Sicuramente tra le cause c’è l’effetto “ponte”, con i 4 giorni, tra il 1 e il 4 novembre, di cui hanno approfittato molti lavoratori italiani, ma la produzione industriale, in Italia, segna una frenata sensibile sul mese precedente (-1,6%) e più lieve, – 0,1%, per il trimestre. A preoccupare però è il calo sullo stesso periodo del 2017 che viene stimato attorno al 2,6%. I numeri resi noti dall’Istat nel report mensile sulla produzione delle industrie italiane non incrinano il livello di crescita degli 11 mesi, che si attesta su un + 1,2%, ma che devono comunque far riflettere sull’andamento dell’economia.
“La produzione industriale registra a novembre una marcata diminuzione – spiega Istat in una nota – sia su base congiunturale sia su base annua. Queste tendenze negative, potrebbero risultare amplificate da un effetto ponte, connesso con il posizionamento nel calendario della festività del primo novembre. La flessione congiunturale su base trimestrale risulta solo lievemente negativa, confermando un quadro di complessiva debolezza dei livelli di attività industriale nel corso del 2018”.
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I numeri della produzione industriale
Un aumento congiunturale, nell’indice destagionalizzato mensile, c’è solo per il comparto energia che guadagna un +1,0% mentre Istat registra variazioni negative per i beni intermedi (-2,4%), i beni strumentali (-1,7%) e i beni di consumo (-0,9%).
Su base annua, invece, gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a novembre 2018 una moderata crescita tendenziale solo per i beni di consumo (+0,7%) mentre diminuzioni rilevanti si osservano per i beni intermedi (-5,3%), per l’energia (-4,2%) e, in misura più contenuta, per i beni strumentali (-2,0%).
Chi sale e chi scende nell’industria italiana
I settori di attività economica che hanno avuto variazioni tendenziali positive a Novembre sono stati le industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,7%), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+1,3%) e le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+1,1%).
Le maggiori flessioni, invece, si rilevano, nell’industria del legno, della carta e stampa (-10,4%), nell’attività estrattiva (-9,7%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-6,7%).