della rivoluzione 4.0 che sta attraversando il mondo industriale.
Anche per questi motivi SPS Italia, l’appuntamento di riferimento per il comparto manifatturiero italiano, ha deciso di dedicare un intero padiglione alla robotica. A raccontarlo Francesca Selva, Vice Presidente di Messe Frankfurt Italia, ospite di Italia 4.0, la trasmissione condotta da Andrea Cabrini, in onda mercoledì 20 marzo alle 21 su Class Cnbc (Sky, canale 507 – rivedila in streaming qui). Con lei, a discutere del futuro della robotica, i rappresentant di quattro “big” del settore: Alberto Pellero, director strategy marketing Kuka, Marco Ghirardello, Managing Director Fanuc, Duilio Amico, marketing developement director di Comau e Alessio Cocchi, Country Manager Universal Robots.
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Robot, tutti i numeri di una crescita senza precedenti
Tra tutti i comparti legati a Industria 4.0 la robotica sembra essere quello che, negli anni, ha vissuto una crescita costante che, a poco a poco, ha portato le macchine in moltissime fabbriche, dalle più grandi alle piccole officine artigiane. Una crescita che continua con risultati a due cifre.
Secondo i dati IFR, la federazione internazionale della robotica, infatti, i robot installati nel 2017 sono stati 387 mila, un dato in crescita di oltre il 30% sull’anno precedente, con giro di affari intorno ai 50 miliardi di dollari. Le proiezioni, inoltre, stimano che, nel giro di due anni, nel 2020 i robot installati saranno praticamente decuplicati e andranno a superare la soglia dei 3 milioni.
A guidare la classifica dei paesi con la maggiore densità di robot c’è la Corea del Sud con 710 macchine ogni 10 mila lavoratori, seguita da Singapore e dalla Germania, che ha un risultato di 322 robot ogni 10 mila lavoratori. L’Italia, che era stata una delle nazioni pioniere, installando nel 1972 i primi robot dedicati all’automotive a Mirafiori, raggiunge un risultato pari a circa la metà della Germania, che è il nostro competitor parlando di manifattura e industria. Nel nostro paese, infatti, abbiamo una densità di 172 robot ogni 10 mila addetti.
Robotica, le Pmi trainano il mercato
Un mercato che, grazie anche allo sviluppo di macchine diversificate, si è aperto sempre di più. E se nel 1972 i robot facevano il loro ingresso pionieristico nella catena di montaggio di Mirafiori, oggi possiamo pensare di vederli anche nelle piccole officine. “Sono le Pmi che stanno facendo la crescita del mercato della robotica, ma anche delle tecnologie 4.0 in generale – spiega Duilio Amico, marketing developement director di Comau – che hanno un trend straordinariamente interessante. Quello che notiamo, però, è che noi mettiamo a disposizione delle tecnologie ma è il mercato che ci insegna come usarle. E questo è uno dei nuovi paradigmi della innovazione”.
I “superpoteri” della robotica
L’implementazione dei robot nelle nostre imprese, quindi, apre il campo anche a frontiere che, fino a pochi anni fa, sembravano inimmaginabili. “Noi conosciamo solo il 70% delle possibilità di utilizzo dei nostri robot – prosegue Amico – e ogni tanto viene fuori qualche nuova applicazione. Alcune cose sono banali, altre invece sono molto interessanti. Le macchine, infatti, permettono anche di dotare i lavoratori di veri e propri “superpoteri fisici”, come nel caso degli esoscheletri. Si tratta di strumenti che servono ad aiutare, a prevenire anche gli incidenti, a migliorare la condizione dei lavoratori, soprattutto di chi deve fare i lavori più faticosi”.
A questo si aggiungono anche i “superpoteri” intellettuali. “Si tratta di strumenti che si applicano a controllo e management – continua Amico – l’IoT applicata all’industria consente, infatti, di prevedere in termini manutentivi cosa succede, riuscire a far vedere le performance di un’intera linea produttiva e quindi di dare dei superpoteri al management, o a chi gestisce l’impianto anche a livelli molto operativi per poter e consentire di continuare la produttività nel miglior modo possibile, senza interruzioni”.
Tra mobili e collaborativi ecco i nuovi “amici dell’uomo”
Le nuove tendenze della robotica, comunque, si stanno muovendo anche verso altre strade, quelle che vedono una sempre maggiore integrazione tra uomo e macchina. Parliamo dei robot collaborativi, che affiancano l’intervento umano, ma anche di quelli mobili che possono seguire direttamente l’operatore in sicurezza. “Il robot collaborativo nasce con l’esigenza di aiutare l’operatore nelle sue funzioni quotidiane – spiega Marco Ghirardello, Managing Director Fanuc – e quindi deve essere forte, per manipolare utensili, ma, sopratutto, sicuro per uscire dalle gabbie e lavorare fianco a fianco con l’uomo. Oggi questo è possibile e si è anche fatto un altro passo avanti, grazie all’intelligenza artificiale. I Cobot, quindi possono apprendere dalle esperienze passate e autoriprogrammarsi migliorando il proprio lavoro”.
