Meglio tardi che mai: l’Italia s’è desta e ha finalmente deciso di mettere a punto una strategia nazionale sull’Intelligenza Artificiale. Entro marzo, se non ci saranno ritardi, anche il Belpaese disporrà di linee guida su un tema che è ormai da tempo al centro dell’attenzione della politica internazionale. Vale qui la pena ricordare che la scorsa primavera la Francia ha annunciato, a seguito del Rapporto sviluppato dal professo Cédric Villani, un piano di investimenti da 2 miliardi di euro. Pochi giorni dopo, in occasione del Digital Day 2018, la Commissione Europea ha promosso un accordo di cooperazione per il potenziamento e lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale nei Paesi dell’Unione Europea, accordo che firmò anche l’Italia e che incoraggiava i Paesi Membri “a predisporre una Strategia Nazionale sull’IA con l’obiettivo di unire le forze per assicurare che tutti i cittadini europei partecipino alla trasformazione digitale e che risorse adeguate siano dedicate all’IA nel rispetto dei valori e dei diritti fondamentali dell’Unione”.
L’Italia si muove dicevamo: come aveva anticipato questa settimana il ministro Di Maio davanti alle commissioni riunite della Camera, oggi il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato un avviso per la selezione di 30 esperti provenienti dal mondo delle imprese, dalle istituzioni e dalla società civile, che affiancheranno i tre membri del Ministero nel difficile compito di elaborare una strategia nazionale sull’intelligenza artificiale. Il frutto di questo lavoro dovrà a quel punto passare al vaglio dell’opinione pubblica attraverso una consultazione pubblica, prima che la strategia venga adottata ufficialmente dal Governo.
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Il comitato dei 33
Il comitato di esperti, presieduto dal Ministro, sarà composto da 33 figure. Tre sono espressione del Ministero e sono il Direttore Generale della Direzione Generale per la Politica Industriale, la Competitività e le Piccole e Medie Imprese del Ministero dello sviluppo economico (al momento Stefano Firpo) o soggetto da lui delegato; il Consigliere giuridico per le comunicazioni e l’innovazione digitale del Ministro dello sviluppo economico (al momento Marco Bellezza); un rappresentante del Gabinetto del Ministro dello sviluppo economico. A questi tre si affiancheranno trenta super esperti selezionati tra quanti vorranno candidarsi (il termine per le candidature è il 15 ottobre 2018 e se volete candidarvi il modulo è questo).
Ma che profilo dovranno avere questi trenta esperti? Dieci saranno esponenti del mondo imprenditoriale o delle associazioni di categoria di riferimento che operano nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale. Altri dieci saranno esponenti di organismi e centri di ricerca, del mondo accademico o dei think-tank (sic!); gli ultimi dieci esponenti saranno invece espressione della società civile, per esempio delle organizzazioni sindacali, del terzo settore o dei consumatori.
Questi super esperti, che lavoreranno senza compenso, dovranno avere:
- competenza ed esperienza comprovate e strettamente pertinenti, anche a livello europeo e/o internazionale, nell’IA e nelle sue applicazioni, comprese le competenze in ambito tecnologico, imprenditoriale, giuridico e scientifico di chiara rilevanza per lo sviluppo dell’IA;
- comprovata capacità di rendere note efficacemente le esigenze e le istanze degli stakeholder o dell’organismo di riferimento.
I membri del comitato saranno selezionati tra ottobre e novembre, periodo nel quale ci sarà anche la prima riunione di coordinamento. Poi tutti al lavoro, perché la strategia dovrà essere pronta entro marzo 2019 e sarà “preventivamente sottoposta a consultazione pubblica“.
I compiti del comitato
Il compito ufficiale del Comitato sarà quello di “elaborare policy e strumenti sui diversi temi connessi allo sviluppo e all’adozione di sistemi di IA”, con i seguenti obiettivi:
- migliorare il coordinamento e il rafforzamento della ricerca di base nel campo dell’IA;
- favorire gli investimenti pubblici e privati in IA facendo leva anche sui fondi comunitari dedicati;
- attrarre talenti e idee imprenditoriali nel campo dell’IA;
- favorire lo sviluppo della data-economy prestando una particolare attenzione al tema della circolazione e della valorizzazione dei dati non personali adottando i migliori standard di interoperabilità e cybersicurezza;
- rivedere organicamente la normativa applicabile con particolare riferimento ai profili di sicurezza e responsabilità in relazione ai prodotti/servizi fondati su IA;
- lavorare ad analisi e valutazione di impatto socio-economico dello sviluppo e dell’adozione generalizzata di sistemi basati sull’IA, corredata da un’elaborazione degli strumenti di attenuazione delle criticità riscontrate.
Un approccio human-centric
Nell’elaborare le linee di azione il Comitato dovrà “promuovere un approccio ‘human-centric”. Lo specifica l’avviso pubblicato dal Ministero, dove si sottolinea che che “lo sviluppo di sistemi di IA deve vedere l’uomo al centro in una sempre più complessa interazione con macchine intelligenti, e queste indefettibilmente devono essere in grado di spiegare le decisioni assunte sulla base degli algoritmi utilizzati. Dovrà dunque essere promosso un approccio ‘human centric’, che ponga al centro dello sviluppo dell’IA la persona e mitighi ogni possibile impatto sulla tenuta sociale e occupazionale, per un’armoniosa integrazione tra tecnologie IA, lavoratori e cittadini”.