“Non smantelliamo quel che è stato fatto di buono, ma vogliamo estendere anche alle piccole e medie imprese i benefici che i precedenti governi hanno garantito solo alle grandi”. Così il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Interni Matteo Salvini ha risposto oggi, in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, a una domanda specifica sugli incentivi per Industria 4.0 postagli dalle intervistatrici Barbara Fiammeri e Manuela Perrone.
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Le priorità del DEF e della legge di bilancio
Alla domanda sugli incentivi per le imprese manifatturiere si è arrivati dopo che il Ministro aver discusso delle priorità che guideranno la redazione del Documento di Economia e Finanza (Def) e quindi della prossima legge di bilancio: Legge Fornero, Flat Tax e Pace Fiscale, in primis, ma anche accise sulla benzina, fatturazione elettronica e spese di manutenzione ordinaria e straordinaria. Interventi costosi che però, spiega il vicepremier, occorre ragionare “sempre e comunque sull’arco del triennio, previsto dal Def. Perché questa non sarà una manovra mordi e fuggi come qualcuno insinua”. Salvini ha quindi annunciato che “non faremo tutto subito” e ha confermato il “rispetto di tutti i vincoli Ue” perché “non possiamo far saltare i conti”. Parole poi confermate anche da Luigi Di Maio che, in giornata, ha detto “non sfideremo l’Europa sui conti”.
La flat tax a regime entro 5 anni
“Non potendo dare subito tutto a tutti, ci daremo delle priorità”, ha spiegato Salvini parlando della flat tax. Saranno innalzati i minimi a cui applicare un forfait, ma “a regime ci si arriva entro il contratto di governo”, quindi entro il quinquennio. Per cominciare Salvini apre all’ipotesi di ridurre inizialmente a tre le aliquote. L’ipotesi avanzata dal Sole è un’aliquota premiale al 5% per le start-up, una al 15% per redditi fino a 65 mila euro e una al 20% per quelli fino a 100 mila euro. Gli 80 euro di Renzi resteranno comunuqe in busta paga “fino a quando gli italiani non avranno l’aliquota al 15%”
Gli investimenti
Al capitolo investimenti Salvini ha prima parlato della necessità di spendere di più e meglio per le manutenzioni dei Comuni e per l’edilizia scolastica. Quanto alle imprese, come anticipato, il vicepremier si è detto favorevole a mantenere gli incentivi per industria 4.0: “Non smantelliamo quel che è stato fatto di buono, ma vogliamo estendere anche alle piccole e medie imprese i benefici che i precedenti governi hanno garantito solo alle grandi”.
Poi ha parlato anche dei nodi Tap e Ilva. Sul Tap, il gasdotto trransadriatico, ha detto che i benefici sono superiori ai costi e che “l’Italia non deve essere spettatrice della partita energetica. C’è un piano energia a cui stiamo lavorando”. Sull’Ilva si è detto invece ottimista (oggi l’incontro decisivo tra le parti al Ministero dello Sviluppo Economico).
Non ha tardato ad arrivare il plauso di Confindustria attraverso il suo presidente Vincenzo Boccia, che, dopo gli scontri con Di Maio delle scorse settimane, ha elogiato la “dimensione di grande responsabilità” e l'”attenzione alle regole europee” dimostrate da Salvini.