Tutte qualità che stanno facendo crescere molto questo comparto. E se è ancora difficile vederli nelle grandi fabbriche, dove la richiesta è quella delle performance spinte, della velocità, che male si adatta alle caratteristiche dei cobot, cresce l’impiego nelle piccole e medie imprese.
“Per quanto riguarda i Cobot, in termini percentuali parliamo ancora di poche unità – sottolinea Alberto Pellero, director strategy marketing Kuka – ma notiamo un aumento della domanda nelle Pmi, dove la semplicità di utilizzo permette la vicinanza all’operatore”. Grazie a questa spinta il comparto e destinato a crescere e le statistiche stimano un + 60% di crescita contro una media del 15% della robotica industriale.
A questo si aggiunge un nuovo comparto su cui sta lavorando Kuka, che sta diventando particolarmente interessante, quello della robotica mobile. “Ci stiamo muovendo molto con tanti prodotti sulla robotica mobile – continua Pellero – e cioè sulla possibilità di avere robot su dei carrelli a guida autonoma che permettono ai robot di muoversi in autonomia. Veicoli come quelli usati da Amazon per prendere gli ordini, su cui mettiamo sopra un robot che portiamo nei vari punti dell’area produttiva, nel punto dove il robot dovrà, in quel momento operare”.
Questi nuovi settori della robotica, però, non andranno a sostituire le macchine che già conosciamo e che vengono utilizzate nelle grandi fabbriche, ma semplicemente andranno a incrementare l’offerta, ampliando il mercato. “Sono macchine che rispondono a necessità manifatturiere differenti. – sottolinea Alessio Cocchi, Country Manager Universal Robots -. Se uno ha bisogno di performance sicuramente non cerca un robot collaborativo, che sceglie invece se ha bisogno di flessibilità. Sono due target di mercato totalmente diversi e quindi due prodotti che tendenzialmente non si cannibalizzano uno con l’altro. Ci sono sovrapposizioni ma i mercati di riferimento sono comunque diversi”.
I Cobot, infatti, sono macchine che permettono di svolgere operazioni in modo molto semplificato. “Il robot collaborativo – prosegue Cocchi – è un braccio antropomorfo, del peso di una decina di kg, che può automatizzare diversi processi nell’industria manifatturiera in maniera molto semplificata. Si tratta di un robot che diventa un vero e proprio utensile alla portata dell’operatore e che semplifica molto operazioni di semplice manipolazione o micro assemblaggi”. Questo, quindi, permette anche una maggiore semplicità d’uso. “Abbiamo casi di clienti dove l’utilizzatore, magari, ha più di 50 anni e non ha alle spalle studi di meccatronica o di natura ingegneristica – conclude Cocchi -. Eppure nella sua attività giornaliera usa tranquillamente il Cobot andando a riprogrammarlo in funzione dei suoi task”.
I robot conquistano la “ribalta” con un padiglione a Sps
Numeri che non possono, certamente, lasciare indifferenti e che hanno sicuramente dettato la scelta di Messe Frankfurt Italia che, in questa nona edizione di SPS Italia, punto di riferimento per l’innovazione al servizio del comparto manifatturiero italiano, ha dedicato un intero padiglione, il 4.1 del District 4.0, a ospitare i più significativi player del comparto con le loro demo per mostrare dal vivo le più interessanti soluzioni applicative.
La novità non è tanto avere i robot dentro SPS, che attraverso le aziende partecipanti ci sono sempre stati – spiega Francesca Selva, Vice President Marketing & Events Messe Frankfurt Italia – ma l’avere un padiglione dedicato in una fiera che mette in mostra automazione e digitale per l’industria”.
“I robot sono il ponte che incarna perfettamente tutto quello che è il movimento dell’Industria 4.0 – prosegue Selva – e, in fondo, sono quelli che meglio rappresentano questo passaggio in ambito manifatturiero. Per questo abbiamo pensato che fosse giusto mettere a disposizione uno spazio dedicato per metterli direttamente in contatto con i nostri visitatori, che oggi sono molto interessati a queste tecnologie. Il robot, infatti, è sempre più agile e, quindi, diventa interessante anche industrie “leggere” come il packaging o il food. Il padiglione sarà dedicato alla robotica, alla meccatronica, ma anche a tutta la progettazione legata alla fase manifatturiera in cui robot hanno sempre più peso”.
Appuntamento a Parma, ma ad aprile si fa tappa a Torino
Il percorso che vedrà la robotica come ospite d’onore a SPS Italia, dal 28 al 30 maggio a Parma, vedrà però prima un’importante tappa a Torino. “Dal canto nostro cerchiamo da sempre di supportare l’innovazione – spiega Selva -. E quindi, sempre in tema di robotica abbiamo previsto una tavola rotonda a Torino, il prossimo 10 aprile, dove Volkswagen verrà a parlare della propria esperienza”.
Non solo: Messe Frankfurt Italia ha anche avviato un osservatorio, con il Politecnico di Milano, volto a studiare il mercato, le sue sfide e le potenzialità. Lo studio verrà realizzato attraverso una serie di interviste alle aziende chiave, per capire il posizionamento della Robotica in alcuni settori, capirne le esigenze e le prospettive e verrà presentato a Milano a novembre 2019.