Dal climate change alla cybersicurezza: i pericoli del futuro secondo il World Economic Forum

Il World Economic Forum indica quali sono i pericoli secondo le elite mondiale. Cambiamento climatico e rischi legati alla tecnologia in pole position

Pubblicato il 18 Gen 2019

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Rischio climatico e conseguenti migrazioni, disastri naturali, crisi legate all’acqua, immigrazione su larga scala. Sono i temi che angustiano i leader mondiali secondo l’edizione 2019 del Global risk report del World Economic Forum.

Fra i primi dieci rischi però c’è spazio anche per la sicurezza informatica, gli attacchi su larga scala e il furto di dati.

Il rischio cyber

La grande maggioranza degli intervistati prevede infatti un aumento dei rischi legati a cyber-attacchi con furto di denaro e dati (82%) e interruzione delle operazioni (80%). Circa due terzi invece si aspettano invece grandi problemi per quanto riguarda i rischi legati alla diffusione di fake news e furto d’identità, mentre un’altra fetta importante del campione è più concentrato sui buchi relativi alla privacy da parte di privati e governi visto anche cosa è successo nel 2018 dove in India dove il database governativo Aadhaar, il più grande sistema biometrico del mondo con 1,1 miliardi di cittadini registrati, è stato più volte violato. I criminali vendevano poi l’accesso ai dati per 500 rupie per dieci file. Altro gigantesco data breach è quello che ha riguardato la app MyFitnessPal con i dati di circa 150 milioni di utenti oltre ad altri 50 milioni di utenti Facebook. E poi ci sono anche gli Usa. In luglio il governo americano ha dichiarato che degli hacker erano riusciti a penetrare in alcune utilities. I timori sono acuiti dal fatto che le minacce possono arrivare da qualsiasi parte come hanno dimostrato anche le vicende relative a Meltdown e Spectre che hanno messo in evidenza la debolezza anche dell’hardware con i processori Intel sotto accusa.

Machine learning e intelligenza artificiale

Se tutto questo non bastasse, altri pericoli possono arrivare dallo sviluppo di machine learning e intelligenza artificiale che stanno diventando sempre più sofisticati e utilizzati.

La crescita di queste tecnologie porta con sé anche il potenziale rischio di amplificare pericoli esistenti o crearne di nuovi. Secondo un’indagine condotta lo scorso anno da Brookings, il 32% degli intervistati ha affermato di considerare l’intelligenza artificiale come una minaccia e Ibm ha rivelato l’esistenza un Ai mirata che può “nascondere” un programma maligno, WannaCryCry, in un’applicazione di videoconferenza che si attiva solo quando riconosce il volto del bersaglio desiderato.

Il Quantum computer di Ibm

I pericoli del Quantum

Guardando più in là, ma molto più in là, qualche timore arriva anche dallo sviluppo su larga scala dell’informatica quantistica che renderà obsoleta la base della attuale crittografia digitale.

Gli algoritmi a chiave pubblica, in particolare, saranno facilmente superabili. Il Quantum computing promette anche l’arrivo di nuove nuove modalità di crittografia, ma quando le nuove protezioni saranno state messe in atto molti segreti potrebbero già essere andati perduti a criminali, stati e concorrenti. Un crollo della crittografia porterebbe con sé gran parte dell’impalcatura della vita digitale.

Con l’avvicinarsi della prospettiva della rottura del codice quantico, la transizione verso nuove alternative, come la crittografia basata su reticolo e hashbased, andrà di pari passo. Qualcuno potrebbe persino tornare a soluzioni a bassa tecnologia, mettendo offline le informazioni sensibili. Ma anche i dati storici saranno vulnerabili. Uno scenario da incubo.

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Luigi Ferro

Giornalista, 54 anni. Da tempo segue le vicende dell’Ict e dell’innovazione nel mondo delle imprese. Ha collaborato con le principali riviste del settore tecnologico con quotidiani e periodici

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