La blockchain? È una infrastruttura abilitante per le relazioni economiche e sociali

Pubblicato il 12 Ago 2018

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Dalle colonne del Sole 24 Ore oggi il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli e il tecnologo Massimo Chiriatti hanno lanciato il manifesto d’idee #blockchainitalia “per un nuovo bene pubblico digitale”.

La blockchain è una tecnologia che utilizzando la criptografia consente di registrare, inserendole in blocchi, una serie di transazioni verificate e validate tra organizzazioni. Il sistema secondo il sindacalista e il tecnologo è un ottimo candidato al ruolo di nuova infrastruttura abilitante di relazioni economiche e sociali.

La teoria alla base di #blockchainitalia

I due esperti sottolineano: “Un bene materiale è rivale ovvero non può essere disponibile a più persone contemporaneamente, un bene immateriale come l’informazione, invece può essere copiato e trasferito a costo nullo e reso disponibile a più persone contemporaneamente”. Una caratteristica questa che ha ripercussioni anche sui modelli competitivi e industriali.

Infatti, “il ben noto paradigma di industria 4.0 è emblematico di come il valore si stia progressivamente spostando dagli aspetti materiali di beni e servizi alla componente immateriale. Questo genera dei gatekeeper (gestori della piattaforma) che diventeranno il centro di controllo delle trasformazioni lungo le filiere, sede rilevante del valore, con tendenza al controllo e al monopolio”, proseguono sulla testata economica.

Secondo i due, per questo motivo la tecnologia può aiutare a evitare tali concentrazioni di potere. La blockchain, che solitamente è associata alle criptovalute, ha in realtà altre applicazioni, essendo un registro condiviso in cui tramite la ciptografia si può assicurare l’univocità e validità dei dati registrati.

Un modello industriale legato alla blockchain

Bentivogli e Chiriatti parlando di #blockchainitalia sottolineano che un modello industriale sotteso alla blockchain, decentrato tra tutti i soggetti che partecipano alla filiera, si confà a un sistema caratterizzato da una pluralità di piccole e medie imprese, come quello italiano.

Attraverso la blockchain si può verificare la correttezza degli operatori economici, utilizzata nelle filiere per aumentare la sicurezza, incrementare velocità e costi delle transazioni. Tutti elementi che aumentano l’efficienza del sistema: diritti di proprietà, strumenti finanziari marcati digitalmente.

La sua utilità è stata ampiamente condivisa a livello europeo, durante il Digital day 2018 infatti ventidue Paesi hanno firmato un accordo per lo sviluppo di questa tecnologia.

Contratti smart e lotta al lavoro nero

Sindacalista e tecnologo sul giornale evidenziano che “la blockchain ha tutte le caratteristiche per diventare un paradigma di riferimento per i modelli produttivi di Industry4.0”, dalla gestione della renumerazione, ciclo di vita del prodotto, alle norme sullo smaltimento. Passaggi oggi ignoti e con alte inefficienze e danni ambientali.

Attenzione anche ai contratti: “Sulla base del registro distribuito possono essere creati i cosiddetti smart contracts, contratti che hanno la possibilità di essere perfezionati in automatico prestazione/produzione realizzata e consegnata”, semplificando una serie di rapporti giuridici, con vantaggi in termini di qualità e trasparenza.

Anche le nuove forme di lavoro scrivono il sindacalista e il tecnologo, potranno essere agganciate a un nuovo sistema di diritti e tutele in modo da metterle al riparto da abusi e lavoro nero.

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Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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